Via libera dalla Commissione Ue alla concessione Autobrennero agli enti locali

Vertice a Fortezza tra gli amministratori pubblici di Alto Adige e Tirolo sul traffico in continua crescita lungo la tratta del Brennero.

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concessione autobrennero

Nuovo passo in avanti a Bruxelles per il futuro della concessione Autobrennero dopo il vertice tecnico che si è svolto tra funzionari del ministero ai Trasporti e infrastrutture italiano con quelli della Commissione europea. Dai vertici amministrativi comunitari è giunto un sostanziale via libera al passaggio della gestione dell’A22 in capo ad una società interamente posseduta dagli enti locali, secondo la metodica “in house”.

Ora la palla sulla concessione Autobrennero passa al governo di Roma e al ministro Danilo Toninelli che è diviso tra la volontà di ricentralizzare tutte le concessioni autostradali oggi in mano ai privati e a società parapubbliche in seno all’Anas e la spinta dei grillini del NordEst che vedono bene la gestione dell’arteria autostradale in mano agli enti locali che l’hanno gestita fino ad oggi.

La decisione finale dovrebbe arrivare entro la fine di novembre, al termine della proroga deliberata nelle scorse settimane per potere approfondire meglio la questione e per scavallare l’appuntamento elettorale del Trentino Alto Adige. Sul piatto anche la proposta avanzata da Veneto e Friuli Venezia Giulia, entrambe a trazione leghista, di creare un’unica holding autostradale pubblica entro cui fare confluire il tratto Venezia-Trieste dell’A4 (e tratti inferiori gestiti da Autovie Venete), il tratto della variante di Venezia gestito da Cav (posseduto da regione Veneto e Anas) e, appunto l’Autobrennero da Campogalliano al Brennero. Uno scenario che potrebbe fungere da viatico alla creazione di una sorta di Anas del NordEst nel caso in cui le concessioni autostradali in capo ai privati dovessero essere effettivamente revocate, entro cui fare confluire i tratti di Autostrade per l’Italia che interessano il NordEst e con i cui proventi finanziare il ridisegno di tutto il sistema della mobilità su gomma e su ferro. Uno scenario caldeggiato dai veneti, ma ancora indigesto agli amministratori uscenti del Trentino Alto Adige, ma che potrebbe essere fatto proprio per quelli futuri.

Parallelamente alla questione della concessione Autobrennero, a Fortezza c’è stato un vertice tra gli amministratori del Tirolo e dell’Alto Adige per cercare di arginare la crescita del traffico sulla tratta del Brennero. Negli ultimi 18 mesi infatti il traffico lungo il corridoio del Brennero è cresciuto del 20%. E le previsioni degli esperti dicono che questo incremento non si fermerà.

I sindaci del territorio attraversato dall’autostrada sempre più intasata sono preoccupati per l’impatto ambientale devastante per via del rumore e dell’inquinamento atmosferico. «I numeri sono allarmanti, soffre la popolazione e anche il trasporto. Ma anche le infrastrutture dell’autostrada del Brennero devono sopportare un carico enorme» avverte il governatore tirolese Gunther Platter ribadendo che «è il momento di agire, e bisogna agire tutti insieme». Platter ha rilanciato sul “pedaggio di corridoio” che dovrebbe adeguare il costo dell’autostrada a quello degli altri valichi alpini, decisamente più cari dell’A22. «Bisogna mettere in pratica la risoluzione approvata dall’Euregio lo scorso 15 gennaio e trasferire il traffico dalla gomma alla rotaia. Occorre dunque introdurre un numero massimo per i Tir: ormai l’infrastruttura è arrivata al limite, non può sopportare altri carichi» ha detto Platter che pensa di varare un ulteriore pacchetto di divieti per i mezzi pesanti sulle strade tirolesi l’autunno entrante.

Da parte sua, il governatore altoatesino Arno Kompatscher ha assicurato piena collaborazione al collega di oltre Brennero sul tema del pedaggio di corridoio, ma sul numero chiuso ha avanzato dubbi, anche supportato dalle proteste degli autotrasportatori con sede in Alto Adige che sono decisamente contrari al contingentamento dei passaggi. Piuttosto, Kompatscher ha ricordato a Platter che si deve agire anche «sul prezzo del gasolio in Austria, decisamente più basso che in Italia, cosa che spinge molti autotrasportatori a scegliere la rotta del Brennero rispetto ad altre anche a costo di allungare il percorso» per approfittare di riempire i serbatoi da 1.000 litri dei loro mezzi, trovando una timida apertura da parte tirolese, ma con il problema di non pesare sulle tasche dei residenti austriaci.