Dolomites Vives, seconda estate flop per la limitazione della circolazione sui passi dolomitici

Nuovamente fallimentare il contingentamento orario sperimentato dalle province di Trento e di Bolzano sul passo Sella. Calo dei veicoli solo del 14% contro il 20% atteso. Ma il calo degli esercenti è stato ben maggiore. 

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Dolomites Vives

La seconda estate di sperimentazione del contingentamento alla circolazione dei veicoli sui passi dolomitici voluta dalle province di Trento e di Bolzano nell’ambito di Dolomites Vives è stata nuovamente un fallimento. Con la chiusura del contingentamento voluto da Dolomites Vives alla fine di agosto, il traffico di auto e moto sul passo Sella (unico valico interessato dall’iniziativa) è stato del 14% rispetto al 2017 e del 17% rispetto al 2016, fallendo così l’obiettivo di ridurlo di almeno il 20% rispetto al 2017.

I passaggi dal lunedì al venerdì nella seconda settimana di agosto sull’arco delle 24 ore sono passati dai 16.000 circa del 2016 ai 12.000 circa del 2018. I dati confermano quanto già asserito dagli operatori turistici delle località interessate dalla sperimentazione alla vigilia della sua attuazione: il fallimento del provvedimento, decisamente d’impronta ideologica. Ma a pagarne lo scotto sono stati proprio loro che hanno patito un calo del giro d’affari decisamente superiore a quello dei transiti dei veicoli. Questo a causa dell’effetto deterrente in capo a molti turisti che hanno preferito evitare il giro sui passi per evitare il blocco dovuto al contingentamento orario, tanto è che il limite massimo non si è mai superato. E’ bastata la percezione della limitazione come un divieto puro e semplice per tenere lontani dal valico molti frequentatori. E così anche le loro spese nei locali turistici del luogo che si sono visti calare il divieto a stagione turistica già programmata, con collaboratori già assunti e magazzini già riempiti.

Unica consolazione, la crescita del 20% dei passeggeri del trasporto pubblico potenziato dalle due province. Ma anche qui c’è da chiedersi a chi giovi, visto che i costi del trasporto pubblico incido normalmente per oltre l’80% sul gestore del servizio (e, quindi, sui contribuenti).

L’unica cosa buona è che dalle elezioni del prossimo 21 ottobre uscirà un panorama politico profondamente mutato, con uno dei due protagonisti di questa sceneggiata, l’assessore all’ambiente trentino Mauro Gilmozzi, che appende la politica al chiodo dopo tre legislature. La speranza è che venga sostituito da persone più assennate e realiste, tanto più che le comunità locali interessate non hanno dimostrato mai grande entusiasmo nelle iniziative di blocco del traffico sui passi Dolomitici ideata con Dolomites Vives. Forse, ancora una volta, hanno avuto ragione i Veneti a non partecipare alla sceneggiata ambientalista.