Il Veneto perde i Mondiali di ciclismo 2020 causa l’immobilismo del governo Renzi-Gentiloni

Il Pd attacca la nuova maggioranza giallo-verde, ma secondo la Regione i responsabili del fallimento sono proprio i Dem. 

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mondiali di ciclismo

Non c’è solo la querelle delle Olimpiadi Invernali a tenere alta la tensione della politica in Veneto: ci si mette pure la vicenda dei Mondiali di ciclismo su strada 2020 in programma a Vicenza sfumati per la mancata consegna delle fidejussioni governative entro la scadenza.

Un evento che era quasi certo, già preassegnato dall’Unione ciclistica internazionale già da qualche anno a seguito della candidatura avanzata dalla città Berica nel 2014 per ospitare i Mondiali ciclismo. Solo che prima di passare dalle parole ai fatti, Uci aveva chiesto nel settembre 2017, a seguito della preassegnazione, anche garanzie circa il sostegno economico della manifestazione alle istituzioni italiane. Garanzie sotto forma di fidejussioni finanziarie per un ammontare di circa 6 milioni di euro. Nonostante tre distinti solleciti, l’ultima del 31 agosto scorso, sul piatto sono state messe dal governo solo 3,5 milioni di garanzie. Troppo poco e pure troppo tardi, tant’è che sembra più che certo che la preassegnazione a Vicenza sia ormai sfumata per essere trasferita al canone vallese svizzero di Aigle e Martigny.

Dal Pd veneto, per bocca del segretario regionale Alessando Bisato, parte il fuoco delle accuse alla maggioranza di governo nazionale Lega-M5s, oltre alla stessa Lega che guida il governo regionale veneto, chiamato in causa per la copertura della quota mancante. Bisato parla di «figuraccia epocale». Ma a mettere la questione entro i corretti binari ci pensa l’assessore regionale veneto al territorio, Cristiano Corazzari, ribaltando le accuse Dem in casa loro ed in particolare ai governi a guida del duo Renzi-Gentiloni. «Nelle scorse settimane – dice Corazzari – abbiamo lavorato fianco a fianco con il Governo e ottenuto da Roma quello stanziamento ulteriore sottoforma di fidejussione, solo che quando l’abbiamo comunicato alla Federazione ciclistica italiana ci è stato risposto che ormai era troppo tardi. Siamo stupiti, è una cosa che ci lascia molto perplessi, tuttavia sottolineo che per un anno intero il Governo precedente non aveva garantito alcuna disponibilità».

Troppo tardi, sembra, visto che il prossimo 25 settembre il direttivo Uci a Innsbruck (Austria) che quest’anno ospita i Mondiali, deciderà sulla sede dei Mondiali di ciclismo del 2020. Amareggiato il presidente del comitato promotore del progetto Vicenza-Veneto 202, Claudio Pasqualin: «siamo sereni perché consapevoli di aver fatto il massimo possibile. Tutto il resto competeva alle pubbliche istituzioni e di queste si è mosso solo il Governo, mentre altre realtà non sono intervenute materialmente». Rincara la dose delle polemiche l’assessore berico alle attività sportive noncè segretario locale della Lega, Matteo Celebron: «se i mondiali non arriveranno a Vicenza e in Veneto non sarà per mancanza di volontà ma perché a suo tempo, un anno fa, non è stato fatto quanto richiesto fin da subito».

E Corazzari puntualizza «confermo che in precedenza il Governo di centrosinistra, a fronte di lettere inviate dall’allora sindaco Variati, dal presidente della Regione Zaia e da alcuni parlamentari del PD, non aveva avuto nemmeno la gentilezza di rispondere. Lieto di essere smentito, ma ho un timore e cioè che dietro a certe posizioni federali e politiche si celi un patetico tentativo di mettere le mani avanti rispetto a quanto ben quattro Governi di centrosinistra non hanno fatto».

Già, a pensare male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca. Andreotti dixit.

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