Maltempo in Trentino: Fugatti scrive a Conte per chiedere lo Stato di emergenza

Prime stime di danni per 250-300 milioni di euro. La Provincia sospenderà la riscossione del saldo dell'Imis nei comuni maggiormente colpiti dal maltempo. 

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Maltempo in Trentino

Ammonta complessivamente a 250/300 milioni la prima stima dei danni causati dal maltempo in Trentino a causa della recente, eccezionale ondata di maltempo: circa 100 milioni il danno patito da foreste e agricoltura, 25 dalle strade, 5 dagli impianti sciistici, e più di un centinaio da soggetti pubblici e privati (famiglie e imprese) a causa della pioggia, del fango e degli scoperchiamenti.

La stima delle sofferenze patite dal territorio, peraltro non esaustiva – ad essa si aggiungeranno la spesa per la ricostruzione del patrimonio forestale andato perduto, circa 7.000 ettari di bosco, calcolata in 50 milioni di euro, il mancato guadagno derivante da questa perdita, “spalmato” sui prossimi 60 anni ed i danni subiti dalle reti pubbliche, ancora in fase di definizione – è contenuta nella lettera inviata dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, con la richiesta di dichiarazione dello Stato di emergenza in vista della riunione straordinaria di mercoledì 7 novembre del Consiglio dei Ministri, per decidere come sostenere i territori maggiormente colpiti dal maltempo: lo Stato di emergenza è condizione necessaria per poter accedere ai fondi statali eventualmente stanziati per la ricostruzione.

La Provincia ha anche deciso di sospendere la riscossione del saldo Imis di dicembre nei comuni più colpiti. Continuano intanto alacremente gli interventi su tutto il territorio provinciale, per ripristinare la viabilità, riparare i danni alle infrastrutture e non da ultimo garantire il regolare avvio della stagione invernale e lo svolgimento delle grandi manifestazioni previste per i prossimi mesi, come il passaggio del Giro d’Italia e la Marcialonga. Nei prossimi giorni il presidente Fugatti convocherà infine anche le categorie economiche e sociali per concertare le misure necessarie per favorire la ripresa produttiva.

Entrando nel dettaglio dei danni subiti, per il settore delle foreste, agricoltura e bacini montani si stima un danno di 90/100 milioni(calcolando 2 milioni di metri cubi di alberi schiantati, 4 volte il prelievo provinciale annuo, che comportano circa 60 milioni di mancati introiti causati dal deprezzamento del legname e dai costi di rimozione, a cui si aggiungono 10 milioni per il ripristino delle strade forestali, 5 milioni di danni in agricoltura, su stalle, malghe, pescicolture ecc. e 12 milioni di danni patiti dai bacini montani). I boschi sono per il 70% di proprietà pubblica (comuni, Asuc, regole e altre gestioni collettive) e per il 30% privata. Dei 2 milioni di alberischiantati, l’ipotesi è di riuscire ad immetterne sul mercato almeno il 50%. I comuni maggiormente coinvolti sono quelli delle valli di Fiemme e Fassa, del Primiero, del Pinetano, dell’altipiano Vezzena-Grigno. Uno specifico gruppo di lavoro, di cui farà parte anche il Consorzio dei comuni, assieme alle strutture tecniche della provincia, si occuperà della gestione delle varie fasi della gestione dell’emergenza e del ripristino del patrimonio boschivo.

Le infrastrutture hanno patito danni per circa 25 milioni, quasi esclusivamente concentrati sulla viabilità (117 gli interventi realizzati, 60 quelli già conclusi, la maggior parte sarà terminata entro fine novembre). La problematica più complessa si registra in Val Cadino, dove verrà realizzata una viabilità provvisoria per la rimozione del legname, per un costo previsti di circa 2 milioni di euro (che potrà essere utilizzata anche per il Giro d’Italia).

5 milioni di danni sono ascrivibili a piste da sci e impianti per la neve.

Quanto ai danni economici a pubblici e privati (abitazioni, imprese e attività economiche) si tratta di una delle voci più rilevanti e di maggiore impatto sulle comunità colpite dall’emergenza. Le prime stime sono di oltre 100 milioni di euro, di cui 50-60 ai privati (20 concentrati solo a Dimaro) per colate detritiche provocate dalle piogge e scoperchiamenti causati dal vento.

Sul piano tecnico-procedurale, per i rimborsi di parte provinciale sarà applicato il metodo già utilizzato a Moena, a partire dalle perizie dei danni realizzate dai privati e presentate dagli interessati al comune di riferimento. Ulteriori specifiche necessarie al fine di rendere la decisione operativa verranno  decise a breve.

A questo quadro si aggiunge la sospensione del saldo Imis di dicembre, che riguarda circa il 50% del dovuto. La decisione riguarderà gli ambiti effettivamente colpiti dall’alluvione. Andranno perciò individuati i comuni maggiormente coinvolti. La sospensione verrà decisa dalle giunte comunali interessate e comporterà un differimento del versamento dell’imposta, fino a 6 mesi.

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