Il Don Giovanni di Mozart inaugura la Stagione lirica della Fondazione Arena di Verona

Al Teatro Filarmonico dal 27 gennaio al 3 febbraio proposto il nuovo allestimento di Enrico Stinchelli e Renato Balsadonna alla direzione dell’orchestra.

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fondazione arena di verona

Domenica 27 gennaio, per l’inaugurazione della Stagione lirica della Fondazione Arena di Verona, dopo 13 anni torna sulla scena del Teatro Filarmonico (ore 15.30; repliche martedì 29 gennaio, ore 19.00; giovedì 31 gennaio, ore 20.00; domenica 3 febbraio, ore 15.30) il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart proposto nel nuovo allestimento della Fondazione Arena per la regia e le scene di Enrico Stinchelli. I costumi sono di Maurizio Millenotti, il visual design di Ezio Antonelli e il lighting design di Paolo Mazzon. Sul podio del Filarmonico alla guida dell’Orchestra dell’Arena e del Coro, preparato da Vito Lombardi, debutta a Verona Renato Balsadonna, impegnato per la prima volta con questa partitura.

Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni, come recita il titolo originale dell’opera, è un dramma giocoso in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte, composto da Mozart nel 1787 e rappresentato per la prima volta a Praga, con intramontabile successo, il 29 ottobre di quell’anno. Dell’opera buffa ha tutte le caratteristiche, con il suo realismo ed i personaggi popolari, ma con l’aggiunta del sovrannaturale: la statua che, invitata a cena da Don Giovanni, trascinerà il protagonista alla dannazione eterna. E sarà proprio questa commistione di tragico e comico a mostrare due facce della medesima realtà: Don Giovanni è infatti un’opera di grandi verità e immense bugie.

Nonostante sia considerato uno dei capolavori della musica e della cultura occidentale, Don Giovanni è stato poco rappresentato a Verona: fino al 2012 (con seconda edizione nel 2015) è stato un titolo inedito per il palcoscenico dell’Arena di Verona, così come era nuovo per l’Anfiteatro anche il suo compositore. Mentre al Teatro Filarmonico fu messo in scena nel 2002 e nel 2006.

Enrico Stinchelli, regista di questo nuovo allestimento, vulcanica icona della critica italiana da ben 30 anni, social icon, saggista, direttore artistico o consulente, ma soprattutto nel cuore, da sempre, regista d’opera, debutta a Verona con un patrimonio di esperienza e riflessione che si ritroverà in pieno nel nuovo Don Giovanni.

Un’opera che lo stesso Stinchelli racconta così: «……Sotto molti aspetti, Don Giovanni è l’Opera per antonomasia. Flaubert diceva che tre erano le cose più belle create da Dio: il mare, l’Amleto e il Don Giovanni di Mozart. Ancora oggi dopo oltre 200 anni dalla sua prima esecuzione è un’opera aperta, carica di sottintesi e di dubbi irrisolti, campo di battaglia per registi pronti a tutto e palestra vocale e stilistica per cantanti forse non del tutto consapevoli delle enormi difficoltà poste da Mozart. Fate caso: Don Giovanni lascia a tutti la possibilità di sperimentare e di rischiare, è un’opera senza tempo, per questo ho scelto un’impostazione agile, dinamica, surreale a tratti ma strettamente legata alla drammaturgia, perché Don Giovanni racconta una storia ben precisa. I bellissimi costumi di Maurizio Millenotti, utilizzati per il meraviglioso spettacolo proposto da Zeffirelli in Arena, sono il trait d’union con la grande tradizione, direi una garanzia di bellezza e di rispetto. In realtà l’idea che caratterizza questa nuova produzione, attraverso le scene realizzate da Ezio Antonelli, ci proietta in un altro mondo, che è puro “teatro nel teatro”. Un mondo fatto di luci e di proiezioni dinamiche, che – com’è nel mio stile – narrano le vicende del grande libertino e svelano la potenza vittoriosa del protagonista, il quale si erge sopra tutti gli altri personaggi. Un grande burattinaio, che ride beffardo delle miserie umane e si diverte a manovrare le sue vittime, senza alcuna cura di sé stesso persino di fronte alla morte, che sfida orgogliosamente come Capaneo nell’Inferno dantesco. Le proiezioni e il disegno luci, in stretta relazione con l’incalzare della vicenda e della musica, rappresentano la tecnologia più avanzata al servizio della tradizione, l’arma segreta per rilanciare lo spettacolo più costoso e complesso ma anche più affascinante che esista: l’opera».

Cecilia Gasdia, sovrintendente della Fondazione Arena, afferma «siamo molto felici di questo Don Giovanni, opera sicuramente tra le più longeve, trasversale alle arti, sempre affascinante e popolare che la civiltà occidentale abbia inventato, E siamo soprattutto orgogliosi di aver trasformato, insieme al creativo e amico Enrico Stinchelli, il Don Giovanni, nella grande opportunità di creare appositamente una nuova produzione col marchio Fondazione Arena, grazie allo straordinario contributo dei nostri lavoratori. Sarà un Don Giovanni in grado di dimostrare che si può rendere grande servigio all’opera e al suo pubblico con la forza delle idee e l’amore per il bello, lavorando celermente e senza pretendere risorse economiche infinite, maestranze infinite, tempi infiniti. Una sfida coraggiosa che potrà diventare un trampolino per ridisegnare oggi l’approccio all’opera nel nuovo e sempre mutevole contesto storico».

Protagonisti, nei panni di Don Giovanni, Andrea Mastroni (27, 31/1 e 3/02) al suo debutto nel ruolo, e Pier Luigi Dilengite (29/01), mentre George Andguladze sosterrà il ruolo del Commendatore per tutte le recite; Donna Anna sarà interpretata prima da Laura Giordano (27/1 e 3/2), poi da Sylvia Schwartz (29, 31/1), mentre si alterneranno come Don Ottavio Antonio Poli (27 e 29/1) e Oreste Cosimo (31/1 e 3/2); nel ruolo di Donna Elvira si avvicenderanno Veronika Dzhioeva (27, 31/1 e 3/2) e Valentina Boi (29/1), mentre Biagio Pizzutti vestirà i panni del fedele Leporello per tutte le recite. E per tutte le recite Davide Giangregorio sarà Masetto, insieme alla Zerlina di Barbara Massaro (27, 31/1 e 3/2) e di Cristin Aresenova (29/1).

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