Infrastrutture in Emilia Romagna: vertice in Regione

Bonaccini: «a marzo manifestazione pubblica alla quale invitiamo anche il Governo per far sentire la voce di territori, imprese e sindacati. Richiesta la realizzazione di tutte le opere autorizzate, finanziate e necessarie alla competitività del nostro sistema produttivo e turistico». 

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Infrastrutture in Emilia Romagna

Vertice a Bologna nella sede della Regione tra tutte le istituzioni interessate (oltre ai sindacati e alle organizzazioni economiche e d’impresa regionali), per discutere di tutte le infrastrutture in Emilia Romagna finite sotto la mannaia dell’ostruzionismo toninelliano.

La riunione è stata convocata dal presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che ha lanciato la mobilitazione degli amministratori locale per il prossimo marzo: «con tutti gli amministratori locali dei territori interessati dalle infrastrutture pronte a essere realizzate ma tuttora bloccate organizzeremo una manifestazione pubblica, una iniziativa alla quale inviteremo il Governo per far sentire la voce dei territori, dei sindacati, e quindi del mondo del lavoro, e delle imprese, dalle artigiane a quelle dell’industria. Perché tutti noi, e oggi ne abbiamo avuto l’ennesima conferma, condividiamo sia una grande preoccupazione per quanto sta accadendo, sia un obiettivo fondamentale: che l’Emilia Romagna non venga fermata. Chiediamo quindi che il Governo inizi a dare risposte vere e concrete e che permetta la realizzazione di opere il cui iter autorizzativo è stato completato, per le quali sono stanziate le risorse necessarie e indispensabili per la competitività del nostro sistema produttivo e turistico, ad iniziare dal Passante di Bologna, la Bretella Sassuolo-Campogalliano e la Cispadana».

Secondo Bonaccini «qui ci sono 2,5 miliardi di euro di opere che si vanno a bloccare. Ci troviamo di fronte a un interlocutore che sta smantellando gli accordi chiusi. E lo diciamo con amarezza, perché questo Governo dovrebbe rappresentare anche noi e le richieste di una intera comunità, Viceversa, dobbiamo apprendere dai giornali le decisioni prese, sempre dei no o dei rinvii, senza consultarci, calpestando qualsiasi collaborazione istituzionale. In questi anni abbiamo sbloccato tutte le opere che erano ferme, condiviso le decisioni insieme alle parti sociali nel Patto per il Lavoro, ora vogliamo andare avanti, per continuare a crescere, per creare buona e stabile occupazione e mettere le nostre imprese e i nostri territori di competere sui mercati internazionali».

A Bonaccini fa eco il sindaco di Bologna e della città metropolitana, Virginio Merola: «è un iter faticosissimo, ma le nostre comunità hanno bisogno di una prospettiva. E’ imbarazzante quanto sta accadendo, perché siamo di fronte a progetti di opere già finanziate, in un momento in cui stiamo entrando in recessione e abbiamo invece bisogno di dare sviluppo e pensare al futuro. Oltre tutto quello che sta accadendo è profondamente anti-democratico perché non si è mai visto un atteggiamento del genere da parte di un Governo verso degli enti locali liberamente eletti dai cittadini. È importante quindi dare un segnale, tutti assieme».

«Una situazione per noi incomprensibile – incalza il presidente della provincia di ModenaGian Domenico Tomei -. Qui sta chiedendo solo di rispettare i territori. Lavoreremo insieme per fare pressione».

«Emerge un atteggiamento irrispettoso da parte del Governo – sottolinea il presidente della provincia di Reggio Emilia e sindaco del comune di CastellaranoGiorgio Zanni – anche nei confronti delle province, oltre che della regione, dei comuni, delle imprese, dei lavoratori e dei cittadini. Il distretto ceramico è uno dei distretti più importanti del nostro Paese con oltre 6,5 miliardi di fatturato e che esporta quasi l’85% di quello che produce sul territorio».

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