Federcasse, ribadita la centralità della rappresentanza

A Trento i vertici di Federcasse hanno incontrato il consiglio d’amministrazione della Federazione trentina della cooperazione e i presidenti e direttori delle Casse Rurali. 

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La riforma del credito cooperativo italiano coinvolge e modifica i rapporti associativi tra le varie componenti del sistema dopo la nascita delle due capogruppo Iccrea e Cassa Centrale Banca, che hanno assorbito una parte delle attività che un tempo venivano svolte dalla componente associativa. In particolare, è stata confermata la funzione di rappresentanza e tutela di Federcasse, la federazione nazionale, e in alcune federazioni locali si stanno ridefinendo il loro ruolo e le loro attività.

La visita a Trento dei vertici di Federcasse alla Federazione trentina della cooperazione assume particolare importanza nel momento in cui si sta mettendo a punto il sistema della rappresentanza sia a livello nazionale sia locale. A questo proposito, la presidente della cooperazione trentina, Marina Mattarei, ha ribadito il ruolo della Federazione trentina che sui tavoli nazionali ha contribuito in maniera attiva collaborando con Federcasse nella proposta di miglioramenti normativi e regolamentari a favore delle Casse Rurali e Bcc, fornendo conoscenze e consulenza.

Il presidente di Federcasse, Augusto Dell’Erba, il vicario, Luca Occhialini, e il direttore, Sergio Gatti, incontrando sia il consiglio di amministrazione della Federazione che, succesivamente, le Casse Rurali, hanno tracciato il quadro dell’attività istituzionaledell’ente che in questi anni di grande trasformazione ha saputo mantenere equilibrio e competenza nel gestire i rapporti con le istituzioni, in particolare gli enti di vigilanza, e la politica.

«La riforma come è stata attuata – ha affermato Gatti – è molto diversa da quella che era stata disegnata in un primo momento da legislatore, poi riscritta con un inedito metodo di coinvolgimento della categoria tramite Federcasse. Tutti insieme abbiamo tutelato un “bene pubblico” garantito dalla nostra Costituzione, la mutualità della cooperazione. In particolare, solo negli ultimi cento giorni del 2018 sono stati approvati tre provvedimenti che hanno “scolpito” il profilo di diversità delle Bcc e ulteriormente rafforzati i caratteri di tutela della mutualità presenti nella riforma».

Le Bcc e Casse Rurali nei dieci anni della crisi hanno aumentato i soci del 37%, gli impieghi ai soci del 12%, contribuendo alla risoluzione di banche esterne al sistema per 559 milioni di euro. Nonostante questo, la qualità del credito è sempre stata mediamente migliore rispetto alle altre banche nei settori tipici: famiglie, micro, piccole imprese e non profit.

«Oggi e ancor più domani, Federcasse – ha proseguito Gatti – ha nella tutela e rappresentanza di interessi e sviluppo della cooperazione bancaria uno dei propri elementi strategici, insieme all’analisi normativa, l’elaborazione di strategie di policy regolamentare, revisione cooperativa, promozione della cultura e tecnica bancaria».

Incalzati dalla presidente Mattarei e da alcuni presidenti di Casse Rurali sul ruolo di “terzietà” di Federcasse rispetto alle due capogruppo nazionali, sia il presidente Dell’Erba che il vice Occhialini hanno ribadito l’assoluta imparzialità dell’ente, fondamentale per garantire una rappresentanza unitaria tra tutte le componenti del sistema.

Alla domanda se Federcasse sarebbe disponibile ad una mediazione tra le due capogruppo rispetto alle questioni tutt’ora aperte, Dell’Erba ha risposto che, di fronte ad una richiesta specifica e con precise “regole di ingaggio”, la disponibilità c’è.

Sul tavolo nell’interlocuzione tra Federcasse e le Rurali, anche l’adesione diretta delle Rurali e Bcc alla federazione nazionale. «Le proposte sono molte – ha risposto Dell’Erba – troveremo il modo di formulare regole che rispettino le esigenze di tutti».

Altro tema molto caro alle Casse Rurali riguarda la proporzionalità delle regole in base alla dimensione degli istituti, attualmente uguale per tutti. Una regolamentazione eccessiva che comporta costi altissimi per le Rurali in termini organizzativi e di risorse umane.

«Si è trattato di un incontro importante – ha commentato Mattarei – perché ha consentito un dialogo diretto tra le Casse Rurali e Federcasse, molto utile per chiarire meglio il quadro di riferimento e le prospettive del sistema a seguito della riforma. In realtà c’è stato un riconoscimento diffuso sul ruolo delle Federazioni per garantire l’unitarietà del sistema. Un obiettivo cui anche la Federazione trentina ha dato e continuerà a dare il proprio contributo, perché l’unitarietà è un valore per tutta la cooperazione».

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