Bologna ospiterà la direzione dell’Osservatorio astronomico CTA

Entro la fine del 2020 la sede nel capoluogo felsineo della più grande rete al mondo per studiare l'Universo nei raggi gamma. 

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Osservatorio astronomico CTA

Un altro progetto internazionale troverà presto sede in Emilia Romagna, che si candida sempre di più ad essere centro nevralgico della ricerca con la direzione e sede amministrativa dell’Osservatorio astronomico CTA (Cherenkov Telescope Array), il più grande e più sensibile osservatorio per raggi gamma al mondo, con una rete di 118 telescopi per studiare l’Universo violento, sarà istituita entro la fine del 2020 a Bologna sotto forma di un Consorzio europeo per le infrastrutture di ricerca (ERIC).

Dopo il Data center del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Ecmwf) nell’area del Tecnopolo, Bologna diventa sede di un’altra istituzione di livello internazionale. I dati raccolti dai telescopi, collocati per la maggior parte nelle Ande, in Cile e sull’isola di La Palma, nelle Canarie, saranno distribuiti dal data center di Zeuthen, in Germania, ma la sede centrale dell’organizzazione sarà a Bologna.

Il progetto CTA coinvolge l’Istituto nazionale di Astrofisica (INAF) e l’Istituto nazionale di Fisica nucleare (INFN): la sede dell’Osservatorio sarà ospitata all’interno dell’INAF – Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio  in un edificio condiviso con il Dipartimento di fisica e astronomia dell’Università di Bologna.

Dal 6 al 9 maggio, a Bologna, si svolgerà al teatro Duse il primo simposio scientifico organizzato dal CTA, evento destinato principalmente alla comunità scientifica internazionale, che si riunirà qui con un preciso obiettivo: condividere conoscenze sulle ultime generazioni di strumenti capaci di rivelare i segreti dell’Universo e suscitare sinergie nella nuova astronomia detta “multimessaggera”, l’astronomia basata sull’osservazione e l’interpretazione coordinata di diversi tipi di segnali “messaggeri”, come le radiazioni elettromagnetiche, le onde gravitazionali, i neutrini e i raggi cosmici, che essendo generati da processi astrofisici diversi possono rivelare informazioni complementari sulle complesse strutture astronomiche che generano i segnali.

In tale occasione si svolgerà anche un grande appuntamento aperto alla cittadinanza. Werner Hofmann, co-ideatore del progetto CTA, e i vincitori del premio Nobel per la fisica, Takaaki Kajita nel 2015 e Rainer Weiss nel 2017, faranno viaggiare il pubblico nell’Universo durante una serata intitolata “Can you hear me?” in programma per lunedì 6 maggio (ore 20.00). Un racconto dell’evoluzione del nostro modo di guardare all’Universo, a partire da Galileo, dalla cui prima osservazione sono passati esattamente 410 anni, fino ad arrivare alle più recenti metodologie di studio e alle nuove tecnologie e scoperte che spingono l’orizzonte della conoscenza sempre più in là.

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