Osteosarcoma, intervento 14 ore al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna

Salvato un paziente inoperabile di 40 anni colpito da un tumore rarissimo e molto aggressivo. A quattro mesi dall’intervento bilancio positivo. 

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osteosarcoma

Quattordici ore di un intervento per rimuovere un tumore finora ritenuto inoperabile come l’osteosarcoma delle parti molli. L’operazione, senza precedenti in Italia, è stata eseguita quattro mesi fa a Bologna su un paziente di 40 anni colpito da un tumore rarissimo e molto aggressivo, da un’equipe di chirurghi ortopedici dell’Istitutoortopedico Rizzoli e da cardiochirurghi e chirurghi toracici del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi.

Ora le condizioni del paziente risultano buone, sia dal punto di vista oncologico che cardiocircolatorio. Un risultato importantissimo, visto che la situazione, già molto seria, era aggravata da un trombo che dal braccio, dove era localizzato il tumore, si estendeva fino al cuore, e dal fatto il paziente aveva già subito un intervento, non radicale.

«Il tumore primitivo – hanno spiegato i cardiochirurghi del Sant’Orsola Davide Pacini e Luca Di Marco – aveva causato la formazione di una recidiva neoplastica, risultata poi all’esame istologico postoperatorio essere un osteosarcoma extrascheletrico ad alto grado di malignità, con completo coinvolgimento dell’atrio destro, della vena cava superiore, della vena anonima, della vena giugulare destra e sinistra e della vena azygos».

Per rimuoverlo, è stato necessario abbassare la temperatura corporea a 19 gradi e interrompere temporaneamente l’afflusso di sangue al cervello e a tutti gli organi: «questo ci ha permesso – proseguono Pacini e Di Marco – di rimuovere la neoplasia dalle strutture interessate e la successiva ricostruzione delle stesse. Sicuramente, la vasta esperienza nel trattamento della patologia aortica complessa e nei trapianti di cuore ci ha “facilitato” il compito. E’ stato comunque un intervento estremamente impegnativo».

La neoplasia si estendeva anche alla cavità toracica, per cui si rendeva necessaria anche la presenza del chirurgo toracico Giampiero Dolci. «La collaborazione con i colleghi cardiochirurghi nei trapianti di polmone e nelle patologie di confine e con gli ortopedici dell’Istituto Rizzoli nelle neoplasie polmonari con interessamento vertebrale è sempre esistita. La particolarità di questo intervento è il coinvolgimento di tutti gli specialisti chirurghi senza dei tempi specifici, una collaborazione continua per tutta la durata dell’atto chirurgico».

«Senza la presenza contemporanea in sala operatoria delle particolari specializzazioni dei nostri due ospedali, non sarebbe stato possibile affrontare una situazione così difficile», ha detto il dottor Massimiliano De Paolis, chirurgo ortopedico dell’Ortopedia Oncologica del Rizzoli, diretta dal professor Davide Donati.

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