Carige: la Bce approva il piano di salvataggio che vede protagonista Cassa Centrale Banca

I commissari pronti a convocare assemblea straordinaria. Serve quorum 20% soci e voto favorevole 2/3 presenti per approvare il piano di salvataggio. In caso contrario.

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La Banca centrale europea ha dato il via libera al salvataggio di Carige, penultimo tassello del complicato mosaico che dovrebbe portare al soccorso della banca ligure. Ora tocca ai commissari fare l’ultimo passo convocando l’assemblea dei soci per l’approvazione del piano.

Il supervisory board di Francoforte ha approvato un’operazione che vale nel complesso 900 milioni di euro: 700 in aumentodi capitale e 200 in emissione di un prestito subordinato. Alla ricapitalizzazione parteciperanno per 313,2 milioni lo Schema volontario del Fondo interbancario (Svi), per 63 milioni Cassa Centrale Banca (Ccb) e per 238,8 milioni il Fitd, che garantirà la tranche da 85 milioni riservata agli attuali azionisti. Il bond finirà invece “in pancia” a diversi soggetti: 100 milioni li sottoscriverà la stessa Ccb; 50 milioni, secondo indiscrezioni, andranno ad Amissima, società del fondo americano Apollo che si è già aggiudicata il comparto assicurativo della Cassa ligure; 13 milioni finiranno al Medio credito centrale e 20 milioni al Credito Sportivo.

Del piano di risanamento fanno parte anche la cessione pressoché integrale dei crediti deteriorati (3,1 miliardi) alla Sga (la controllata del ministero del Tesoro attiva nella gestione di crediti deteriorati) e una manovra di rilancio commerciale che dovrebbe consentire a Carige il ritorno alla profittabilità e sostenibilità di lungo periodo.

Uno degli accordi raggiunti tra le parti prevede poi che Svi e Fitd concedano a Ccb l’opzione di acquisto (con uno sconto di poco inferiore al 50%) sulla totalità delle azioni ordinarie della banca che saranno detenute dallo Schema e dal Fondo; l’opzione sarà esercitabile dall’istituto trentino nel periodo compreso tra il 1 luglio 2020 e il 31 dicembre 2021.

Nei prossimi giorni la struttura commissariale convocherà l’assemblea dei soci (la data più probabile è il 20 settembre) che sarà chiamata ad approvare o respingere il piano. Sarà quello il momento decisivo per il futuro di Carige. La famiglia Malacalza, primo azionista di Carige con il 27,55% del capitale, non ha ancora sciolto le riserve sul piano sottoscritto dai commissari Piero Modiano, Fabio Innocenzi e Raffaele Lener, e fra gli addetti ai lavori si sta radicando l’idea che le perplessità del socio siano nettamente superiori ai consensi. La precedente assemblea, quella dello “strappo” a sorpresa dell’industriale genovese, si era regolarmente costituita con il 41% del capitale rappresentato. Aldo Spinelli (1%) si è già detto pronto a fare la sua parte mentre Raffaele Mincione (sotto il 5%) forse non sottoscriverà l’aumento, ma ha garantito il suo appoggio all’operazione in assemblea.

Se dall’assemblea dei soci non dovesse arrivare una risposta positiva (è necessario che partecipi almeno il 20% del capitale e che dica “Sì” il 66% dei presenti) si aprirebbero le porte per altri scenari che potrebbero alla probabile risoluzione di Carige.

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