In 3 anni “Quota 100” taglia circa 76.000 operatori sanitari

Anaoo Assomed, potrebbero andare in pensione 38.000 medici. Fnopi, via subito 22.000 infermieri. 

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lea Sanità italiana fuga dei medici

Tra il 2019 e il 2021, “Quota 100” assesterà un deciso taglio alla schiera degli operatori sanitari: possono chiedere di andare in pensione tutti i dirigenti medici del Servizio sanitario nazionale (Ssn) nati tra il 1954 e il 1959: sei classi che corrispondono a 38.000 camici bianchi su 105.000. Sono le stime, anche in base ai dati Inps, elaborate dal sindacato medici e dirigenti sanitari del Ssn Anaao Assomed.

Tuttavia, spiega il segretario nazionale Carlo Palermo, si ritiene che ad uscire tra il 2019 e il 2021 saranno effettivamente 24.000 medici, circa 8.000 all’anno. Il freno sta nelle penalizzazioni del sistema “Quota 100”: a partire dalle limitazioni sulla libera professione, al divieto di cumuli, al taglio calibrato sul livello di contribuzione.

«E’ auspicabile che i medici che escono, vengano immediatamente sostituiti sfruttando il Decreto Calabria – dice Palermo – tenendo conto che già ora mancano nel Ssn 8.000 medici per via del blocco delle assunzioni. La mancata sostituzione degli 8.000 professionisti che andranno in pensione ogni anno e per tre anni creerebbe ulteriori vuoti nelle unità operative che si ripercuoterebbero sulla qualità e sulla quantità delle prestazioni sanitarie erogate ai cittadini».

Sempre tra gli operatori sanitari, non va meglio sul fronte degli infermieri. Secondo i calcoli del Centro studi della Fnopi(Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche), i potenziali aventi diritto ad andare in pensione da subito con “Quota 100” sono 75.000. Ma anche in questo caso le penalizzazioni del sistema dovrebbero portare un numero molto più basso di infermieri ad uscire, pari a 22.000 persone su un totale di 280.000 infermieri del Servizio sanitario nazionale. «A questi 22.000 – ha detto il portavoce di Fnopi, Tonino Aceti – vanno aggiunti 11.500 che escono per normale pensionamento, quindi si arriva a 33.500 infermieri in meno sul campo. Aggiunti ai professionisti che già mancano si arriva ad una carenza di 76.000 infermieri».

Secondo gli standard internazionali, negli ospedali il rapporto tra infermieri e pazienti deve essere di 1 a 6. «Se le uscite con “Quota 100” saranno come dicono le stime, in regioni come la Campania dove attualmente c’è 1 infermiere per 16-17 pazienti, si potrebbe arrivare a un rapporto di 1 a 19 –evidenzia Aceti -. Le Regioni maggiormente in sofferenza sono quelle del Sud, in particolare quelle in piano di rientro. Con un minor numero di infermieri sul campo, aumenta ovviamente il rischio per la salute dei malati».

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