Fondazione Dolomiti Unesco, la presidenza passa dal Friuli Venezia Giulia al Trentino

Tonina: «continuare l’opera di sensibilizzazione verso il patrimonio mondiale. Via ad un progetto per la rimozione delle strutture in disuso nell’ambiente montano». 

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reputazione turistica

La presidenza della Fondazione Dolomiti Unesco passa dal Friuli Venezia Giulia al Trentino, con Graziano Pizzimenti che ha consegnato il testimone al vicepresidente della provincia di Trento, Mario Tonina. Il cambio al vertice (che avviene a rotazione ogni tre anni tra le 4 realtà territoriali interessate dalle Dolomiti) è avvenuto a Cortina nell’ambito della seduta del consiglio di amministrazione.

Parlando delle linee guida del suo mandato alla guida della Fondazione, Mario Tonina ha indicato tre obiettivi: mantenere integro l’ambiente unico delle Dolomiti al fine di trasmetterlo alle generazioni future, una gestione comune del bene e creare consapevolezza del significato e delle opportunità offerte dal riconoscimento quale patrimonio Unesco.

Dopo due anni di rilevamenti condotti nelle singole province nell’ambito del progettoStrobs”, si ha un quadro complessivo della situazione riferita alle strutture in disuso presenti sul territorio delle Dolomiti Unesco. Si tratta di vecchi impianti elettrici, case cantoniere, ecc., non più utilizzate che costituiscono elementi di disturbo del paesaggio. «Ora, tenendo presenti i rapporti proprietari e la tipologia degli oggetti in disuso e del loro prezzo, si tratta di predisporre una lista delle priorità e di decidere se è possibile una rimozione ed eventualmente come» ha detto Tonina sottolineando come l’obiettivo del progetto «è contribuire a mantenere possibilmente intatto il paesaggio».

Tonina ha fatto anche un bilancio di quanto fatto nei 10 anni di riconoscimento Unesco alle Dolomiti avvenuto a Siviglia in Spagna: «deve essere motivo di orgoglio per il lavoro importante fatto in questi dieci anni, ma deve essere anche occasione per rilanciare l’impegno, per completare un lavoro significativo. E, per le Olimpiadi Invernali 2026, ci deve essere ancora maggior sensibilità e responsabilità su temi legati all’ambiente, alla sostenibilità e soprattutto a queste straordinarie bellezze che sono fragili. La “Tempesta Vaia” dello scorso anno ci ha insegnato che dobbiamo adottare e garantire attraverso atti politici specifiche attenzioni. Chi oggi ha questa responsabilità, io come presidente della Fondazione Dolomiti Unesco, ma a vario titolo tutti gli altri, dobbiamo fare delle azioni conseguenti. Il tema legato all’ambiente sarà sempre più importante, garantirà futuro al territorio di montagna: è da evitare, nel modo più assoluto, lo spopolamento. Le iniziative che cercheremo di coordinare e proseguire attraverso il lavoro della Fondazione Dolomiti Unesco, dovrà tenere in considerazione questo».

Tonina auspica anche un maggiore coinvolgimento con il settore agricolo: «dobbiamo rapportarci con coloro che quotidianamente lavorano in questi territori. E, permettetemi di dire che una categoria che ha garantito prospettiva alle zone di montagna è quella degli agricoltori, coloro che difendono il territorio, il paesaggio e la sua bellezza. Ecco quindi che anche le nostre azioni devono andare in questa direzione: questo sarà il nostro impegno, quello del consiglio d’amministrazione della Fondazione Dolomiti Unesco. Non mi sentirete mai parlare con “l’io” ma con il “noi”. Vorremmo garantire un gioco di squadra che tenga in considerazione responsabilità e consapevolezza. Se riusciremo a lavorare in questo modo sono certo che riusciremo a garantire futuro ai territori di montagna».

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