Padiglione Italia Expo 2020 Dubai: «indispensabile rivedere distribuzione degli spazi interni»

Bond: «se si vuole un maggiore coinvolgimento delle regioni (paganti) all’interno del padiglione, indispensabile concedere loro spazi fissi o a rotazione durante tutto l’evento». 

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padiglione italia expo 2020

Attorno alla progettazione del padiglione Italia all’Expo 2020 di Dubai, le regioni italiane interessate ad essere presenti all’evento hanno manifestato al commissario Glisenti e ai progettisti tutta la loro insoddisfazione, in quanto per loro non sono previsti spazi adeguati a fronte di una quota di partecipazione decisamente cara (oltre 300.000 euro, cui vanno aggiunti i costi per partecipare a forum, eventi di offerta enogastronomica, ecc.), visto che a fronte di tale investimento al momento è solo prevista una presenza in formato virtuale su uno dei tanti schermi del cosiddetto “White Space” o del “Belvedere” che propongono le caratteristiche dei territori italiani.

Una denuncia che ha sollecitato l’interesse del deputato bellunese di Forza Italia, Dario Bond che ha depositato a proposito un’interrogazione al governo per chiarire la faccenda.

«All’interno dei quattro piani del palazzone alto ben 26 metri che costituisce il padiglione Italia, a giudizio dell’interroganteè necessario prevedere spazi fissi fisici adeguati per le singole regioni o per i loro raggruppamenti che intendono presenziare all’evento – scrive Bond -. Una presenza che può essere, come in occasione dell’Expo di Milano, per tutti i sei mesi dell’Expo, oppure per due settimane. Una presenza che deve essere fisica e tangibile, in modo che ciascuna realtà del nostro Paese possa esporre il meglio della propria offerta».

Secondo Bond «in carenza di questi spazi, ben difficilmente le regioni potranno partecipare all’evento, così come chiedono gli organizzatori anche per coprire parte degli ingenti costi che il Paese sostiene per presenziare all’Expo 2020. Inutile spendere, tra una cosa e l’altra, circa mezzo milione di euro per una presenza di fatto insussistente».

I tempi per rimediare ci sono, secondo il giudizio del deputato bellunese: «si può prevedere attorno al “Belvedere” del primo livello e al secondo livello una serie di spazi da affittare alle singole regioni o a loro consorzi che possano essere personalizzati a piacere in linea con le caratteristiche dei singoli territori. Ci sono tanti spazi lasciati liberi, che possono essere validamente interpretati dalle singole regioni d’Italia (e dai migliori esempi d’imprenditorialità e di ricerca di ciascun territorio), giustificando così l’ingente somma richiesta e trasformando l’Expo un interessante volano di contatti con uno dei mercati più dinamici per il turismo e la manifattura italiana. I tempi sono ormai ristretti: tocca al Commissario agire in fretta per evitare di sprecare l’ennesima occasione di promozione internazionale del Paese».

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