Denominazione “Alto Adige” addio? E’ subito polemica tra italiani e tedeschi.

Pasticcio in Consiglio provinciale di Bolzano dove una “manina” inserire in una legge provinciale la sola denominazione tedesca “Südtirol” e per quella italiana “provincia di Bolzano”. Boccia: «si provveda subito a correggere l’errore o la legge sarà impugnata dal governo». Kompatscher: «errore materiale».

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alto adige cartello Sudtirol ist nicht Italien valico Brennero
Ancora polemiche sulla toponomastica in Alto Adige dopo la protesta del 2017 al valico del Brennero.

Nella provincia più settentrionale d’Italia, quel Tirolo del Sud o Südtirol o, ancora, provincia di Bolzano, è scomparso il termineAlto Adige”, facendo scattare subito una vivace polemica politica di stampo etnico tra le forse politiche italiane (di maggioranza e di opposizione) e quelle di lingua tedesca, maggioritarie in provincia di Bolzano.

Il motivo del contendere sta nell’approvazione da parte del Consiglio provinciale di Bolzano, del provvedimento che ha modificato il testo italiano del disegno di legge 30 sull’adempimento degli obblighi della Provincia autonoma derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea. Nella versione tedesca del testo esiste il termineSüdtirol”, ma in quella italiana il corrispondente termineAlto Adige”, è sostituito invece con “Provincia di Bolzano”.

Parte all’attacco Alessandro Urzì, consigliere provinciale dell’Alto Adige nel cuore – Fratelli d’Italia e coordinatore regionaledel partito di Giorgia Meloni: «esprimo un profondo sconcerto per la decisione assunta dal Consiglio provinciale di Bolzano di cancellare l’espressionealtoatesino” e “Alto Adige” dalla Legge definita “europea”. Perché non va bene? Perché “Alto Adige” è dizione imputata di “fascismo” dai secessionisti di Süd-Tiroler Freiheit. La proposta è di Myriam Atz Tammerle, ma approvata con leggerezza e scarso buon gusto anche dalla Volkspartei» accusa l’esponente della destra, l’unico ad aver votato contro il provvedimento, approvato con 24 voti a favore (Südtiroler Volkspartei, Südtiroler Freiheit e Freiheitlichen) e 5 astensioni (Pd, Verdi, Lega – molto imbarazzata – e Team Koellensperger).

Decisamente critica anche la leader di Fdi, Giorgia Meloni: «continua l’ignobile guerra di aggressione della Svp e dei secessionisti sudtirolesi all’italianità dell’Alto Adige. E’ vergognosa la decisione del Consiglio provinciale di Bolzano di cancellare le paroleAlto Adige” e “altoatesino”. Fratelli d’Italia chiede al Governo di rispondere con nettezza a questo inaccettabile affronto e di impugnare immediatamente questa scandalosa legge anti-italiana, che calpesta la Costituzione e la nostra storia».

Fratelli d’Italia non è la sola voce contraria al colpo di mano fatto passare dalla destra di lingua tedesca: anche Italia Viva, con la deputataparacadutatabolzanina Maria Elena Boschi, sostiene che «aver cancellato il termine “Alto Adige” dalla legge “europea” con un colpo di maggioranza è stato un grave errore. Mi auguro che si tratti di un caso isolato e che si possa porre rimedio. Sarebbe imperdonabile – sostiene la Boschibuttare via il lavoro che per anni la popolazione di lingua italiana, tedesca e ladina hanno fatto per rispettarsi reciprocamente e crescere insieme».

Il presidente altoatesino Arno Kompatscher getta acqua sul fuoco: «la denominazioneAlto Adigenon è stata abolita. Va ricordato che non sarebbe neanche possibile, visto che la denominazione della Regione Trentino Alto Adige Südtirol è sancita dalla Costituzione. Il provvedimento approvato – continua Kompatscher – riguardava semplicemente un comma della legge omnibus, nel quale la denominazione “Alto Adige” è stata sostituita con quella di “Provincia di Bolzano”». Il dibattito, prosegue Kompatscher, «riguarda il fatto che la dizione tedescaSüdtirolnon è stata modificata. Giustamente, va detto, è stato evidenziato che di conseguenza anche in tedesco andrebbe scrittoProvinz Bozen”. Così, però, non è stato fatto».

Sulla vicenda interviene il ministro agli Affari regionale e autonomie, Francesco Boccia, il quale comunica di aver «personalmente chiesto al presidente Kompatscher di intervenire sulla norma relativa al disegno di legge sulle “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi della Provincia autonoma di Bolzano derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea” perché è necessario rendere i testi italiani e tedeschi perfettamente identici e rispettosi della Costituzione. Se così non dovesse essere, la legge sarà impugnata dopo la sua pubblicazione».

L’esponente di Fratelli d’Italia Urzì intanto tiene palla annunciando «di aver depositato un disegno di legge, per il quale sarà richiesta la trattazione con procedura d’urgenza, per ripristinare immediatamente la denominazione ufficialeAlto Adige” nella legge “europea”. Se le dichiarazioni del presidente Kompatscher (che ha tardivamente parlato di errore per gettare acqua sul fuoco) sono sincere, non avrà difficoltà ad approvare la norma ed a riparare al danno compiuto».

Non fidandosi troppo delle reali volontà della maggioranza di lingua tedesca, Urzì prepara anche una sorta di piano “B”: «se questo non dovesse avvenire, con i nostri esperti stiamo valutando l’opportunità di presentare alla Corte dei Conti un esposto per danno di immagine subito dall’Alto Adige in tutto il territorio nazionale a seguito della scellerata decisione di abolire nel testo della legge cosiddetta (per paradosso) “europea” proprio le espressioni “Alto Adige” e “altoatesini”».

Secondo Urzi «tutta la stampa nazionale ha trasmesso l’immagine di una provincia di Bolzano rivolta al passato, chiusa in una politica da guerra fredda o anni di piombo, dove si colpiscono simboli e si rivendicano queste azioni revansciste con arroganza. Anni di campagne di promozione dell’Alto Adige e delle sue bellezze turistiche ed enogastronomiche danneggiate da una incomprensibile e gretta impuntatura legata all’idea di un primato culturale e linguistico di partiti come Suedtiroler Freiheit (dichiaratamente secessionisti) e Südtiroler Volkspartei (che ha abbandonato la linea della moderazione per inseguire quella della antistorica provocazione)».

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