Celebrazione per i 300 anni della fondazione del Porto franco di Trieste

Relazioni tra Friuli Venezia Giulia e Austria sono un’occasione per lo sviluppo dell’economia. 

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Porto Franco
Peter Kaiser, governatore land Carinzia, e l'assessore infrastrutture Friuli Venezia Giulia, Graziano Pizzimenti

Celebrati nel capoluogo giuliano i tre secoli dalla fondazione del porto nell’evento “Trieste Città-Porto: 300 anni di Porto Franco”, organizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con il comune di Trieste, la Camera di commercio Venezia Giulia, l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale, la Sezione commerciale dell’Ambasciata d’Austria in Italia, Advantage Austria, il Consolato onorario d’Austria per il Friuli Venezia Giulia e con il sostegno di Öbb Ferrovie Austriache.

«La fondazione del Porto franco di Trieste ha segnato una data fondamentale non solo per la città di Trieste, ma per tutta la nostra regione perché, dopo il grande sviluppo vissuto sotto l’Impero austroungarico, oggi è nuovamente al centro dell’attenzione internazionale e ha assunto una grande rilevanza nello scacchiere globale – ha detto l’assessore alle infrastrutture e trasporti del Friuli Venezia Giulia, Graziano Pizzimenti -. Un successo che non è frutto del caso, ma della lungimiranza di chi ha dato vita a questa struttura e della collaborazione tra le istituzioni, che la Regione continuerà a promuovere».

Pizzimenti ha quindi spiegato che «la sua collocazione nel cuore del continente, in un punto d’incontro tra le rotte marittime, ferroviarie e autostradali, rende il Porto di Trieste un hub fondamentale per l’Europa nord orientale. Per la crescita dei nostri porti, che devono essere visti in un’ottica di sistema, sono però fondamentali gli investimenti sulla rete delle infrastrutture, ampiamente sostenuti dalla Regione, e una gestione attenta e vigile da parte dell’Autorità di sistema portuale, come si è dimostrata quella attuale».

In merito agli investimenti cinesi e al progetto della “Nuova Via della Seta”, Pizzimenti ha confermato che «la gestione totalmente pubblica dell’Autorità di sistema portuale offre garanzie assolute sul rispetto della sovranità e degli interessi nazionali. Essere esclusi da questa partita sarebbe sbagliato perché i traffici e gli investimenti verrebbero semplicemente spostati su altre aree escludendoci dal mercato globale. Dobbiamo però stabilire un rapporto biunivoco, con vantaggi sia per la Cina sia per il Friuli Venezia Giulia e l’Italia. Il nostro obiettivo, oltre alla crescita economica, è l’aumento dell’occupazione e il miglioramento delle condizioni di lavoro».

Il convegno ha permesso di ricordare gli importanti passi compiuti per lo sviluppo del Porto di Trieste dalla sua fondazione avvenuta 300 anni or sono e il rapporto simbiotico tra lo scalo commerciale e la città, ma anche di confermare la volontà di potenziare e sviluppare il Porto, che oggi è al centro di un grande interesse internazionale.

Numerosi gli ospiti di rilievo sia italiani sia austriaci presenti nella sala del ridotto del Teatro Verdi di Trieste, tra i quali il vicepresidente della Camera federale austriaca dell’economia, Jurgen Roth, il Console onorario d’Austria per il Friuli Venezia Giulia, Sabrina Strolego e l’amministratore delegato di Obb, Andreas Mattha.

Intervenendo in apertura dei lavori, il presidente del Land Carinzia, Peter Kaiser, ha rimarcato l’importante ruolo passato, presente e futuro di Trieste nel contesto europeo e sottolineato la rilevanza della collaborazione tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia, consolidatasi grazie al Gruppo europeo di cooperazione territoriale (Gect) Euregio-Senza confini.

Antonio Paoletti, presidente della Camera di commercio Venezia Giulia, ha quindi spiegato che «Trieste, in queste ultime settimane, è tornata ad essere il centro del mondo. E lo è di nuovo anche per quella sua unicità che noi celebriamo oggi e che è parte fondamentale del suo Dna imprenditoriale: il Porto Franco. Trecento anni fa la lungimiranza dell’imperatore Carlo VI rese questa città baricentrica in Europa e nel mondo e oggi sempre questa lungimiranza rivista e attualizzata ai nostri tempi, viene interpretata e attuata come una sfida incredibilmente ricca di opportunità. Come presidente camerale, sono orgoglioso di far parte di questa squadra per il nuovo Risorgimento di Trieste, come vicepresidente delle Camere di commercio italiane vi assicuro che il nostro Paese ci sta guardando con grande attenzione e crede nelle potenzialità di Trieste».

Paoletti ha quindi osservato che «a chi in questi giorni ci vuole insegnare cosa dobbiamo fare, replichiamo con i fatti, con la storia, con la competenza, ringraziando per l’attenzione, ma rispondendo con fermezza che siamo capaci di agire nel rispetto delle leggi europee, italiane e del commercio internazionale, perché da almeno trecento anni sappiamo fare il nostro mestiere».

Il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino, ha quindi spiegato che «oggi celebriamo un momento storico straordinario, che è al contempo passato e futuro. La storia del Porto Franco è diventata in questo ultimo periodo di eccezionale attualità, rilevante non solo per Trieste ma anche a livello nazionale e internazionale. Ricordare questo passato ci aiuta a individuare con maggiore chiarezza le linee strategiche di sviluppo del Porto e della città di Trieste. Uno sviluppo che non può essere solo economico ma che deve essere anche culturale e relazionale e che si fonda su un’innovazione fondamentale, il ruolo dell’Autorità Portuale ovvero quello di creare valore e occupazione per le imprese e per il Paese. I due accordi che saranno firmati questo pomeriggio dall’Autorità con Öbb e Rfi e dall’Autorità con Rail Cargo Austria sono parte di questo grande progetto di sviluppo che porta Trieste nel cuore dell’Europa, con cui sussiste un legame fortissimo».

Il sindaco Roberto Dipiazza ha sottolineato il grande lavoro messo in atto per ottenere i migliori risultati dal recupero del Porto Vecchio. Non solo piani e progetti, ma cantieri già avviati: le opere di urbanizzazione dell’area, i sottoservizi da piazza Libertà, i lavori alle nuove rotatorie e alla viabilità (16 milioni di euro), senza dimenticare il nuovo Centro congressi che sarà pronto per Esof 2020 (con un investimento pubblico/privato di 11 milioni di euro) e ancora il trasferimento del Polo Museale al Magazzino 26 (33 milioni di euro). «Qui si parlava di Europa quando ancora l’Europa non c’era – ha detto il primo cittadino -. Se trecento anni fa Carlo VI, che oggi possiamo tranquillamente definire uno statista, ha avuto l’intuizione e la lungimiranza di creare una zona franca nel Porto Vecchio, oggi tutti insieme, con lo stesso comune impegno e la volontà di fare sistema, siamo chiamati a valorizzare e a elevare quelli che erano magazzini di merci in progetti concreti, in nuovi magazzini, in centri di idee e di sviluppo, per realizzare un nuovo rinascimento della città e del suo territorio. Il futuro di Trieste è già in atto – ha concluso Dipiazza -, oggi siamo al centro di interessi economici e commerciali che ci riportano in primo piano nei mercati internazionali. Sta a noi guidare questo sviluppo con responsabilità e intelligenza, per offrire prosperità e crescita alle nuove generazioni».

Oltre al convegno celebrativo, l’evento triestino ha avuto anche una ricaduta economica con una serie di incontri riservati alle imprese italiane e austriache nella sede della Camera di commercio della Venezia Giulia. Per l’assessore regionale Pizzimenti, «la celebrazione dei trecento anni di fondazione del Porto franco di Trieste non sono solo l’occasione per celebrare un passaggio fondamentale per lo sviluppo del capoluogo regionale, ma anche un momento di rafforzamento delle relazioni commerciali tra aziende del Friuli Venezia Giulia e austriache. Nel consolidamento dei rapporti tra le aziende regionali e quelle austriache unruolo strategico sarà giocato dalle infrastrutture logistiche e di trasporto, sulle quali la Regione sta investendo in maniera considerevole. Dobbiamo, infatti, garantire a chi insedia la propria azienda nella nostra regione e a chi commercia con le imprese locali, la possibilità di movimentare le merci in maniera veloce e sicura».

Complessivamente gli incontri d’affari effettuati sono stati 120 e l’iniziativa organizzata da Aries-Camera di commercio Venezia Giulia, Advantage Austria con la collaborazione del Consolato onorario della Repubblica d’Austria per il Friuli Venezia Giusta e il supporto di Öbb-Ferrovie austriache, ha rappresentato un importante momento di confronto tra imprenditori per la creazione di occasioni d’ affari, anche alla luce delle nuove opportunità create dalla portualità e dalla logistica regionale.

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il tavolo dei relatori del convegno

Il presidente della Camera di commercio Paoletti, ha evidenziato che quest’occasione «è particolarmente importante, in cui le imprese avviano o perfezionano collaborazioni e investimenti che porteranno affari e occupazione nei due territori. Oggi l’incremento dei traffici portuali è direttamente proporzionale allo sviluppo del contesto retroportuale, identificato sia in spazi sia in servizi, ed è questa direzione che, come Camera, abbiamo fortemente sostenuto l’espansione dell’Interporto di Trieste e il suo allargamento funzionale alle realtà regionale per creare un sistema logistico di livello regionale che possa competere con quelli europei e consentire a Trieste e al suo Porto di essere riferimento fondamentale per il tradizionale bacino di riferimento».

L’interscambio Italia-Austria è cresciuto nel corso del 2018 del 5,6%, sfiorando quasi i 20 miliardi di euro, con un buon bilanciamento tra importazioni ed esportazioni, segnato da leggera prevalenza dell’export italiano verso l’Austria (+6,7% nel 2018 rispetto all’anno precedente). Secondo i dati dell’ente camerale, dal punto di vista dei rapporti economici e d’interscambio tra il Friuli venezia Giulia e l’Austria, il 2018 ha fatto registrate una bilancia commerciale di circa 1,3 miliardi di euro, supportata da un ottimo risultato delle esportazioni del Friuli Venezia Giulia verso l’Austria, con un aumento di circa 92 milioni di euro (pari ad un incremento del 12% rispetto al 2017).

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