Le scuole trentine adottano le foreste ugandesi

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Le scuole trentine adotteranno le foreste ugandesi, raccogliendo così il messaggio delle Nazioni Unite, che hanno dichiarato il 2011 “Anno internazionale delle foreste”. Motore dell’iniziativa solidaristica è Assfron, l’Associazione Scuola senza Frontiere, che a Trento ha presentato obiettivi e piano operativo. La provincia di Trento contribuisce con un aiuto finanziario di 38.000 euro, con l’obiettivo di promuovere la raccolta nelle scuole (e quindi nelle famiglie trentine) di altri 12 mila euro circa. Il budget – al 100% – sarà destinato a progetti di riforestazione nella regione ugandese della Karamoja, dove opera il Vescovo trentino Giuseppe Filippi, garante del buon fine dell’operazione di solidarietà internazionale.

La presidente trentina di Assfron, la professoressa Marina Borlotti Nardelli, ha illustrato con passione il progetto: si tratta di mettere a dimora acacie su una superficie di 30 ettari, che contribuiranno a migliorare il saldo ecologico di un pianeta sempre più intossicato dall’ossido di carbonio. Non solo: le acacie producono gomma dando quindi opportunità di lavoro e sviluppo per le poverissime popolazioni locali. Il segretario di Assfron, Carlo Bridi, è pronto a un nuovo tour de force in tutte le oltre 150 scuole trentine, andando a sensibilizzarle una per una, accompagnandosi un illuminante video di mezz’ora, proponendo l’adesione al programma e l’impegno quindi nella raccolta di fondi per la creazione delle nuove foreste.

Pieno appoggio – e patrocinio – arriva dal Consiglio Regionale (c’era il vicepresidente Marco Depaoli) e dal Consiglio provinciale di Trento: il vicepresidente Claudio Eccher ha apprezzato la concretezza e l’operatività dell’iniziativa, affermando che il “microprogetto rappresenterà un prezioso segnale, un esempio replicabile da altre realtà per un circolo virtuoso a favore della promozione umana e dell’ambiente”. L’assessore provinciale alla solidarietà internazionale, Lia Giovanazzi Beltrami, ha garantito che ogni euro raccolto andrà a buon fine, all’interno di una logica solidaristica che non prevede solo l’elargizione al povero, ma anche l’ascolto delle altre culture e l’arricchimento della società trentina proprio attraverso l’apertura ai mondi esterni e pure lontani.