Dare a tutti gli alunni trentini della scuola dell’obbligo e superiore il “buono scuola” da spendere negli istituti prescelti

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Alessandro SavoiUna proposta della Lega Nord Trentino

Negli ultimi anni, le famiglie trentine hanno dimostrato di apprezzare sempre più la proposta didattica offerta dalle scuole private e paritarie. Nonostante tante famiglie fatichino a far quadrare i conti a fine mese, molte sono disposte ad ulteriori sacrifici per potere assicurare ai propri figli un’educazione di qualità e adeguati servizi formativi, tra cui spicca quello dell’orario continuato anche ai livelli d’istruzione superiore. Per non dire di avere un didattica adeguata al livello formativo dei propri figli, visto che uno dei fattori che sempre più spingono verso la scuola privata c’è quello che in tante scuole pubbliche il numero degli alunni extracomunitari con problemi di comunicazione causa la non conoscenza della lingua italiana o per l’inadeguata preparazione è ormai elevato, tanto da rallentare il nomale ciclo d’insegnamento. Un situazione di cui si è fatta interprete la Lega Nord Trentino per il tramite del suo capogruppo in Consiglio provinciale, Alessandro Savoi, che ha proposto con gli altri consiglieri del Carroccio una mozione con cui affrontare e risolvere queste problematiche.

Nell’attuale sistema formativo disponibile sul territorio della provincia di Trento, esiste una coabitazione tra l’offerta pubblica e privata, con punte di eccellenza e di crisi in entrambi gli ambiti. Secondo il capogruppo Savoi, “spingere per migliorare l’offerta formativa nel suo complesso è un imperativo per tutti, provincia di Trento in primo luogo, che deve farsi carico di politiche volte ad annullare l’attuale cesura esistente tra sistema formativo pubblico e paritario, in modo da mettere le famiglie trentine nelle condizioni di scegliere liberamente quale indirizzo formativo e quale scuola fare frequentare ai propri figli, a prescindere dal reddito goduto”.

Attualmente, il costo medio della retta nelle scuole paritarie a carico delle famiglie s’attesta a circa 1.600-1.800 euro all’anno: nonostante tale importo non sia esiguo, in molte scuole private di riconosciuta qualità della provincia di Trento c’è la coda per potere accedere ai servizi offerti, tanto che alcune famiglie preiscrivono i propri figli già in età prescolare con molti anni d’anticipo. Nelle 26 scuole paritarie attive in provincia di Trento, gli studenti iscritti sono oltre 4.000, pari a circa il 7% del totale, con molte richieste che rimangono insoddisfatte, nonostante l’aumento dell’offerta da parte dei singoli istituti.

“Per ovviare alle difficoltà che le famiglie trovano nell’iscrizione dei propri figli alla scuola paritaria e per avviare anche un sano processo di concorrenzialità e di riqualificazione della scuola pubblica, il cui calo qualitativo verificatosi negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti – sottolinea Savoi – crediamo utile e necessario che la Provincia si faccia parte attiva per avviare un processo di valorizzazione complessiva dell’offerta formativa, mettendo sullo stesso piano tutti gli istituti, pubblici e paritari, e le famiglie (a prescindere dalla loro condizione reddituale), offrendo a ciascun alunno frequentante la scuola dell’obbligo ed il quadriennio della formazione superiore un ‘buono scuola’ da poter spendere nell’istituto prescelto dalla famiglia sulla base dell’indole dell’alunno”. Secondo l’esponente leghista, questo sarebbe “un sistema che, da un lato, solleva (in tutto o in parte) le famiglie dagli oneri relativi al pagamento della retta e, dall’altro, attiva un meccanismo virtuoso di riqualificazione e di concorrenzialità tra i singoli istituti formativi per attirare gli studenti sulla base della loro offerta didattica, sulla qualità dell’insegnamento (che passa attraverso la qualificazione e l’aggiornamento degli insegnanti, la disponibilità di sussidi didattici e tecnici adeguati, il numero di alunni per classe, ecc.) e i servizi collaterali (disponibilità di tempo prolungato, servizio mensa, attività integrative, ecc)”. Un impegno non da poco, ma fondamentale secondo i consiglieri proponenti la mozione: “la qualità dell’insegnamento e della formazione delle nuove generazioni crediamo sia una sfida che la Provincia deve sapere cogliere e vincere, mettendo tutte le famiglie nelle condizioni di parità nell’accesso alla migliore formazione disponibile sul mercato”.

Per raggiungere questo obiettivo, i consiglieri della Lega Nord Trentino chiedono alla provincia di Trento di dotare tutti gli alunni della scuola dell’obbligo e del quadriennio superiore residenti con le loro famiglie ininterrottamente da 10 anni in Provincia di un “buono scuola” spendibile presso ogni istituto, che comprende tutti i costi che l’ente pubblico sostiene per la frequenza degli alunni nel sistema scolastico provinciale, pubblico e privato. Anche gli stessi istituti scolastici cambieranno così le loro modalità di funzionamento e di finanziamento, visto che la proposta prevede che le varie scuole si finanzino solo tramite la raccolta dei “buoni scuola” di cui sono dotati i vari alunni e di eventuali donazioni e sponsorizzazioni da soggetti privati. Se non è una quadratura del cerchio, poco ci manca.