La regione Veneto vara modifiche alle norme per l’edilizia

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riqualificazione energetica

Introdotto il fondo di rotazione per facilitare la realizzazione e il recupero di edifici per l’edilizia residenziale pubblica

Verrà modificata da parte della Giunta regionale del Veneto la ripartizione del fondo di rotazione destinato al finanziamento per la realizzazione, il recupero e l’acquisto di immobili di edilizia residenziale pubblica. La Commissione Edilizia abitativa, presieduta da Andrea Bassi (Ln), ha infatti dato parere favorevole all’impianto della proposta della Giunta, concordando però con l’assessore Massimo Giorgetti di innalzare la percentuale della quota destinata agli alloggi a canone agevolato.

 

Si tratta del Fondo costituito presso la finanziaria regionale ‘Veneto Sviluppo’ S.p.A. con una dotazione finanziaria di 25.419.534,91, che la Giunta aveva deciso di ripartire destinando il 30% (7.625.860,35€) per la realizzazione, il recupero e l’acquisto di alloggi di edilizia residenziale agevolata da destinare alla locazione a canone concertato, il 40% (10.167.813,81€) per la realizzazione o l’acquisto di alloggi di edilizia residenziale sovvenzionata da destinare alla locazione a canone sociale come previsto dalla legge regionale n.10 del 1996 e il rimanente 30% (7.625.860,35€) per la realizzazione, il recupero o l’acquisto di alloggi nell’ambito di programmi complessi.

“Su proposta del consigliere Franco Bonfante – precisa il presidente Bassi – abbiamo ritenuto di portare al 45% la quota destinata agli alloggi a canone sociale, abbassando nel contempo al 25% quella destinata all’edilizia residenziale agevolata. Questo perché, a causa della crisi economica, sono sempre di più le famiglie in difficoltà e che non riescono a pagare i canoni d’affitto richiesti dal mercato. Una scelta – sottolinea ancora il presidente – concordata con l’assessore Giorgetti, che si è reso disponibile a rivedere in Giunta i criteri di ripartizione del Fondo”. Soddisfazione è stata espressa anche dal vicepresidente della Commissione, Bruno Pigozzo (Pd), il quale ha sottolineato l’esigenza di riformare la legge 10: “è un impegno che ci eravamo assunti e che oggi si è reso quanto mai necessario, non solo per le diverse condizioni sociali rispetto al 1996, ma anche per i limiti gestionali che ha dimostrato la legge”.