Latterie turnarie, un aiuto dalla finanziaria della regione Friuli Venezia Giulia

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Claudio ViolinoOttimi risultati per la norma inserita in variazione di bilancio per l’ammodernamento delle strutture

Sette domande accettate, una spesa ammissibile pari a 657.638 €, per un contributo complessivo (corrispondente circa all’80% della spesa ammessa) di 526.110 €. Ottimi risultati per la norma inserita in variazione di bilancio lo scorso luglio e che ha permesso a sette latterie turnarie del Friuli Venezia Giulia di rimodernare le proprie strutture rendendole più efficienti e “mantenendo così un servizio importante per le comunità”. A dirlo è l’assessore alle risorse rurali, agroalimentari e forestali, Claudio Violino, da sempre molto attento alle attività legate alla zootecnia e alla trasformazione dei prodotti lattiero-caseari, che lo scorso luglio ha voluto inserire in finanziaria questa possibilità.

Alla scadenza del bando, lo scorso 23 settembre sono pervenute al servizio “Investimenti aziendali e sviluppo agricolo” della Direzione centrale Risorse rurali, agroalimentari e forestali, sette domande, tutte ammesse all’istruttoria. Ad oggi, risultano essere stati emessi – e registrati all’organo di controllo – tutti i decreti di concessione emessi a favore delle sette cooperative. Con gli stessi provvedimenti è stata anche disposta la liquidazione anticipata del 50% del contributo concesso, quantificabile in 263.055 €, cifra che con ogni probabilità è già pervenuta ai caseifici.

“Le nostre latterie rappresentano una grande ricchezza non solo gastronomica e rurale, ma anche sociale – commenta l’assessore – anche perché le latterie, purtroppo, nel nostro territorio sono sempre meno. Questo tipo di incentivi – prosegue l’assessore Violino – sono importantissimi per lo sviluppo dei nostri prodotti locali, attraverso l’ammodernamento delle strutture, per poter essere sempre più competitivi sul mercato”. L’assessore non ha escluso che nelle prossime settimane possa fare visita alle latterie interessate dal contributo, per poter vedere direttamente “sul campo” il lavoro dei casari che operano ancora sul nostro territorio.