Stasera a Bolzano e domani a Trento gli attesi concerti diretti dalla celebre bacchetta spagnola nell’ambito della 52. Stagione Sinfonica dell’Orchestra Haydn
Juan Crisóstomo de Arriaga può essere considerato, senza tema di smentite, una delle più grandi promesse della storia della musica. Una promessa purtroppo mantenuta solo in parte, poiché Arriaga morì a soli vent’anni, ancora più giovane di Pergolesi, Schubert, Mozart e Bizet. Nato a Bilbao nel 1806, bambino prodigio come violinista, andò a perfezionarsi a Parigi, dove studiò al Conservatorio con Baillot e Fétis, morendovi il 17 gennaio 1826, dieci giorni prima di compiere vent’anni. La sua opera comprende tre bellissimi Quartetti d’archi, pubblicati a Parigi nel 1824, una Messa, uno Stabat Mater, un’opera teatrale, Los esclavos felices, rappresentata a Bilbao nel 1820, e una Sinfonia.
Se l’Ouverture di Los esclavos felices, composta a soli tredici anni, pur accogliendo echi rossiniani, è ancora informata agli stilemi settecenteschi, la Sinfonia in re maggiore, nei classici quattro tempi, con i suoi chiaroscuri è uno splendido esempio di un (pre)romanticismo sui generis che può solo far rimpiangere la crudeltà di un destino che spezzò prematuramente uno dei più grandi talenti mai affacciatisi alla ribalta internazionale. Queste due ultime pagine dell’autore spagnolo saranno proposte dall’Orchestra Haydn martedì 6 dicembre all’Auditorium di Bolzano (ore 20.00) e mercoledì 7 dicembre all’Auditorium di Trento (ore 20.30) sotto la direzione dello spagnolo Jesus López-Cobos, al suo ritorno sul podio dell’Orchestra Haydn.