Il Veneto ha sciolto gli indugi: via libera al procedimento per la realizzazione della “Nuova Valsugana” e del completamento della “Valdastico Nord”

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Zaia: “iniziamo a fare sul serio per dare ai cittadini e all’economia risposte concrete”

Qualcosa finalmente si muove sul fronte delle opere pubbliche: dopo mesi di tira e molla, la giunta regionale del Veneto è finalmente uscita dagli indugi, dando il via libera ai procedimenti che porteranno alla realizzazione della “Nuova Valsugana” e al completamento della “Valdastico Nord”. A Sorpresa, il presidente della Regione, Luca Zaia, ne ha dato notizia: “oggi, portato fuorisacco, abbiamo dichiarato di pubblica utilità la proposta di finanza di progetto della Nuova Valsugana”. Questo l’annuncio di Zaia che ha aggiunto che “giovedì prossimo avviamo le consultazioni con i sindaci: da qui in poi si comincia a far sul serio”.

 

Secondo il presidente della giunta regionale, “un’opera pubblica è sempre una ferita sul territorio e vediamo di utilizzare questo tempo per parlare in maniera positiva con sindaci, amministrazioni, categorie, affinché il progetto sia opportunamente corretto rispetto alle istanze del territorio. Costruita la proposta definitiva, ci saranno gli altri passaggi, ma sempre nell’alveo del confronto con tutti i soggetti interessati. Vogliamo trovare con le amministrazioni locali le soluzioni migliori, perché il nostro obiettivo è fare le strade che servono al Veneto e corrispondano alle esigenze delle comunità locali: la Regione non vuole ‘scaricare’ le infrastrutture sui territori e in questi anni lo abbiamo sempre dimostrato. La Pedemontana è un esempio, ma lo è anche la Nuova Valsugana: questa è una strada che sostanzialmente non vedremo, perché dei suoi 18 km ben 11 sono in galleria”.

Una decisione che servirà per togliere dal cassetto anche i progetti relativi alla “Valdastico Nord”, che secondo i sindaci della Valsugana veneta e trentina sarebbe una soluzione più gradita ed alternativa alla “Nuova Valsugana”, in grado di fronteggiare meglio la mole di traffico attesa proveniente anche dalla nuova Pedemontana. Secondo Zaia, “sia la ‘Nuova Valsugana’ che la ‘Valdastico Nord’ non sono affatto infrastrutture alternative, ma complementari”. Quanto al completamento della “Valdastico Nord”, Zaia ha ricordato come “è nota la posizione del Trentino di totale chiusura, ma la speranza è l’ultima a morire. In ogni caso noi stiamo costruendo la nostra progettualità sulla Valdastico Nord e la proporremo quanto prima al Governo per una decisione finale”. Proprio dal nuovo Governo Monti potrebbe venire un’accelerazione al completamento della “Valdastico Nord, in quanto il ministro allo Sviluppo e alle Infrastrutture, Corrado Passera, non ha fatto mistero di volere puntare sulle opere pubbliche per rilanciare l’economia del Paese, probabilmente ponendosi nello stesso solco già tracciato da Passera banchiere, quando il neo ministro era al vertice di banca Intesa Sanpaolo, realtà fortemente impegnata nel campo delle infrastrutture nazionali.

Zaia non si è fermato alla “Valdastico Nord”, ma ha rilanciato anche su un’altra incompleta come l’Alemagna, da troppo tempo ferma alle porte di Belluno. “Il capoluogo bellunese e Monaco di Baviera distano tra loro solo 213 chilometri. L’alto bellunese è oggi un territorio isolato: immaginate cosa potrebbe diventare con un autostrada inserita correttamente nell’ambiente circostante in termini di connessioni, turismo ed economia” ha detto Zaia, ben sapendo che anche su questo fronte dovrà lottare non poco per attraversare la provincia di Bolzano, ferramente schierata contro il passaggio dell’autostrada in val Pusteria. Ma anche qui qualcosa potrebbe cambiare, visto che in Baviera si guarda con attenzione all’asse autostradale dell’Alemagna, che consentirebbe un collegamento più rapido con i porti dell’alto Adriatico e un alternativa all’asse del Brennero sempre più congestionato. Interesse pure dal Tirolo austriaco, che con l’Alemagna si vedrebbe gravato da una bella fetta di traffico. Probabile che le pressioni congiunte da sud e, soprattutto, da nord potrebbero fare mutare idea anche al presidentissimo dell’Alto Adige, kaiser Luis Durnwalder.