Le liberalizzazioni? Non sono taumaturgiche per la salute economica del Paese

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Giuseppe Bortolussi
Giuseppe Bortolussi

Giuseppe BortolussiBortolussi: “si parla tanto di taxi, farmacie, edicole, ma nessuno si ricorda di banche e di assicurazioni”

Liberalizzazioni “no grazie”. È la Cgia di Mestre a fare pollice verso contro la piena apertura al mercato per taxi, farmaci ed edicole, dopo l’ultima annunciata (e rientrata) tornata di liberalizzazioni proposta e ritirata dal Governo Monti. “Vuoi vedere che se il Paese rischia il collasso è colpa delle mancate liberalizzazioni dei taxi, dei farmaci di fascia C o delle edicole?” chiede provocatoriamente il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi. “In queste ore – prosegue Bortolussi – stiamo assistendo ad un vero e proprio attacco contro queste categorie. Ma è possibile che non ci sia nessuno che alzi un dito e chieda conto ad assicurazioni, banche, ferrovie o società di gas e autostrade sul fatto che le liberalizzazioni in questi ultimi 20 anni hanno prodotto aumenti esponenziali di prezzi e tariffe, recando vantaggi solo ai grandi potentati economici?”
Fatta questa considerazione, secondo Bortolussi “è forse un bene per i consumatori che i taxi rimangano contingentati e i medicinali di fascia C con ricetta medica continuino ad essere venduti solo nelle farmacie comunali”.

La Cgia sottolinea infatti come l’apertura al mercato di 11 beni e servizi di largo consumo negli ultimi 20 anni abbia dato luogo ad un flop. L’associazione artigiana sottolinea quello che ritiene il più clamoroso: le assicurazioni sui mezzi di trasporto, che dal 1994 ad oggi sono aumentate del +184,1%, contro un incremento dell’inflazione del +43,3% (le polizze in pratica sono 4,2 volte tanto) e nonostante il fatto che la mortalità sulle strade sia drasticamente diminuita. Male anche i servizi bancari/finanziari (costo dei conti correnti, bancomat, commissioni varie): dal 1994 al 2011 sono cresciuti mediamente del +109,2% – inflazione al 43,3% -, mentre i trasporti ferroviari sono saliti tra il 2000 e il 2011 del 53,2% (contro un aumento del costo della vita del +27,1%). Se per i servizi postali l’aumento delle tariffe è stato del +30,6%, pressoché pari all’inflazione tra il 1999 ed il 2011 (+30,3%), per l’energia elettrica la variazione delle tariffe ha subito un aumento più contenuto (+1,8%) rispetto alla crescita dell’inflazione (che tra il 2007 ed i 2011 è stata del +8,4%).

Solo per i medicinali e i servizi telefonici – afferma la Cgia – le liberalizzazioni hanno portato vantaggi economici ai consumatori: nel primo caso, tra il 1995 ed oggi i prezzi sono diminuiti del 10,9% (a fronte di un inflazione totale del 43,3%), nel secondo caso, tra il 1998 ed il 2011 le tariffe sono diminuite del 15,7% (inflazione aumentata del 32,5%).