Varato dal Consiglio il bilancio di previsione 2012 della provincia di Vicenza

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Attilio Schneck
Attilio Schneck

Attilio SchneckL’amministrazione Schneck lascia in eredità un ente sano e virtuoso

Con 21 voti a favore e due contrari è stato votato, dopo due giorni di discussione, il bilancio di previsione 2012 della Provincia di Vicenza. Riduzione del debito e delle spese per il personale, investimenti solo per le opere che il patto di stabilità permette di pagare, alienazione degli immobili di proprietà per recuperare fondi da investire nel territorio: è questo, in tre semplici concetti, il bilancio che segna non solo la fine del mandato dell’amministrazione Schneck, ma con tutta probabilità anche la fine delle Province, almeno nella forma e nella struttura che hanno finora avuto.

Per l’assessore al bilancio, Cristiano Sandonà, “difficile fare previsioni di bilancio quando il futuro è così incerto. La manovra è vaga e lascia tutte le decisioni a provvedimenti futuri. Intanto il nostro mandato scadrà a fine maggio e Vicenza verrà commissariata, rischiando la paralisi. Non penso sia questa la strada giusta per risanare l’Italia, ma viene chiesto agli amministratori provinciali di fare un ultimo sforzo e noi siamo pronti a farlo, per il bene di Vicenza e dei nostri concittadini”.

A confortare l’amministrazione di Attilio Schneck è la certezza di lasciare in eredità un ente virtuoso, con i conti in ordine e una struttura che funziona. “E un notevole patrimonio immobiliare da mettere in vendita – ha sottolineato Sandonà – per essere certi che quei soldi verranno investiti sul nostro territorio e non a Venezia o a Roma”.
Ma ecco i numeri contenuti nel bilancio di previsione approvato.

Il documento di previsione 2012 muove circa 160milioni di euro. Le entrate più significative sono costituite dall’imposta provinciale di trascrizione dei veicoli (22 milioni), dal Fondo Sperimentale di Riequilibrio che sostituisce l’addizionale sull’energia elettrica (14 milioni) e dall’imposta sulle assicurazioni per responsabilità civile auto (27 milioni). A proposito di quest’ultima voce, la provincia di Vicenza, per volontà del presidente Attilio Schneck, è tra le poche in Italia a non avere aumentato l’aliquota per non infierire su un bene di uso comune dei cittadini.

Passando alle spese, due sono le voci su cui è bene porre attenzione: i debiti e il personale. La spesa del personale è in diminuzione (-587.000 euro rispetto al 2011), dopo una razionalizzazione che dal 2007 ha comportato tagli dei dipendenti a tutti i livelli, dirigenti compresi. Quanto al debito, è passato da quasi 163 milioni di euro nel 2009 a poco meno di 127 milioni di euro a fine 2011. Il rapporto tra entrate correnti e interessi passivi è passato da quasi l’8% del 2007 al 4% del 2012, operazione che ha permesso di rendere meno rigido il bilancio e liberare risorse per poter attuare programmi previsti e rispettare al contempo i vincoli strettissimi che il patto di stabilità impone. “Operazione – ha precisato Schneck – che da sola avrebbe risanato l’Italia se fosse stata attuata da tutte le province, senza la necessità di ricorrere a manovre di “lacrime e sangue” e senza chiedere ulteriori pesanti sacrifici ai cittadini.”

La spesa per investimenti ammonta a 56,7 milioni di euro, di cui 37,3 in opere viarie, 17 in opere edilizie e 2 per la difesa del suolo. C’è però da fare i conti con il già citato patto di stabilità, sempre rispettato dalla virtuosa e responsabile Provincia di Vicenza, che nel 2012 permette di programmare circa 20milioni di euro di pagamenti in conto capitale, un valore in linea con quello del 2011, non abbastanza ampio per permettere nuovi importanti investimenti ma sufficiente per mantenere fede agli impegni contrattuali assunti con le ditte aggiudicatrici di lavori. Un punto, quest’ultimo, a cui l’amministrazione Schneck ha sempre posto particolare attenzione, nella convinzione che pagare i creditori sia non solo un obbligo di legge, ma anche un dovere morale se le aziende contano su questi soldi per restare in vita.

“Un bilancio di responsabilità – conclude Sandonà – di concretezza nella gestione delle competenze ma anche di attenzione al sociale e al lavoro, spesso due facce della stessa medaglia in un periodo nero per l’occupazione. Ciò che maggiormente mi amareggia è l’impossibilità di continuare ad erogare il contributo al trasporto pubblico che permetteva di abbattere del 50% il costo degli abbonamenti degli studenti. Dall’anno prossimo non ci saremo più e non lo potremo garantire, con il risultato che gli abbonamenti passeranno da una media di 250 a 500 euro. L’augurio è che il commissario che arriverà dopo di noi abbia la nostra stessa attenzione alle esigenze delle famiglie e degli studenti”.