Imu e nuove accise sui carburanti, riflessi negativi sul comparto agricolo

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Franco ManzatoManzato (regione Veneto): “la manovra del Governo Monti una coltellata sulla competitività del ‘Made in Italy’ alimentare”

Iniziano a farsi sentire gli effetti (negativi) della manovra “salva Italia” varata alla fine dello scorso dicembre dal Governo Monti, dove i tecnici hanno inflitto al malato grave una cura forse mortale. Sulla negatività dei riflessi della manovra è convinto anche l’assessore all’agricoltura della regione Veneto, Franco Manzato: “IMU e accise sui carburanti applicate alle attività produttive agricole sono una coltellata alla competitività del ‘Made in Italy’ e alle nostre produzioni più concorrenziali. Sono una tassa sulla produzione e sulla produttività dell’unico settore che finora ha saputo, anche suo malgrado, resistere alla crisi. La tassazione aggiuntiva per l’agricoltura imposta dalla manovra ‘salva Italia’ farà morire molte aziende, diminuendo la ricchezza prodotta e aumentando le importazioni”.
Manzato ha intenzione di ridurre il più possibile gli effetti nefasti della manovra sul comparto agricolo ed alimentare: “ne parlerò con il ministro delle politiche agricole, Mario Catani,a e interesserò le altre Regioni. Questo non è solo un problema veneto, ma di tutti. Sono imposte sul lavoro in quanto tale e sugli strumenti per renderlo produttivo. Di sicuro, non si tratta di una tassa sul reddito né sulla ricchezza né sul patrimonio. Di certo, l’enorme quantità di prodotti agroalimentari che già oggi entrano sulle tavole nostro Paese avrà un’ulteriore fattore di convenienza economica rispetto al ‘Made in Italy’ che il mondo ci invidia”.
La manovra impone un’aliquota dello 0,2% di base dell’imposta per i fabbricati rurali ad uso strumentale e dello 0,4% per le prime abitazioni rurali dei coltivatori diretti. Per i terreni agricoli il valore è ottenuto applicando un moltiplicatore pari a 120 di quello preesistente. Le nuove accise sui carburanti aggravano ulteriormente, e in taluni casi irrimediabilmente, il peso dei costi di produzione rispetto alla capacità di sopravvivenza delle aziende. “Per il solo carburante, le organizzazioni professionali – ricorda Manzato – valutano in circa 5.000 euro in più il costo per ciascuna azienda, con un rincaro che negli ultimi due anni è stato del 130%: dai 49 centesimi del gennaio 2010 agli attuali 1,13 euro, con effetti a catena”.
Manzato ricorda che “la stessa esistenza di un’azienda agricola è sempre motivo di sviluppo per il territorio, anche quando non produce reddito per l’imprenditore, come è successo spesso in tutti questi anni di crisi. E aggiungo che mi fa specie vedere che ci si rammarica per l’imposta sul rinnovo dei permessi di soggiorno, mentre si penalizza la sopravvivenza di decine di migliaia di aziende attive e dei lavoratori che vi operano”.