Dopo il caso delle protesi al seno PIP, dilaga il tema della tracciabilità dei dispositivi medici e delle protesi

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Evelino Signori

Evelino SignoriOdontotecnici di Confartigianato Veneto: “facciamo gli americani!”

“L’Italia faccia ‘l’americana’ e tuteli di più i suoi cittadini dai rischi che si possono correre nell’utilizzo di dispositivi medici e protesi”. Questa la richiesta del presidente regionale degli odontotecnici di Confartigianato Veneto, Evelino Signori, al neo Ministro della Sanità, Renato Balduzzi, perché approfitti del recente scandalo delle portesi al seno “difettose” PIP per mettere mano anche nel nostro Paese alla tracciabilità dei dispositivi medici e delle protesi, come avviene già da tempo negli Stati Uniti. Cautela che, in quest’ultimo caso, ha permesso agli Usa di rimanere immune dal “contagio” ed aver evitato l’obbligo di prendere contromisure drastiche come il richiamo e il reimpianto su donne già operate.
“In termini di salvaguardia della salute e diritti dei consumatori – prosegue Signori – dobbiamo iniziare a prevenire piuttosto che cercare di metterci una pezza all’ombra del periodico scandalo. Ricordo, in materia di protesi dentarie, che solo un anno e mezzo fa, sempre dalla Francia, è partito l’allarme delle dentiere “al piombo” a seguito del quale è infuriata la polemica sull’assenza, anche nel nostro Paese, di alcun tipo di garanzia che la propria protesi dentale sia stata fabbricata in Italia o in un Paese Europeo (e, quindi, da un’impresa soggetta alle norme sui dispositivi medici), ma nemmeno una ragionevole idea di quanto sia venuta a costare. L’ordinamento italiano in materia è volutamente carente perché non tenta nemmeno di interpretare in modo favorevole al consumatore i dettami della  direttiva comunitaria 93/42 concernente la tracciabilità dei dispositivi medici in generale”.
Per Signori “l’impossibilità di conoscere il nome del fabbricante, avere certezza che il prodotto è stato realizzato da un’impresa che rientra nel campo di applicazione delle norme sui dispositivi medici e la garanzia che il prodotto è stato realizzato e controllato durante tutto il suo ciclo di produzione è una lacuna gravissima che potrebbe essere sanata se il Governo facesse suo il ‘nostro’ punto di vista a maggiore garanzia dei pazienti e di trasparenza del mercato.
Peccato che dal Ministero si preferisca semplicemente tamponare la situazione piuttosto che cercare una soluzione strutturale per scongiurare la possibilità che certe situazioni si possano verificare anche in futuro. Questa é una occasione imperdibile per introdurre nel nostro ordinamento una disposizione normativa a tutela del paziente affinché abbia il diritto di ricevere la documentazione a garanzia della qualità e sicurezza del prodotto con le informazioni sulle sue caratteristiche nonché corredata dei dati del fabbricante che lo ha realizzato”.
La sicurezza per i cittadini che si sottopongono ad interventi di protesi è indispensabile e per Signori ciò si “attua con adeguate informazioni, per evitare che, unitamente alla crisi economica, si venga ad alimentare la ricerca di facili guadagni a scapito della salute del paziente”.