Al Teatro La Fenice di Venezia concerto dedicato a Giuseppe Sinopoli

0
759
Lothar Zagrosek

Lothar ZagrosekDirige Lothar Zagrosek. In programma musiche di Webern, Maderna, Perocco, Beethoven e Wagner

Venerdì 27 gennaio 2012 (ore 20.00) e domenica 29 (ore 17.00) si conclude al Teatro La Fenice la settimana di manifestazioni dedicate a Giuseppe Sinopoli con un concerto sinfonico (il terzo della Stagione sinfonica 2011-2012) diretto da Lothar Zagrosek, impegnato in questi giorni nella prima italiana di Lou Salomé del maestro veneziano.
In programma, accostate all’Ottava Sinfonia di Beethoven (primo appuntamento con il ciclo integrale delle nove sinfonie) e alla prima assoluta di “Ritrovamento di un Grave” di Filippo Perocco (nuova commissione della Fondazione Teatro La Fenice nell’ambito del progetto Nuove musiche alla Fenice), musiche di autori particolarmente cari a Sinopoli: “Im Sommerwind” di Anton Webern (di cui Sinopoli lasciò una memorabile incisione con la Staatskapelle di Dresda), “Biogramma” di Bruno Maderna (eseguito in prima italiana da Sinopoli nel 1976 al Teatro La Fenice e inciso nel 1979 con la NDR Sinfonieorchester di Amburgo) e in conclusione “L’incantesimo del venerdì santo” dal Parsifal di Richard Wagner, opera diretta da Sinopoli alla Fenice nel 1989, che gli ispirò il racconto autobiografico Parsifal a Venezia, appassionato omaggio letterario-musicale alla città lagunare.
Il concerto del 27 gennaio sarà trasmesso in differita da Rai Radio3; la pomeridiana del 29 gennaio rientra nell’iniziativa «La Fenice per la città» rivolta ai residenti nel comune di Venezia e promossa in collaborazione con le Municipalità.
Composto nell’estate 1904, “Im Sommerwind” è l’ultima composizione del giovane Webern scritta prima di iniziare gli studi con Schoenberg. Opera di apprendistato di un ventenne di grande talento innamorato di Wagner, Strauss, Mahler, Wolf (all’epoca Webern aveva pochissima simpatia per Brahms), Im Sommerwind (Nel vento d’estate) appartiene al genere del poema sinfonico e si ispira a una poesia del 1901 di Bruno Wille dedicata alla contemplazione della natura esaltata come rifugio di intatta purezza. Riscoperta negli anni Sessanta dal musicologo Hans Moldenhauer, ebbe la sua prima esecuzione, postuma, nel 1962, con la Philadelphia Orchestra diretta da Eugene Ormandy.
Composto su commissione della Eastman School of Music, “Biogramma” fu diretto da Maderna a Rochester nell’aprile 1972. Portato a termine subito dopo Aura, anch’esso per grande orchestra, si colloca nell’ultima, feconda e felicissima stagione creativa di Maderna, morto cinquantatreenne nel novembre 1973. Diviso in tre sezioni (A, B, C), allusive a una sorta di frammentato «diagramma» esistenziale, “Biogramma” è un’altissima testimonianza della straordinaria fecondità con cui si manifesta nelle opere di Maderna l’incontro tra rigore e libertà, attraverso un gusto personalissimo per l’invenzione del suono, una sensibilità timbrica di concretezza e forza di seduzione affascinanti, una curiosità onnivora e insieme un’intensità lirica nutrita di struggenti nostalgie di canto.
“Ritrovamento di un Grave” è il titolo della prima delle tre composizioni per orchestra ispirate alla musica di Johann Sebastian Bach che la Fondazione Teatro La Fenice ha commissionato a giovani compositori italiani nell’ambito del progetto Nuova musica alla Fenice. Il trevigiano Filippo Perocco (1972-), attivo a livello internazionale nei maggiori festival e con le maggiori istituzioni di musica contemporanea, si è ispirato per questa composizione al fitto tessuto polifonico di un frammento della Toccata, adagio e fuga per organo BWV 564, che ha decostruito e ricostruito attraverso una sorta di anastilosi, una tecnica di restauro con la quale si rimettono insieme, elemento per elemento, i pezzi originali di una costruzione andata distrutta.
Con l’esecuzione della Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93, composta insieme alla Settima nel 1811-12 ed eseguita per la prima volta a Vienna nel febbraio 1814, inizia il ciclo completo delle nove sinfonie di Ludwig van Beethoven che la Fondazione Teatro La Fenice proporrà nel corso della Stagione sinfonica 2011-2012. Unica delle sinfonie di Beethoven priva di dedica, l’Ottava si ricollega per molti aspetti (le dimensioni ridotte, la presenza di un minuetto anziché di uno scherzo) al Settecento di Haydn e di Mozart, allontanandosi dalla sublime urgenza contenutistica e dal titanismo eroico delle sinfonie precedenti: scelta deliberata, dimostrazione di un supremo dominio tecnico e formale capace di giocare con le forme in un’ottica di serenità e sorridente leggerezza.
Nella ricostruzione (forse tendenziosa) di Mein Leben, la prima idea di Parsifal (composto tra il 1877 e il 1882) balenò a Wagner nell’aprile 1857 nella quiete della nuova casa zurighese messagli a disposizione da Otto Wesendonck: aprendo le finestre il giorno del venerdì santo, l’incanto primaverile del primo sole e del risveglio della natura gli fece venire in mente un analogo passaggio del Parzival di Wolfram von Eschenbach, accendendo la scintilla creativa. Quella situazione poetica e drammaturgica (la coincidenza tra il prodigio della natura primaverile e il ricordo della crocefissione, vista così non come lutto ma come redenzione) confluì poi in un espisodio della prima scena del terzo atto che per la sua bellezza musicale e compiutezza orchestrale è divenuto uno dei più celebri estratti sinfonici del «dramma sacro», con il titolo “Karfreitagszauber” (Incantesimo del venerdì santo).