Regione Veneto, aggiornamento per gli operatori delle fattorie didattiche

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fattorie didattiche agrigioco 1Sono 232 le strutture attive in regione. Finozzi: “riuniscono la capacità d’innovare con la cultura rurale”

“Le fattorie didattiche in Veneto hanno dimostrato la grande capacità degli imprenditori agricoli di innovare e di comunicare se stessi e la cultura rurale. Sono aziende produttive che hanno deciso di valorizzare la tradizione agricola e di offrire le risposte vere su cibo e vita sani, contatto con la natura e legame con la terra, riscoperta di relazioni umane, concretezza, condivisione, solidarietà, impegno. La Regione è al fianco delle fattorie e le sostiene nel loro percorso”. Così l’assessore al turismo della regione Veneto, Marino Finozzi, si è rivolto agli oltre centotrenta operatori presenti alla Corte Benedettina di Veneto Agricoltura a Legnaro (PD), alla prima delle Giornate di aggiornamento organizzate dalla Regione sul tema “I buoni frutti delle fattorie didattiche del Veneto”.
Guidati da Margherita Rizzuto e Giuseppe Orefice, tra i massimi esperti del settore a livello nazionale, gli agricoltori protagonisti delle esperienze più significative e innovative hanno raccontato le loro storie, per trasferire le loro esperienze a quanti vorrebbero impegnarsi in attività simili: dai percorsi sensoriali per promuovere la conoscenza e il consumo di frutta e verdura nei ragazzi, al doposcuola e ai centri estivi per i bambini, dalle forme di didattica per adulti a progetti e collaborazioni con Enti pubblici e associazioni per creare una nuova rete di servizi sul territorio.
Le attività di aggiornamento, organizzate dalla Regione nell’ambito della formazione di quanti decidono di dedicarsi a questa particolare attività, proseguiranno nelle prossime settimane , fornendo a tutte le 232 fattorie didattiche iscritte all’Elenco regionale l’opportunità di partecipare a un momento di approfondimento e di confronto con esperienze diverse (visitando fattorie dell’Emilia Romagna e del Trentino), per migliorare la propria capacità di comunicare a tutti coloro che oggi cercano in fattoria una risposta al “bisogno di campagna”.