Al MAG di Arco (Tn) le «Composizioni astratte» di Roberto Floreani

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Floreani stellato

Floreani stellatoDopo la partecipazione alla Biennale Internazionale di Venezia nel 2009 e la mostra personale al MAGA di Gallarate del 2010, il veneziano Roberto Floreani espone al MAG-Museo Alto Garda, nella sede di Palazzo dei Panni, seicentesco edificio nel cuore di Arco. Dal 4 febbraio al 10 giugno 2012 la mostra raccoglie in un suggestivo percorso espositivo una trentina di opere di grandi dimensioni che tratteggiano la ricerca dell’artista a partire dalla fine degli anni Novanta. Considerato uno degli artisti di riferimento della sua generazione, Roberto Floreani (nato nel 1956 a Venezia) utilizza un linguaggio espressivo che combina progettualità e originalità descritte nelle forme di sagome geometriche che si intrecciano e si allargano sulle superfici materiche.

La pittura di Roberto Floreani “ripensa” una pratica pittorica creando un universo spirituale dove il segno descrive, al di là della rappresentazione, un possibile territorio di confronto. Dalle stesure ricorrenti degli impasti di colore nascono superfici dove le forme si saldano una sull’altra. Il profilo quasi calligrafico di elementi circolari, tratti ora dalla geometria ora dalla natura, che affiora da questi fondali, rimanda a linguaggi che appartengono a culture diverse. Sono tracce di flussi costanti che coniugano generosamente esperienze occidentali con quelle orientali – Roberto Floreani è infatti un esperto cultore di arti marziali. Il gesto del dipingere si ripete per accumulazioni e sottrazioni tracciando una sorta di mappatura, come se fosse possibile rendere visibile l’intensità di un mantra attraverso l’intricato disegno di un ordito prezioso. Nel percorso di Floreani c’è una forte attenzione alla dimensione cosmica, al Tutto: uno sdoppiamento quasi specchiante e riflettente dell’immagine, un perpetuo procedere per sequenze mobili, apparentemente semplici, fortemente in divenire grazie ad un affioramento di energia che sembra far palpitare il pigmento, evidenziando la possibilità del colore di trattenere, anche solo immaterialmente, la luce che scivola tra le forme caleidoscopiche.
Strato dopo strato si depositano informazioni e indizi, analisi prospettiche che sembrano sedimentare in quegli spazi che Floreani ritrova nelle ricerche sulla struttura della composizione espressa dalle avanguardie storiche di primo novecento rendendo leggibili i dettagli di una percezione dinamica. Vi si legge la volontà di esprimere il concetto di simultaneità dello spazio attraverso l’accostamento di frammenti, osservati attraverso una serie di sfaccettature, di griglie, come se si trattasse di prismi attraverso i quali gli elementi compositivi si articolano secondo geometrie ruotanti, scandite e analizzate nelle componenti di segno e colore definite nella loro possibilità di movimento. Segni concentrici circolari e squadrati riempiono le superfici articolando un dialogo tra la decorazione formale e la natura spirituale di tele e ceramiche che da sempre accompagna il lavoro dell’artista.
Correda il percorso espositivo una sala sulla scomposizione dinamica delle forme di derivazione futurista, avanguardia storica alla quale l’artista ha dedicato una ricerca ormai ventennale, che anticipa la mostra dedicata ad Umberto Maganzini, nato a Riva del Garda nel 1894 e morto a Firenze nel 1965, artista che condivide alla fine degli anni dieci la lezione futurista sulla ricerca plastico-dinamica degli elementi compositivi e al quale il MAG dedicherà una ampia retrospettiva a partire da giugno.