Tesoreria unica, la provincia di Treviso si oppone e ci guadagna

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Leonardo Muraro

Leonardo MuraroGrazie al differenziale di rendimento, la giunta Muraro guadagna in sole 24 ore 84.000 euro

Continua la battaglia da parte degli enti locali contro l’obbligo della tesoreria unica imposta dal Governo Monti per cercare di ridurre il fabbisogno statale a danno delle autonomie locali che verrebbero private di un’ingente mole di liquidità indispensabile per finanziare l’attività ordinaria degli enti. Oltre che ad essere bloccati, gli enti ci perderebbero anche finanziariamente, come dimostra la Provincia di Treviso, che ‘giocando’ sui tassi migliori dei Bot acquistati prima dell’ultima asta, ha guadagnato in sole 24 ore 84.000 euro, un rendimento ben superiore al tasso riconosciuto dal deposito della tesoreria unica presso Bankitalia.

Sono i primi frutti della delibera approvata la scorsa settimana con cui l’amministrazione trevigiana ha deciso di opporsi alla tesoreria unica, bollata come uno scippo pensato dal governo dei professori per dare ossigeno ai bilanci in rosso delle regioni del sud, investendo in titoli di Stato italiani il ‘tesoretto’ del fondo cassa della tesoreria provinciale. E’ lo stesso presidente, Leonardo Muraro, a spiegare l’operazione: “la Provincia ha investito 29.972.267,48 euro fino al 27 dicembre 2012, garantendosi l’incasso di 30.300.000 euro, cioè circa 328.000 euro di interessi”. Con la nuova asta infatti, il prezzo di 98,64 pagato dalla Provincia è salito, nel giro di 24 ore, a 99,92, quindi Treviso ha già guadagnato circa 84.000 euro in un giorno.

L’esponente leghista sottolinea il duplice risultato ottenuto: “siamo riusciti a trattenere qui i soldi dei trevigiani – dice soddisfatto, ricordando gli attacchi rivolti sulla questione al governatore della Campania, Stefano Caldoro – aiutando nel contempo lo Stato, dato che abbiamo investito in Bot”. Il tutto con un tasso attivo di rendimento pari a circa l’1,6% annuo, “ben maggiore – puntualizza – del modesto 1% annuo che il Governo Monti ci avrebbe voluto riconoscere, attraverso l’imposizione del regime di tesoreria unica, sulle nostre liquidità trasferite coattivamente in Banca d’Italia”.

Incoraggiata dal risultato, la provincia di Treviso annuncia di non volersi fermare qui: “continueremo ad agire nell’interesse dei nostri cittadini che vogliono che siano investiti sul nostro territorio le proprie risorse – dice Muraro -. Mi riferisco, ad esempio al modo con cui portare a casa finalmente ben 24 milioni di euro giacenti da anni nella casse dello Stato, i cosiddetti ‘residui attivi perenti’, che non sono altro che trasferimenti statali mai pagati dal 1998 alla Provincia di Treviso”. In attesa di lanciare la nuova offensiva, è deciso a ripetere l’esperimento Bot, ritenendolo “pienamente compatibile con il decreto Monti. A meno che il Professore non modifichi il suo stesso decreto – conclude – soltanto perché si è accorto che la provincia di Treviso ha ritenuto di interpretarlo e applicarlo a favore dei propri cittadini”.