Al via la XXVII edizione de “Itinerari Jazz”

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trentino jazzQuattro concerti a Trento con i protagonisti del jazz classico e moderno

Inizia a Trento la XXVII edizione de “Itinerari Jazz”, quattro appuntamenti con i grandi protagonisti di questo genere musicale che, nel tempo, ha allargato la schiera dei suoi estimatori.

Il pubblico a cui si rivolgono i musicisti presenti nel programma di “Itinerari Jazz” 2012, comprende un’area di appassionati e di curiosi che sapranno apprezzare il dualismo presente nell’improvvisazione e nel rigore formale del pianismo di Brad Mehldau, così come l’elegante energia espressa dal mondo musicale di Mike Stern. Prestigiosa, infine, la presenza italiana in questa edizione della rassegna dove al poetico lirismo senza epoca della tromba di Enrico Rava, seguirà la maestria interpretativa di Bruno Tommaso e della Bonporti Jazz Band alle prese con un interessante progetto dedicato alla musica di Gil Evans. Di seguito la presentazione dei quattro concerti della rassegna.

Domenica 11 marzo, ore 21.00, Teatro Sociale

BRAD MEHLDAU TRIO (USA)

Brad Mehldau pianoforte

Larry Grenadier contrabbasso

Jeff Ballard batteria

 

Una delle voci più liriche e intime del pianoforte jazz contemporaneo, Brad Mehldau ha tracciato un percorso unico, che ingloba l’essenza dell’esplorazione jazz, il romanticismo classico e il fascino del pop. Dal successo di critica come titolare di formazioni molto apprezzate, fino al riconoscimento internazionale nelle collaborazioni con Pat Metheny, Anne Sofie von Otter, Renee Fleming e Joshua

Redman, Mehldau continua a ricevere riconoscimenti e ammirazione sia da parte dei puristi del jazz che degli appassionati di musica in generale. La sua abilità nel fondere vari linguaggi musicali, sia nel trio con Larry Grenadier al contrabbasso e Jeff Ballard alla batteria, che nei lavori in solo, è sfo-ciata in brillanti rielaborazioni dei brani di autori contemporanei, come George Gershwin, Cole Porter, i Beatles, Radiohead, Paul Simon, e Nick Drake. Accanto a questo c’è il continuo ampliamento delle sue composizioni originali.

La personalità artistica di Brad Mehldau si alimenta dell’inarrestabile scambio tra culture diverse, si esprime in modo articolato e trova sintesi aperte nel rapporto tra la creazione istantanea, avventurosa dell’improvvisazione e il rigore della forma conclusa, dell’architettura perfettamente congegnata.

Una dicotomia che impregna tutto il lavoro del pianista, basata sull’attenzione profonda alle idee come si presentano nel loro fluire, e nel contempo sulla sorvegliata consapevolezza di una coerenza narrativa e di una solida struttura architettonica. Tutto ciò è sostenuto da un tocco sensibilissimo, in grado di esprimere un’ampia gamma di sfumature timbriche e dinamiche.

Il nome di Mehldau si è imposto all’attenzione internazionale fin dalla metà degli anni Novanta, quando il pianista, poco più che ventenne, registrò il primo capitolo di una serie intitolata “The Art Of The Trio”. Nel contempo aveva partecipato a una registrazione con due colossi del jazz come Lee Konitz e Charlie Haden, mentre pubblicava anche un notevole album in solo, “Elegiac Cycle”.

L’attuale trio rappresenta lo sviluppo di quello originario degli anni Novanta: oggi la gamma dinamica si è allargata, l’empatia è profonda e si raggiungono culmini di intenso vigore.

 

 

Lunedì 19 marzo, ore 21, Auditorium S. Chiara

MIKE STERN BAND with Special Guest DIDIER LOCKWOOD feat. D. WECKL & T. KENNEDY (USA-F)

Mike Stern chitarra

Didier Lockwood violino

Tom Kennedy basso elettrico

Dave Weckl batteria

 

Considerato uno dei migliori chitarristi della propria generazione, spesso nominato per i Grammy Awards e collocato ai vertici nei referendum della rivista Down Beat, Mike Stern deve la sua entrata sulla scena internazionale a Miles Davis. Era il 1981, e il trombettista aveva inserito Stern nel gruppo con cui sarebbe tornato ad esibirsi in pubblico, dopo un’assenza durata circa cinque anni. L’album del rientro di Davis, “The Man With The Horn”, vedeva Stern presente in un solo brano, ma nei dieci minuti di “Fat Time” il chitarrista originario di Boston mostrava con chiarezza le sue credenziali. Nel serrato dialogo con l’assolo della tromba e nel proprio intervento solistico, la brillante articolazione del fraseggio e lo smagliante nitore stilistico facevano trovare in lui alcuni fondamenti della chitarra moderna. Influssi che venivano da Wes Montgomery e da Jim Hall, ma anche l’aggancio diretto con un suo predecessore nei gruppi di Davis: John McLaughlin. Non mancavano i legami con l’acceso espressionismo rock di Jimi Hendrix. Il chitarrista resterà con Davis negli anni successivi, registrando altri album importanti, tra cui “We Want Miles” dell’81 e “Star People”, dell’83.

Attratto dalla chitarra fin dall’infanzia, Stern aveva studiato dal 1971 al ’75 al Berklee College di Boston, entrando in contatto con Mick Goodrick e con il coetaneo Pat Metheny. A ventidue anni, nel ’75, si unì ai Blood, Sweat and Tears, band di culto del periodo. La sua carriera successiva sarà segnata dalla fitta collaborazione con alcuni nomi di spicco della musica che fondeva jazz e rock, tra cui Jaco Pastorius, Mike Mainieri con gli Steps Ahead, Michael Brecker, Bob Berg. Con quest’ultimo diresse un quartetto che comprendeva Dennis Chambers alla batteria ed ebbe notevole successo internazionale fino ai primi anni Novanta.

Se sul versante del jazz elettrico e della fusion Stern ha enfatizzato le doti energetiche del proprio strumento, ha però sempre mantenuto la finezza di un’articolazione a tutto campo, collaborando con grandi stilisti come Jim Hall, Tom Harrell, Ron Carter, Jack DeJohnette, Lew Soloff. La band che Stern porta a Trento comprende lo straordinario violinista francese Didier Lockwood e il batterista Dave Weckl, già apprezzato agli Itinerari Jazz con Chick Corea.

 

 

Mercoledì 28 marzo, ore 21.00, Auditorium S. Chiara

ENRICO RAVA TRIBE (I)

Enrico Rava tromba

Gianluca Petrella trombone

Giovanni Guidi pianoforte

Gabriele Evangelista contrabbasso

Fabrizio Sferra batteria

 

Con il suo ultimo quintetto, Enrico Rava ha vibrato un nuovo affondo, in grado di colpire al cuore anche chi conosce molto bene le sue mosse artistiche e potrebbe immaginare di prevederle. In verità i percorsi del trombettista, pur sviluppandosi all’interno di mappe conosciute, mantengono l’imprevedibilità e l’instabile freschezza dell’atteggiamento incantato, della curiosa meraviglia. Nel corso degli anni lo stile di Rava ha reso matura e palpitante quella connessione tra lirismo e fuoco, che da sempre distingue il suo agire nella musica.

Il quintetto denominato “Tribe”, dall’album pubblicato lo scorso anno per l’etichetta Ecm, trova uno stimolo nuovo nella collaborazione che si è andata delineando in forma quasi spontanea, con storici compagni di percorso del trombettista, come il formidabile Gianluca Petrella, il cui trombone rappresenta un contrasto espressivo ruvido, che per certi versi ricorda la collaborazione di Rava con il grande Roswell Rudd. O come il pianista Giovanni Guidi, giovanissimo talento che come lo stesso Petrella in precedenza, proprio dalla collaborazione con Rava ha avuto occasione di farsi conoscere e apprezzare a livello nazionale. Ma pure un musicista veterano come Fabrizio Sferra, il cui drumming leggero e percorso da brividi melodici si adatta perfettamente all’espressività del gruppo. Proprio il terzetto della sezione ritmica, completato da un altro giovane di splendido talento come Gabriele Evangelista, si trova sintonizzato su un profondo senso lirico, fatto di suoni ma anche di silenzi e di spazi, che conferiscono alla musica di Rava la profondità di respiro di cui ha necessità.

E’ un grande piacere ascoltare questo quintetto nell’interpretazione di brani storici di Rava, come “Amnesia”, “Cornettology”, “Tribe”, “Planet Earth”, che insieme a nuove composizioni e intense improvvisazioni danno vita a un corpus di grande coerenza espressiva.

 

 

Mercoledì 18 aprile, ore 21.00, Teatro Cuminetti

La BONPORTI JAZZ BAND diretta da BRUNO TOMMASO

presenta

“Tributo a Gil Evans”

Una coproduzione tra il Centro serviziCulturali S. Chiara e il Conservatorio F. A. Bonporti di Trento

 

Il concerto della Big Band di Jazz del Conservatorio Bonporti torna a proporre la collaborazione tra l’Istituzione musicale trentina e gli Itinerari Jazz, che negli anni passati portò ad esperienze di grande valore didattico e artistico, coinvolgendo direttori del calibro di Carla Bley, Maria Schneider, John Surman, Kenny Wheeler, Muhal Richard Abrams e Roscoe Mitchell. Quest’anno il discorso riprende, coinvolgendo una compagine nata nell’ambito dei Corsi di Musica d’Insieme al Conservatorio, legati alla Classe Jazz di Roberto Cipelli. Abbiamo già avuto modo di saggiare l’ottimo lavoro dell’orchestra, nata nel 2009, anche in un concerto al Teatro Sociale dedicato alle musiche di Kenny Wheeler, con Paolo Fresu in qualità di solista ospite.

Ora la coproduzione realizzatata insieme agli Itinerari Jazz prevede un ambizioso progetto, affidato alla direzione di Bruno Tommaso e dedicato a Gil Evans, pianista e direttore d’orchestra del quale quest’anno ricorre il centenario della nascita. Tra gli innovatori più geniali del jazz contemporaneo, Evans creò nuovi colori e nuove formule per l’orchestra jazz. Fu protagonista con Miles Davis alla fine degli anni Quaranta di una pagina fondamentale del jazz moderno come “The Birth of The Cool”, dove erano coinvolti musicisti come John Lewis, Lee Konitz, Gerry Mulligan, Max Roach, Gunther Schuller. Successivamente creò per Davis le splendide orchestrazioni di opere come “Sketches of Spain” e “Porgy and Bess”. Il suo lavoro con l’orchestra fu proficuo e innovativo fino agli anni Ottanta, rappresentando sempre un punto di riferimento per la forza con cui univa la scrittura alla spontaneità dell’improvvisazione.

Bruno Tommaso, contrabbassista, fine arrangiatore e didatta esperto, è una figura chiave del jazz contemporaneo in Italia. Membro dello storico Gruppo Romano Free Jazz e del Modern Art Trio, ha lavorato con Franco D’Andrea, Enrico Pieranunzi, Giorgio Gaslini. E’ stato tra i fondatori della Scuola Popolare di Musica del Testaccio, il primo presidente dell’Associazione Nazionale Musicisti di Jazz, il primo presidente della Italian Instabile Orchestra. La sua attività didattica e di arrangiatore si è sviluppata nei conservatori, a Siena Jazz, Barga Jazz, al Centro Attività Musicali della Toscana.