Il Prosecco: risorsa del NordEst

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bicchieri prosecco FotoPaoloSpiga bassaris 1 1Produttori e regioni a confronto nella località Prosecco di Trieste per tutelarne la crescita

“Quella della verifica dell’andamento della produzione di Prosecco DOC è una partita strategica per l’intero sistema enologico ed economico del Veneto e del Friuli Venezia Giulia: stiamo conquistando nuovi mercati con un prodotto esclusivo e sempre più apprezzato, ottenuto anche grazie alla conversione di preesistenti vigneti ritenuti non altrettanto utili per l’immagine e il reddito delle realtà enologiche delle nostre due Regioni. Non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo consentire scivolamenti o fughe in avanti rispetto all’esigenza oggettiva di equilibrare aumento della produzione con aumento della domanda”. Lo ha ribadito l’assessore all’agricoltura del Veneto, Franco Manzato, nel corso della riunione svoltasi nella località Prosecco di Trieste, che dà il nome al vino, con il rappresentante del Friuli Venezia Giulia Luca Bulfone, direttore centrale della Direzione risorse rurali agroalimentari e forestali, il rappresentanza dell’assessore regionale all’agricoltura Claudio Violino impossibilitato ad intervenire per motivi di salute, il vicepresidente del Consorzio di tutela della DOC Giorgio Serena e i rappresentanti delle organizzazioni professionali delle due regioni.

Il Prosecco è il più affascinante fenomeno dell’enologia mondiale moderna: un vino solo del NordEst italiano, con salde radici nella storia ma innovativo, che sta conquistando i mercati dei cinque continenti. Secondo uno studio del CIRVE dell’Università di Padova, lo scenario del prossimo futuro prevede una crescita della domanda, ma anche un forte aumento della produzione. Per evitare squilibri ed evitare sovrapproduzioni che sarebbero rovinose per l’enologia dei territori interessati e per i produttori. Regioni e filiera hanno dato vita ad un progetto strategico, unico nel suo genere, per seguire l’evoluzione del Prosecco: lo scorso luglio è stata fissata una produzione complessiva di Prosecco DOC pari ad una superficie produttiva di 16.500 ettari nel Veneto e di 3.500 ettari nel Friuli Venezia Giulia. Nell’incontro svoltosi a Prosecco, regioni e filiera produttiva hanno confermato questa strategia e la volontà di rispettarne i contenuti: si continuerà dunque ad operare unitariamente, con l’obiettivo di assicurare un futuro che sia per tutti positivo, senza che eventuali turbative, da qualunque parte possano venire, rischino di compromettere decenni di impegno e di lavoro.

Strada del Prosecco 5 1“Il limite dei 3.500 ettari di vigneti per la DOC Prosecco per il Friuli Venezia Giulia è una soglia che abbiamo concordato insieme al Veneto – ha ricordato Bulfone – e va nella direzione di tutelare la qualità delle produzioni ed essere quindi anche una garanzia per il consumatore finale. Una cattiva gestione vanificherebbe i consistenti investimenti compiuti finora, con conseguenze pesantissime per la viticoltura e le imprese, riflettendo fatalmente sul posizionamento anche delle altre preziose produzioni vinicole dei nostri territori”.

“Ribadiamo l’assoluta necessità di mantenere il blocco degli impianti, come pattuito nel 2011 – ha confermato Serena, secondo il quale la presa di posizione del Consorzio non vuole essere un freno allo sviluppo dell’attività della filiera, bensì un’azione di controllo volta a garantire il perdurare di un valore economico importante, che fa capo a circa 8.000 produttori.

“I veri nemici del Prosecco – ha concluso Manzato – non sono qui, ma al di là dei nostri confini, ad esempio in Brasile, dove inseguono il nostro successo copiandoci il nome. Possiamo difenderci e proseguire in un mercato promettente ma sempre infido a due condizioni: che sappiamo noi per primi rispettare le regole della filiera puntando ad accrescere la qualità; che operiamo assieme, come sistema Prosecco e anche come Europa per contrastare le imitazioni e le malecopie, da qualunque parte provengano. E’ una responsabilità, per questa zona che è “di confine”, è una responsabilità per tutti noi”.