“Ubi Jazz” a Mirano e Spinea

0
584
Omar Sosa Paolo Fresu in Alma-9284 1

Omar Sosa  Paolo Fresu in Alma-9284 1Grande prestazione del gruppo di Paolo Fresu e del duo Fujii Satoko, Tamura Natsuki
di Giovanni Greto

Due concerti per pianoforte e tromba completamente diversi nella rassegna dei comuni del miranese. Il primo, nel confortevole Nuovo Teatro di Mirano ha proposto Paolo Fresu alla tromba e flicorno e Omar Sosa al pianoforte e alla tastiera Korg. Il duo iniziò a collaborare insieme nel 2006 con un concerto negli studi NDR ad Amburgo, da cui venne ricavato l’album ‘Promise’. Con il loro tour i musicisti stanno promuovendo l’ultimo CD, ‘Alma’, inciso per l’etichetta di Fresu ‘Tuk record’s’, nel quale compare anche il violoncellista brasiliano Jaques Morelenbaum. Il teatro è vicino all’esaurito e fin dal primo brano si avverte che agli strumenti acustici sono affiancati degli effetti elettronici creati da Fresu in tempo reale, percussioni, voci recitanti ed altre sonorità, preregistrate da Sosa.

Dunque, il duo a volte si moltiplica e sembra di ascoltare per lo meno un quartetto, tale è l’abilità dei due di interagire con numerose realtà sonore, vocalmente (Sosa) e con una limpida improvvisazione fischiettata (Fresu). Non ci sono presentazioni dei brani, una pratica ritenuta inutile da Fresu, che lo afferma proprio quando si sono appena tacitate le note di ‘Alma’, che ricorda melodicamente la popolare ‘La Bamba’, anche se poi si sviluppa in maniera del tutto diversa. Percussivo il pianismo di Sosa, comprensibile vista l’immersione nella musica del suo paese natale, Cuba e confermato nella scelta dei ritmi preregistrati in cui le congas eseguono interessanti ‘guaguancò’. Il grado di affiatamento fra i due fa sì che sembrano normali le ripartenze in perfetta sincronia o le improvvisazioni dell’uno che sfumano mentre l’altro si inserisce con estrema precisione. Fresu ha usato sia la sordina, sia si è espresso a tromba libera. Nel primo caso, non si può non andare con la mente ad un precursore di quel tipo di sonorità quale fu Miles Davis, amato, analizzato e interpretato dal musicista sardo. Bellissimo e quanto mai poetico, elegiaco, il timbro del flicorno, uno strumento ‘vintage’, con il quale alla fine Fresu ha dato un saggio della sua capacità di mantenere per lunghissimo tempo una nota, avvalendosi della respirazione circolare. 90 minuti sono trascorsi quasi senza accorgersene, ma c’è ancora il tempo per un bis. Un omaggio a Lucio Dalla, appena scomparso, attraverso una lirica esecuzione di ‘Caruso’. Botteghini con i CD in vendita, presi d’assalto a fine concerto, ed esauriti in un batter d’occhio.

In una piccola sala, che si potrebbe definire ‘off’, la coppia artistica e familiare giapponese formata dalla pianista Fujii Satoko e dal trombettista Tamura Natsuki, ha dato vita ad un set intenso di 66 minuti, con in scaletta sei brani di Tamura ed uno, il bis, di Fujii. Si ritorna indietro nel tempo ad un free-jazz naive, generoso, suonato con affetto dai musicisti, i quali, probabilmente, sono musicalmente cresciuti nei ribelli anni ’60. Il modo di suonare, di soffiare dentro il bocchino della tromba appare del tutto originale. Tamura non usa mai, anche se la si vede appoggiata ad un tavolino, la sordina. Fa uscire dallo strumento molti soffi, preme per far uscire solo un piccolo suono, inserisce soffiati disturbanti, non limpidi, pieni di saliva, ma assai espressivi. La moglie al piano percuote spesso le corde con dei mazzuoli lignei, sottili, quanto pesanti, e culminanti in una rotonda appendice. Utilizza anche piccole barrette rettangolari d’acciaio, ottenendo suoni striduli, ondivaghi, stoppa le corde con la pasta che si usava per le macchine da scrivere meccaniche – tipo lettera 35 -, ottenendo sonorità vicine al koto giapponese. E’ veemente nelle improvvisazioni, in una circolarità insistita, delicata nei lenti temi melodici, a tratti romanticamente classicheggiante. Il suo unico brano ‘Spiral staircase’, dà lo spunto a Tamura per un percussivo gramelot vocale che spiazza l’ascoltatore. Diverte con dei piccoli oggetti, acquistati nei ‘100 yen shop’, i nostri 1 euro, che emettono vagiti di neonati o di topolini più o meno disneyani e li utilizza quando la tromba tace, per colorare gli assolo di Fujii. Applausi sinceri ed atmosfera familiare.