Alto Adige, tre dei 24 rifugi passati dallo Stato alla Provincia dovranno essere completamente ricostruiti

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PAB Il progetto del nuovo rifugio Vittorio Veneto al Sasso nero 1Concorso d’idee per i rifugi Ponte di Ghiaccio, Vittorio Veneto al Sasso nero, e Pio Xl. Proclamati i vincitori. Investimento di 2 milioni di euro per ognuno dei tre interventi

A fine dello scorso gennaio, la Giunta provinciale di Bolzano ha deciso di affidarsi a progetti innovativi, dal punto di vista tecnico e architettonico, per ricostruire 3 dei 24 rifugi passati dallo Stato alla Provincia: quelli nelle peggiori condizioni di manutenzione. “In tutto l’arco alpino ci sono esempi innovativi in grado di coniugare modernità, tradizione, sostenibilità e rispetto del paesaggio – ha spiegato il presidente Luis Durnwalder – e abbiamo deciso di muoverci anche noi in questa direzione”. Il Dipartimento provinciale lavori pubblici ha dunque lanciato un concorso di idee che si è concluso ora con la proclamazione dei vincitori. La giuria era presieduta dal direttore del Dipartimento, Josef March, ed era composta da rappresentanti di CAI, AVS, ordini professionali di architetti e ingegneri, nonché esperti trentini e nord-tirolesi.

Per i rifugi Ponte di Ghiaccio (Selva dei Molini/Lappago) e Vittorio Veneto al Sasso nero (San Giovanni in Valle Aurina) si conosce già il progetto vincitore, mentre sul rifugio Pio XI (Curon Venosta) la decisione è stata rinviata al 18 giugno in quanto i due progetti ex-aequo non hanno convinto del tutto la giuria e dovranno dunque essere parzialmente rielaborati prima della scelta definitiva. In tutto, sono stati 24 (8 per ognuno dei 3 rifugi) i partecipanti al concorso di idee, con un investimento previsto di 2 milioni di euro per ognuno dei tre interventi.

Il progetto vincitore per il rifugio Ponte di Ghiaccio (60 posti letto) è risultato quello presentato dagli architetti brissinesi Matteo Scagnol e Sandy Attia: un edificio di legno a forma di L con un impatto paesaggistico ridotto al minimo. “Si tratta di una proposta abbastanza classica – ha spiegato Josef March – con la parte esposta al vento molto chiusa e una grande terrazza panoramica. C’è notevole attenzione al risparmio energetico grazie alla presenta di pannelli solari e fotovoltaici e all’utilizzo di una piccola centrale idroelettrica già presente”.

Il nuovo rifugio Vittorio Veneto al Sasso nero (50 posti letto) verrà invece spostato di un centinaio di metri più in alto rispetto all’ubicazione attuale per problemi geologici. Il progetto vincitore è quello presentato da Helmut Stifter e Angelika Bachmann di Falzes. “La loro è un’idea davvero innovativa – ha proseguito March – hanno proposto un edificio compatto, con poca cubatura, distribuito su quattro livelli e con un grande uso del legno sia all’esterno che all’interno. L’integrazione nell’ambiente circostante è ottima, e la grande vetrata panoramica rappresenta un valore aggiunto”.

Due, invece, i progetti selezionati per il rifugio Pio XI (60 posti letto): entrambi dovranno essere rielaborati nelle prossime settimane. Quello degli architetti Stephan Marx ed Elke Bachmann di Silandro non ha convinto del tutto la giuria per quanto riguarda una delle due facciate esterne (composta quasi esclusivamente da pannelli solari), mentre quello di Thomas Höller e Georg Klotzner di Merano prevede un intervento troppo invasivo nel sottosuolo. Tutti i 24 progetti che hanno partecipato al concorso di idee verranno prossimamente esposti in una mostra itinerante che farà tappa a Campo Tures, a Malles e nei tre comuni dove verranno effettuati gli interventi.