Al “Verdi” di Trieste “L’amico Fritz” di Mascagni

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Teatro Verdi amico fritz mascagni bozzetto di Lorenzo Fonda 1
Teatro Verdi amico fritz mascagni bozzetto di Lorenzo Fonda 1L’opera in programma dal 17 al 26 maggio

Assente da 25 anni dal cartellone lirico del “Verdi” di Trieste, andrà in scena dal 17 al 26 maggio prossimo L’amico Fritz, un’opera di Pietro Mascagni pervasa di malinconia, emozioni improvvise, amore inatteso e struggimenti inafferrabili e che narra una storia d’amore a lieto fine attraverso personaggi veri, ricchi di profonda intimità psicologica e senso appassionato della natura. Ed già una svolta, nell’ispirazione artistica del compositore, verso la commedia e l’idillio, a un solo anno solo di distanza dalla prima di Cavalleria rusticana e dei suoi presunti ideali veristici con cui aveva trionfato al Costanzi di Roma inaugurando la nuova corrente naturalistica del melodramma italiano fine Ottocento e della cosiddetta «Giovine Scuola». Come dire che tra Suzel, la protagonista di questa seconda opera di Mascagni, e Santuzza c’è una distanza abissale: il dramma “leggero” dell’Amico Fritz è infatti ben diverso nel suo significato umano dalla tragedia della Cavalleria.

“Con quest’opera – per dirla con Alberto Paloscia –Mascagni è tornato, per non abbandonarli più, ai vecchi mannequins del teatro melodrammatico italiano. Un senso più immediato e appassionato della natura, una più profonda, a modo suo, intimità psicologica dei personaggi, e a quella certa strana tristezza erotica, che se per un lato richiama alla memoria l’erotismo melanconico del settecento, per un altro è cosa tutta moderna e che, a ben guardare, si ricollega con quello stato ambiguo che fu chiamato dai letterati, neo-romanticismo”.

Mascagni abbraccia nell’Amico Fritz la causa della letteratura minore, mettendo in scena i modesti affetti borghesi narrati nel romanzo omonimo di Erckmann-Chatrian e apre le porte del melodramma della scuola naturalista a un nuovo genere, quello della “commedia lirica”.

Teatro Verdi amico fritz mascagni voulgaridou ale 1Mascagni cercava un “libretto semplice”, dove l’azione fosse tenue e inconsistente. Lo trova nella storia un po’ insulsa di un giovane scapolo benestante, Fritz Kobus, che vive in un ridente paesino della campagna alsaziana circondato da un gruppo di amici misogini e bontemponi. C’è anche un personaggio curioso, il rabbino David, che si picca di combinare matrimoni. E riuscirà a vincere anche l’ostinata riottosità di Fritz, che dopo aver sdegnato proposte su proposte, si lascerà finalmente sedurre dal candore e dalla dolcezza della piccola Suzel, la figlia del fattore. Il tutto immerso in paesaggi primaverili, resi ancora più leziosi dalla presenza di un menestrello zingaro, Beppe (che Mascagni affida a un mezzosoprano en travesti) che commuove i protagonisti con le sue malinconiche arie d’amore.

Si impegnano a sottolineare l’atmosfera crepuscolare del soggetto, oltre alle luci di Nino Napoletano, le scene di Lorenzo Fonda, autore anche dei costumi, la cui esperienza artistica e pittorica, lo ha portato da un lato, ad esporre in giro per il mondo approdando nel 2012 alla Biennale di Venezia, ma anche a dedicarsi al teatro, ad esempio con Giorgio Albertazzi a cui lo lega un’amicizia pluriennale e con cui ha portato in scena importanti lavori di prosa. Al Maestro Fabrizio Maria Carminati, che ritorna sul podio dell’Orchestra del Teatro Verdi, dopo il successo conseguito nella scorsa stagione nella direzione di Francesca da Rimini, è affidata la direzione e concertazione della compagnia di canto composta da Luciano Ganci, giovane tenore interprete del ruolo di Fritz, reduce del recente successo salisburghese in Traviata, a cui si alterna Roberto Iuliano; entrambi debuttano sul palcoscenico del “Verdi”; Alexia Voulgaridou, già affermata nel panorama internazionale in particolare nel ruolo di Mimì con cui recentemente si è esibita con grande successo a Trieste, in alternanza con Patrizia Orciani nel ruolo di Suzel; Irini Karaianni ed Eufemia Tufano interpreti (en travesti) del ruolo di Beppe; Paolo Rumetz e Piero Terranova interpreti del ruolo di David e inoltre, Max Renè Cosotti (Federico), Andrea Vincenzo Bonsignore (Hanezò) e Letizia Del Magro (Caterina). Partecipa anche il Coro del Teatro Verdi preparato dal M° Paolo Vero.

Lo spettacolo è in scena al “Verdi” di Trieste dal 17 maggio con repliche il 20, 22, 23, 25, 26 maggio ed è preceduto il 15 maggio dalla prolusione all’opera a cura di Daniele Spini, critico musicale, saggista e musicologo che ha svolto anche le funzioni di direttore artistico presso prestigiose istituzioni musicali italiane, come ad es. il Maggio Musicale Fiorentino e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.