Rivitalizzare i centri storici favorendo il commercio

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FVG assessore regionale commercio sociale angela brandi 1Il Friuli Venezia Giulia punta con decisione sul mantenimento delle attività nel tessuto urbano

“Rivitalizzare i centri storici favorendo il commercio, perché è il settore che consente di evitare che le città si spengano e perdano il loro elemento d’attrazione”: lo ha affermato l’assessore regionale al commercio, Angela Brandi, intervenendo a Sacile, a palazzo Ragazzoni, al convegno “Le politiche regionali e le ricadute sul commercio: opportunità per il rilancio e la crescita”, organizzato dal Comune, dalla provincia di Pordenone e dalla Regione. L’obiettivo, per la Brandi, è sostenere le piccole attività commerciali, artigianali e di servizio, aiutandole a distinguersi dalla grande distribuzione, non in termini di concorrenza diretta, bensì tramite la qualità dei prodotti e dei servizi prestati alla clientela. E, in questo modo, ridare respiro alle attività economiche del centro storico o del quartiere, e valorizzare e rendere più vivibili i centri urbani, incentivando nel contempo le produzioni locali.

Uno strumento per favorire il raggiungimento di questo risultato, come ha affermato Brandi nell’auspicare che tale esempio possa essere seguito anche a Sacile, sono i finanziamenti per l’avvio dei Centri commerciali naturali e dei Centri in via (Cat). Si tratta dell’associazione di piccole attività, localizzate in un’area determinata del centro urbano (per esempio di un’unica via o una piazza), distinte tra loro, ma organizzate e gestite in maniera unitaria, anche attraverso azioni congiunte di promozione. A tali interventi (ne sono già stati concretizzati 16 in altrettante località del Friuli Venezia Giulia) saranno assegnate ulteriori risorse in sede di variazioni di bilancio. Accanto a ciò, la Regione ha sempre destinato le risorse finanziarie disponibili al rafforzamento della rete distributiva delle piccole e medie imprese commerciali, e mai a favore della grande distribuzione. Questa attenzione è testimoniata, secondo l’assessore, dai tradizionali interventi effettuati tramite il fondo di rotazione di settore che è gestito da Mediocredito, dal sostegno ai Congafi provinciali, dai finanziamenti erogati tramite fondi europei. E, proprio di recente, dai finanziamenti per i piccoli investimenti da realizzare attraverso i Cat.

Brandi, in apertura, aveva tracciato la fotografia dello stato del commercio nel Friuli Venezia Giulia, e nel Sacilese in particolare. In regione, nel commercio sono occupate circa 100.000 persone, con 14.421 nuovi avviamenti e 14.019 cessazioni (+402 posti di lavoro). Nel Sacilese, la superficie commerciale esistente è di 53.100 metri quadrati, dei quali 20.600 di vicinato e 32.500

della grande distribuzione, pari, complessivamente, al 9% dell’intera provincia di Pordenone. A fronte della crisi, ha poi specificato Brandi, la Giunta regionale ha stanziato complessivamente 68 milioni di euro per le politiche attive del lavoro, e anche in sede di variazioni di bilancio sono stati previsti 27 milioni di euro per le assunzioni, le stabilizzazioni, la creazione di nuove imprese e la formazione. Ma anche lo Stato, secondo l’assessore, ora deve fare la sua parte, velocizzando la burocrazia e intervenendo sulla fiscalità. Servono misure di rilancio e crescita.

Venendo a parlare delle norme sulla liberalizzazione degli orari e delle aperture comprese nel decreto “Salva Italia” del Governo Monti, esse hanno reso inapplicabile la normativa regionale sulle aperture domenicali. La Regione ha impugnato il provvedimento dello Stato, sostenendo la propria competenza primaria in materia di commercio. Inoltre, la direttiva Bolkenstein ha eliminato qualsiasi riferimento a limiti di dimensione e distanza rispetto all’apertura e ampliamento di nuovi centri commerciali, mantenendo esclusivamente i vincoli urbanistici dei rispettivi Piani regolatori generali. Occorre nel merito, secondo la Brandi, cogliere lo spirito della riforma. E opportunità come quelle offerte dall’autoregolamentazione: la legislazione vigente concede infatti discrezionalità ai singoli operatori commerciali di scegliere sulle aperture domenicali.

In apertura del convegno, introdotto dal dirigente del settore politiche del lavoro della provincia di Pordenone, Gianfranco Marino, il sindaco di Sacile, Roberto Ceraolo, nel ricordare il ruolo fondante del commercio per la città del Livenza, ha tracciato la storia dell’occupazione nel Sacilese, caratterizzata dapprima dal trasferimento dei lavoratori dalle campagne all’industria metalmeccanica (Zanussi), poi all’industria del legno-arredo. E per adeguare i servizi al mutamento della realtà occupazionale del territorio, l’operatività del Centro per l’impiego di Sacile è stata allargata all’ambito del Distretto del mobile.

L’assessore comunale al commercio, Arianna Sabato, ha quindi introdotto i lavori, ricordando che il convegno si poneva quale occasione di confronto tra la Regione e gli addetti ai lavori, gli operatori del commercio, turismo e terziario dei comuni dell’area (Budoia, Brugnera, Caneva, Fontanafredda, Pasiano, Prata di Pordenone, Polcenigo, Sacile), ovvero di un territorio che è a forte vocazione commerciale. Il presidente della provincia di Pordenone, Alessandro Ciriani, ha poi tracciato un quadro puntuale della situazione occupazionale nel Sacilese, dove, nel 2007, la disoccupazione era al 2,7%. E, mentre nel 2007 erano stati registrati 1.350 nuovi posti di lavoro, nel 2011 i dati sono invertiti: 220 posti di lavoro in meno. Le iniziative della provincia di Pordenone hanno nel frattempo permesso di avviare al lavoro nel Pordenonese, nel 2011, attraverso incentivi specifici, 3.200 persone. E’ seguito il dibattito al quale sono intervenuti rappresentanti degli operatori commerciali, dei lavoratori, delle autonomie locali, mentre era presente il consigliere regionale Santin.