Benessere delle galline ovaiole: dalla riduzione dei tempi d’adeguamento danni agli allevamenti

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franco manzato
franco manzatoManzato: “non si può cambiare in corsa i termini senza penalizzare ingiustamente il settore”

“Gli operatori agricoli, in questo caso gli allevatori, non possono essere costantemente vittime d’indecisioni e ripensamenti nell’applicazione di norme e direttive che influiscono pesantemente sulla loro attività. Qui stiamo giocando con la sopravvivenza delle aziende e, di conseguenza, sulla qualità dei prodotti che arrivano sulle tavole dei consumatori”. E’ preoccupato l’assessore veneto all’agricoltura, Franco Manzato, per la decisione di anticipare alla metà del 2013 il termine, inizialmente previsto per la fine del 2014, entro il quale gli allevatori di galline ovaiole debbono provvedere agli adeguamenti in materia di benessere animale disposti dall’Unione europea.  

Manzato, con i colleghi assessori all’agricoltura delle Regioni Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, ha inviato al Ministro delle politiche agricole, Mario Catania, una lettera per sollecitare una soluzione ai gravi disagi che tale anticipazione dei tempi comporterà.

“Stiamo parlando di investimenti consistenti e impegnativi – prosegue l’assessore – a cui dovranno far fronte le aziende, in un periodo di crisi che sta già seriamente minacciando la loro attività. E stiamo parlando di imprenditori che, con senso di responsabilità avevano intrapreso un percorso di adeguamento alle misure previste dalla normativa europea per garantire il benessere animale, pur considerandole, e io concordo con loro, eccessive. Ma è intollerabile che si cambino in corsa le regole del gioco, obbligando gli operatori a completare in metà tempo quello che era già stato pianificato di realizzare entro una determinata data”.

“Sia chiaro, poi, che se a essere pesantemente penalizzate sono innanzi tutto le aziende di allevamento, a rimetterci sono anche i consumatori – conclude Manzato – che in caso di una diminuzione della quantità di prodotto dovranno fare i conti con l’innalzamento dei prezzi. Inoltre, i vincoli e le restrizioni imposte a livello comunitario faranno sì che a fronte di una possibile riduzione di uova non solo venete ma anche italiane ed europee, a invadere i nostri mercati saranno quelle importate dai Paesi extracomunitari, come la Cina: mi chiedo: con quali certezze sulla loro qualità e salubrità?”