Passaggio di comuni dal Veneto al Friuli Venezia Giulia: discussione della legge al Senato già la prossima settimana

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Visita della delegazione veneto friulana al presidente della I Commissione affari costituzionali Vizzini dei comuni di Sappada e Cinto Caomaggiore con Franz e Toscani. La Lega Nord chiede pari trattamento per i 14 comuni veneti che vogliono passare al Trentino Alto Adige

La I Commissione Affari costituzionali del Senato esaminerà i disegni di legge sul passaggio dei comuni veneti di Cinto Caomaggiore e Sappada al Friuli Venezia Giulia già la prossima settimana. A confermarlo sono stati lo stesso presidente della Commissione, sen. Carlo Vizzini, e il relatore dei due provvedimenti sen. Stefano Ceccanti al presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Maurizio Franz, e al suo collega, vicepresidente dell’Assemblea del Veneto, Matteo Toscani, che guidavano una delegazione di cui facevano parte il sindaco di Cinto Caomaggiore Renato Querini con il consigliere comunale Gianluca Falcomer, e una delegazione di cittadini di Sappada promotori del referendum.

Vizzini ha messo in evidenza come le istituzioni debbano tenere in debito conto le volontà espresse dalle due comunità di Cinto Caomaggiore e di Sappada, che si sono concretizzate con i due referendum, ma ha anche sottolineato il peso che deriva dai pronunciamenti dei due Consigli regionali a supporto di quanto chiedono i cittadini. Sono storiche, geografiche, culturali, di affinità linguistica e non solo economiche le ragioni sulle quali si fondano le richieste dei due Comuni, hanno sottolineato Franz Toscani, ed è per questo che l’auspicio è che la volontà di tanti cittadini possa trovare una risposta positiva da parte delle istituzioni. La volontà di procedere speditamente con l’iter legislativo è stata confermata anche dai senatori Ferruccio Saro e Gianvittore Vaccari, primi firmatari dei due disegni di legge, che pensano di giungere al voto in I Commissione di Palazzo Madama già prima della pausa estiva dei lavori.

Franz e Toscani concordano sul ruolo che potranno avere questi due Comuni: “ci sarà il nostro massimo impegno per avviare in futuro nuove collaborazioni in ambito economico, turistico, culturale”. Franz e Toscani concordano inoltre sul ruolo che potranno avere questi due Comuni. “Ci sarà il nostro massimo impegno per avviare in futuro nuove collaborazioni in ambito economico, turistico culturale”, hanno convenuto. Il Toscani ha insistito, in particolare, sull’intenzione di redigere un progetto di valorizzazione del comprensorio che ruota intorno a Sappada, con il coinvolgimento della Comelico, della Carnia e possibilmente anche della Carinzia”. Idea, questa, condivisa e apprezzata anche dai referendari.

Il vicepresidente Toscani è impegnato anche su un altro fronte, quello dei comuni veneti che hanno chiesto di passare alle province di Trento e di Bolzano. Toscani, assieme al capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale del Veneto, Federico Caner, ha presentato una risoluzione sottoscritta da tutto il gruppo per il passaggio dei 14 Comuni referendari in Trentino Alto Adige. Per Toscani e Caner “nessuno è felice di vedere smembrato il territorio regionale, ma per i Comuni che chiedono di passare dal Veneto al Trentino Alto Adige o al Friuli Venezia Giulia si tratta di una questione di legittima difesa, ancorché spesso supportata da motivazioni storiche, contro l’asfissia provocata da uno Stato sempre più centralista e nemico delle autonomie locali. Non possiamo perciò che soddisfare queste richieste legittimate dal voto popolare e dall’articolo 132 della nostra Costituzione. Come già avvenuto per Sappada e Cinto Caomaggiore, l’aula si dovrà esprimere anche sugli altri quattordici Comuni che ancora attendono un pronunciamento da parte della Regione Veneto”.

La risoluzione presentata dal Carroccio chiede al Parlamento nazionale di procedere all’esame e all’approvazione di una legge che definisca il passaggio dal Veneto al Trentino Alto Adige dei Comuni di Lamon, Sovramonte, Asiago, Conco, Enego, Foza, Gallio, Lusiana, Roana, Rotzo, Cortina d’Ampezzo, Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana, Pedemonte. “Nella nostra risoluzione – aggiungono i due esponenti della Lega Nord – c’è anche un’altra richiesta, ancora più forte e pressante: il Governo e il Parlamento devono contestualmente concedere alla Regione Veneto quell’autonomia fiscale, amministrativa e legislativa indispensabile per attuare adeguate e più efficaci politiche perequative a favore dei territori di confine, al fine di ridurre le attuali differenze con le realtà a Statuto speciale”.

Per Caner e Toscani “deve essere chiaro a tutti che le responsabilità della valanga secessionista vanno addebitate a Roma e non a Venezia, e cioè a uno Stato che si ostina a produrre tagli lineari, sempre a scapito degli Enti del Nord. E’ per questo che, nella nostra risoluzione, abbiamo evidenziato come le amministrazioni venete si contraddistinguano per una gestione assolutamente virtuosa della spesa pubblica. Non solo. Abbiamo anche messo in risalto quello che è il residuo fiscale della nostra regione, cioè la cifra che i veneti regalano allo Stato, peraltro senza alcun riscontro in termini di servizi e contributi: oltre 45.000 euro ogni giorno!” I due esponenti leghisti affermano infine come “non possiamo poi dimenticare che l’attuazione del federalismo fiscale si è bruscamente interrotta con la nomina dell’attuale governo, vanificando così tutti gli sforzi profusi dal nostro movimento per una responsabilizzazione di tutte le amministrazioni locali: quel che accade in questi giorni alla Sicilia dimostra come questa sia una riforma ormai irrinunciabile”.