Operativo il Distretto di pesca Alto Adriatico

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Distretto Pesca Alto Adriatico da sin. Manzato Rabboni Manzin 1
Distretto Pesca Alto Adriatico da sin. Manzato Rabboni Manzin 1L’insediamento presso l’Azienda speciale per il porto di Chioggia. Primo presidente Manzato

“L’avvio operativo del Distretto di Pesca Alto Adriatico apre per noi tutti la stagione delle responsabilità. Lo abbiamo fortemente voluto per poter autogestire in forma federalista, a livello interregionale, istituzioni, organizzazioni e operatori, il settore peschereccio in un mare che ha caratteristiche uniche e diverse. Il nostro obiettivo è riempire questa scelta di contenuti che possano assicurare più reddito alle nostre imprese, rifuggendo dalle illusioni più o meno facili”. Con queste parole, l’assessore alla pesca del Veneto, Franco Manzato, primo coordinatore di turno del Comitato di gestione del Distretto, ha sintetizzato il lavoro che attende il nuovo organismo, momento di decisioni e non di dibattito, in coordinamento con il Ministero, interlocutore con la stessa Unione Europea in un comparto in fortissima crisi.

L’impegno è di assicurare un futuro alla pesca ripensando e rifondando il comparto, non secondo idee e teorie calate dall’alto, ma con i suoi protagonisti e sulla base della realtà e delle specificità che si esprime a livello locale e che trovano ragione nella particolarità delle risorse e nelle caratteristiche ‘fisiche’ del mare Adriatico.
La cerimonia d’insediamento del Comitato di gestione si è svolta nella sede dell’Aspo di Chioggia, introdotta dal sindaco Giuseppe Casson, presenti tra gli altri l’assessore dell’Emilia Romagna Tiberio Rabboni e Franco Manzin per il Friuli Venezia Giulia (l’assessore Claudio Violino e’ stato trattenuto dalla seduta del Consiglio regionale), Maria Severina Liberati per la Direzione Pesca del Ministero delle Politiche Agricole, i rappresentanti dei pescatori e delle loro organizzazioni. Ai lavori di avvio ha mandato i suoi saluti l’assessore regionale della Puglia Dario Stefano, coordinatore delle regioni italiane in materia di pesca e agricoltura. Rabboni, dal canto suo, ha ribadito che ora regioni e operatori devono dimostrare con i fatti che quella del Distretto è stata una intuizione giusta, riempiendola di risultati concreti, operativi e misurabili.

Il Distretto Pesca, che formalmente esiste da diversi anni, ha assunto vera e propria operatività negli ultimi mesi, in seguito all’interessamento dei tre assessori con delega alla pesca delle regioni dell’alto Adriatico, ha come obiettivo primario di farsi portatore degli interessi degli imprenditori impegnati nell’attività di pesca e acquacoltura in una zona omogenea dell’Adriatico, per avere più forza contrattuale a Roma e Bruxelles e per dialogare come soggetto unico con le vicine Slovenia e Croazia.

L’attività del distretto riguarderà anche la predisposizione di piani di gestione locali condivisi a livello di macroarea; il coordinamento delle strategie commerciali, della ricerca e degli strumenti finanziari in possesso delle Regioni e del Ministero in un ottica di sinergia con le politiche realizzate a livello nazionale; la promozione di organizzazioni di produttori sempre più integrate e il collegamento dei mercati. Il tutto, preparandosi in anticipo, in piena condivisione con gli operatori, nel pianificare l’utilizzo delle risorse che verranno messe a disposizione dal nuovo fondo comunitario FEAMP e dal Piano triennale nazionale.