Nuova puntata della bega giudiziaria sull’elezione di Isi Coppola in Consiglio regionale del Veneto

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Regione Veneto giunta ass marialuisa coppola pdl 1La Cassazione ha accolto il ricorso di Marangon. Ora si dovrà celebrare un nuovo processo in Corte d’Appello. Coppola: “sono serena”

Nuova puntata del ricorso giudiziario che contrappone l’assessore regionale allo sviluppo del Veneto, Isi Coppola, e Renzo Marangon, nato in occasione delle elezioni del 2010. Entrambi gli sfidanti, entrambi del PdL (anche se ora Marangon è approdato all’Udc), avevano questionato circa il rispetto della legge elettorale regionale che prevede un tetto alla spesa dei candidati in campagna elettorale. La Corte di Cassazione, prima sezione civile, ha accolto il ricorso presentato da Marangon contro la Coppola, rinviando il giudizio alla Corte d’Appello di Venezia. In particolare, la Cassazione ha accolto il primo e il terzo motivo del ricorso, ovvero l’aver violato la legge che impone un tetto massimo di spesa elettorale di 38.000 euro e la violazione dell’onere di prova. La Corte d’Appello veneziana aveva infatti rigettato l’istanza di ammissione di una consulenza tecnica d’ ufficio volta a una quantificazione dell’importo relativo alle spese, ai contributi e servizi non rendicontati.

Secondo il ricorso redatto da Luca Rossetto (vicino a Marangon) ci sarebbero state nel corso della campagna elettorale del 2010 per le regionali, da parte della Coppola, spese tipografiche, di spedizione, di distribuzione porta a porta, di cene, di pubblicità su automezzi, di propaganda per “Isi point”, di gadget che, messe assieme, avrebbero sforato di gran lunga il tetto dei 38.000 euro. E, di conseguenza, secondo la tesi accusatoria, ci sarebbero addirittura gli estremi per la decadenza dalla carica da parte della Coppola. La Cassazione ha ora rinviato il tutto alla Corte d’Appello veneziana, in diversa composizione, anche per la liquidazione delle spese del giudizio di legittimità.

La vicenda riguarda la contesa elettorale per le regionali del 2010 in terra polesana. Battaglia interna al Pdl vinta dalla Coppola con 16.000 preferenze, il doppio di Marangon (ex assessore regionale, passato ultimamente all’Udc). Quest’ultimo però non si arrese alla sconfitta elettorale, in quanto sosteneva che la contesa non era stata regolare. Secondo Marangon, la Coppola (all’epoca assessore al bilancio uscente della Regione) aveva violato ampiamente il tetto stabiliti dalla legge per le spese. Dopo una lunga battaglia giudiziaria, il 12 gennaio scorso, la Corte d’Appello di Venezia condannò l’assessore regionale Coppola al pagamento della sanzione amministrativa di 7.000 euro per “irregolarità nelle dichiarazioni delle spese elettorali”. Ma Rossetto e Marangon decisero di proseguire il ricorso in Cassazione.

Da parte sua, l’assessore Coppola ostenta la più ampia serenità: “nel puntualizzare che il mio avvocato non ha ancora ricevuto notifica della sentenza, corre precisare che tale provvedimento, per quanto riportato, ha il solo effetto di rinviare tutto nuovamente alla Corte d’Appello al fine di avviare un nuovo procedimento che dovrà riesaminare per la quinta volta questioni già rigettate – aggiunge -. Vale ricordare per altro che la Procura Generale della Corte di Cassazione ha insistito nel rigetto del ricorso perché non attinente a profili di legittimità e non rilevando altresì profili di censura nella sentenza della Corte d’Appello”.

Per Coppola “a differenza di quanto interpretato da qualcuno, non vi è alcuna dichiarazione di decadenza della sottoscritta. Nell’attesa fiduciosa che la magistratura proceda all’accertamento della verità, rimango tranquillamente e responsabilmente al mio posto per garantire, con la massima trasparenza, quelle risposte che i cittadini del mio territorio si aspettano”.