Ultime tappe con il botto di I Suoni delle Dolomiti

0
566
Suoni dolomiti canadian brass passo pordoi 1 1
Suoni dolomiti canadian brass passo pordoi 1 1Eccezionale spettacolo del Canadian Brass all’ombra del gruppo del Sella

Divertenti, ironici, sospesi tra tradizioni sonore diverse, i cinque componenti del Canadian Brass hanno proposto un concerto avvincente con rivisitazioni di brani di Bach, Brahms, Bizet e altri. Immaginatevi Bach camminare tra le vie di New Orleans, magari in fila dietro a un funerale con tanto di brass band alla sua testa, o Haendel seduto a un tavolo in un fumoso locale jazz degli anni Trenta. E ancora provate a figurarvi l’espressione di Bizet se nella sua “Carmen” a un certo punto spunta un personaggio non previsto. Magari un bel toro con tanto di corna…

Certo qualcosa nella loro musica sarebbe inevitabilmente mutato. Per capire cosa e come servono grandi sforzi di fantasia o, semplicemente, la possibilità di assistere a un’esibizione del Canadian Brass. Tutto questo l’hanno potuto scoprire i tanti spettatori de I Suoni delle Dolomiti – ben più di mille – saliti lungo la Val Salei, che si insinua tra i boschi e i prati ai piedi del Pordoi e del Sella. Un itinerario particolarmente simbolico, perché era la via seguita dai fassani a fine Ottocento, quando emigravano verso nord alla ricerca di lavoro in Austria o in Germania. Ora quella stessa strada è invece percorsa da turisti e appassionati che testimoniano la diversa vocazione di questi luoghi alpini.

Suoni dolomiti canadian brass passo pordoi 2 1Eccentrici, eclettici, i cinque componenti dell’ensemble di ottoni hanno condotto tutti nel loro particolarissimo universo sonoro fatto di continue contaminazioni tra presente e tradizione o tra passati lontani. Così brani classici e barocchi si sono arricchiti di tinte jazz e ragtime, persino pop. Tutto, però, sempre eseguito con grande maestria e in modo impeccabile e condito anche con un sapiente e ironico dialogo col pubblico.I toni dell’esibizione sono stati subito chiari sin dal primo brano, “Just a closer walk”, durante il quale i musicisti si sono mossi sulla scena con una lenta marcia. Evidenti i rimandi a certa musica degli stati del Sud degli USA. Dopo piccoli inserti colti è arrivato il turno di una composizione di Gabrielli. Giocano i Canadian Brass, guidati dal più esperto e goliardico Chuck Daellenbach. “Gabrielli era un organista – spiegano – che insegnava a costruire suoni in grado di produrre quello che oggi chiamiamo effetto surround”. E così eccoli a posizionarsi tra il pubblico per giocare a creare lo stesso suono in mezzo al prato. Sempre attento a mescolare alto e basso, colto e popolare, erudizione e divulgazione, l’ensemble canadese interpreta la “Piccola fuga in Sol” di Bach prima di proporre una piccola gemma di Brahms. Un componimento “inizialmente pensato per ottoni” intitolato “Il mio cuore è pieno di nostalgia”.I cinque componenti dei Canadian Brass si passano il microfono per illustrare a turno i diversi brani, ma anche per dare voce alle diverse anime di questo gruppo, che è composto sì di canadesi ma anche da figli di emirati o da stranieri appena approdati nella formazione, come nel caso del greco Achilles Liarmakopoulos o dell’italiano Chris Poletti. “Scriveteci, ma fatelo in italiano, perché Chris – Cristoforo – è italo-canadese figlio di emigrati di seconda generazione e deve fare esercizio con la vostra lingua” dicono a fine esibizione.

Scivolano via così “Carnevale a Venezia” e “Tuba Tiger Rag” di Henderson e la versione dixieland di un pezzo bachiano per questo intitolata “Dixie Bach”. In tanta eterogeneità di generi e scene sonore non poteva mancare anche un accenno al sudamerica con “Killer Tango” che è servito anche ad introdurre le atmosfere latine della “Carmen”. Quello che Chuck e compagni fanno con l’opera di Bizet è qualcosa che sta a metà tra il riassunto condensato – in 10 minuti ripropongono l’intera vicenda – la versione comica e l’omaggio.Gli estratti sono quelli noti e amati dal grande pubblico eppure sono conditi da spiegazioni, da un elemento anomalo – sulla scena arriva anche il toro accanto a Carmen, il soldato innamorato, la fidanzata e il torero – e da tanta ironia. Dieci minuti di grande musica e risate che hanno visto gli elementi dell’ensemble presentarsi in scena chi con una parrucca mora, chi con una bionda, chi con corna e coda e infine anche col cappello da “soldatino di piombo”. Il tutto ha conquistato a tal punto il pubblico che ha richiamato gli artisti agli strumenti per ben tre volte prima di salutarli calorosamente sulle note del “Volo del calabrone”.