Pagamento tra le imprese e privati entro 30 giorni: bene il primo passo

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Sbalchiero: “Fate in fretta! sempre più difficile riscuotere dai privati. Va un po’ meglio nel pubblico”. Rimane ancora irrisolto il nodo dei tempi della pubblica amministrazione

Giuseppe Sbalchiero, leader degli artigiani del Veneto, brinda al voto all’unanimità della commissione Attività produttive della Camera dei deputati che ha dato il via libera al disegno di legge di recepimento della direttiva comunitaria in tema di tempistiche di pagamento.

“Il primo sì al disegno di legge che fissa paletti certi per mettere un freno ai debiti da cui sono schiacciate molte aziende, ad esclusione delle società che vantano crediti verso la pubblica amministrazione, è una buona notizia per l’artigianato. E’ però necessario – sottolinea Sbalchiero – che si faccia presto. Prestissimo. Troppe infatti le denunce, gli appelli, i buoni propositi, le direttive europee, le promesse governative (ricordo, in proposito, le dichiarazioni, a novembre 2011, dell’appena nominato ministro Corrado Passera…) senza che nulla sia cambiato”. Per Sbalchiero “le imprese continuano ad navigare incagliate nella quasi cronica mancanza di liquidità, dovuta in buona parte alle criticità nell’accesso al credito, ma anche, in moltissimi casi, alla difficoltà nel riscuotere i crediti, in tempi quanto meno equi. E la situazione peggiora sempre più”.

A certificarlo la ricerca di Confartigianato Veneto, che semestralmente “sonda” sul tema circa 2.700 piccole aziende. A luglio il 40% degli imprenditori interpellati lamenta, negli ultimi 6 mesi, un aumento dei tempi di pagamento della clientela privata, mentre soltanto il 9% degli interrogati lamenta lo stesso aggravio nel pubblico.

Anche se la comparazione con i periodi precedenti è positiva, poiché è in diminuzione la quota di coloro che hanno dichiarato un aumento dei tempi di riscossione, bisogna tener conto che alle dilazioni avvertite nel periodo va sommato l’effetto ritardato accumulato nei semestri antecedenti: dal 2009, il saldo tra aumenti e diminuzioni dei tempi di pagamento è stato sempre superiore al 35% ed è quindi naturale che la situazione stia “esplodendo”, soprattutto se, come l’indagine ha evidenziato, il fatturato è in contrazione e pertanto la gestione della liquidità sta assumendo un ruolo ancor più strategico.

Considerazioni in parte diverse vanno fatte per i rapporti con il pubblico. Di fatto, il dato relativo ai tempi di pagamento dell’amministrazione statale è alquanto divergente, ma in questo caso bisogna considerare che, tra i rispondenti, solo il 38% ha questa tipologia di clientela.

Il risultato complessivo evidenzia come solo per il 25% delle aziende che hanno clienti appartenenti alla pubblica amministrazione siano aumentati i tempi di pagamento e per il 70% non siano variati. Rispetto al periodo precedente c’è un calo di ben 14,5 punti percentuali di coloro che ne hanno dichiarato un allungamento, tornando ai valori del primo semestre 2011.

A livello settoriale, i dati sembrano evidenziare come esistano delle notevoli diversità.

Come si può notare, ad esempio, la forbice tra il manifatturiero ed i servizi alle persone è notevole, con questi ultimi che presentano dei tempi più che dimezzati. Inoltre, anche la variabilità dei dati settoriali e totali è molto elevata ed è pertanto ovvio che più del comparto produttivo siano rilevanti le situazioni a livello aziendale. Se si confrontano con i tempi dei clienti privati è evidente il gap sia in termini di media sia di variazione.

Comunque le difficoltà a riscuotere sono esplicitamente riconosciute dai due terzi del campione, con punte che superano il 70% per il manifatturiero, ma resta un 44% di aziende che dichiara di non aver considerato dei provvedimenti ad hoc.

Il comparto manifatturiero è quello in cui sono presenti i più grossi problemi di riscossione ed è quello, infatti, in cui un quarto delle aziende richiede anticipi e pagamenti a vista ed è rilevante il ricorso ad un ufficio legale.

Il primo passo è fatto e ora tocca all’Aula ad esprimersi per poi passare la norma all’esame del Senato nella speranza che la norma possa venire ratificata definitivamente dai due rami del Parlamento. Rimane però tuttora insoluto il nodo relativo ai termini di pagamento da parte del comparto pubblico: un fatto quanto mai insolito, visto che la direttiva europea impone tempi certi e rapidi sia per gli scampi tra privati che tra i privati e lo Stato. Non si capisce perché il Governo Monti non si sia dato manzonianamente un po’ di coraggio provvedendo a normare nel senso indicato dalla direttiva i termini di pagamento tra il comparto pubblico e i privati, anche per ovviare ai scandalosi ritardi con cui tante, troppe amministrazioni saldano i loro conti, costringendo i fornitori privati ad improvvisarsi banchieri (in definitiva, forniscono credito ad un strabiliante tasso zero) nei confronti della pubblica amministrazione, per di più senza alcuna remunerazione, ma solo con costi aggiuntivi.

 

 

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