Nuove regole per la denominazione dei vini: no all’impiego del termine “secco”
Si preparano tempi duri in Germania per i vini che riportano in etichetta storpiature della parola Prosecco. Un importante pronunciamento è arrivato in questi giorni da parte del Deutsche Patent- und Markenamt (l’ufficio marchi e brevetti tedesco), che ha accolto la tesi sostenuta da tempo dai Consorzi di tutela Prosecco doc e Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore docg, di mettere fine alle molte imitazioni del nome di questo vino, che dal 2009 può essere prodotto esclusivamente nel NordEst d’Italia. Un primo risultato di grande importanza, che dimostra come la strada intrapresa dai Consorzi di tutela con il sostegno del Ministero all’agricoltura sia quella giusta.
Quello ottenuto in Germania è un risultato particolarmente importante: è il primo mercato di sbocco per le tre denominazioni Prosecco Doc, Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e Asolo Docg, ma anche quello dove le imitazioni sono più aggressive. Fino al 2009, in Germania si poteva imbottigliare Prosecco, possibilità venuta meno con l’introduzione della Doc. Questo divieto ha comportato la proliferazione di fenomeni banalizzanti delle denominazioni “Prosecco”, quali la tendenza di etichettare vini spumanti e frizzanti usando la desinenza “secco”, evidente storpiatura del nome “Prosecco”. Attualmente, il mercato ne presenta alcune decine, alle quali non si aggiungerà il marchio “Neosecco”. L’attività di monitoraggio legale portata avanti dai Consorzi ha portato un primo importante risultato, sfociato nella decisione dell’ufficio marchi tedesco di dichiarare “non registrabile il marchio ‘Neosecco’ in quanto la parola ‘secco’ è una mera abbreviazione della parola Prosecco”.
“La sentenza in Germania rappresenta un risultato epocale, importante non solo per il mercato tedesco, ma anche per scoraggiare tutti gli imitatori – afferma il presidente del Consorzio della Docg Conegliano Valdobbiadene, Innocente Nardi – In questi anni ci siamo impegnati nella protezione della nostra denominazione registrando da un lato il marchio della Docg e sostenendo attività di lobby con gli altri Consorzi e le istituzioni, al fine di impedire la commercializzazione di prodotti di imitazione e l’utilizzo illecito del nome ‘Prosecco’”.
Per Stefano Zanette, presidente della Doc Prosecco, “i tempi sono maturi affinché i nostri Consorzi pongano in essere con forza quelle azioni di tutela indispensabili a garantire un futuro alle nostre denominazioni. Appare evidente che molto dipende anche dalle nostre aziende, le quali devono comprendere per prime che spetta a loro operare una comunicazione corretta e coerente, e contribuire a questa attività che, nonostante nello spirito della norma comunitaria nasca a tutela della buona fede dei consumatori, non si può negare garantisca anche l‘operato dell’intera filiera produttiva”.
Con l’inizio del 2013, i tre Consorzi interessati dalla denominazione “Prosecco” costituiranno un soggetto giuridico unitario, capace di difendere un patrimonio solo italiano nei principali mercati internazionali, e bloccare le imitazioni della denominazione in Europa e nel mondo. Le azioni che verranno poste in essere dalla nuova struttura riguarderanno tutti i principali paesi e saranno volte da un lato, al contrasto delle imitazioni e alla registrazione del marchio delle denominazioni, dall’altro ad una forte attività di lobby con le regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, il Ministero e l’Unione Europea, volta a fare comprendere l’importanza di proteggere questo prodotto simbolo dell’Italia.