Trentino, reddito di garanzia in maggioranza agli stranieri

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Lega34 Savoi
 
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Savoi: “l’assistenzialismo del centro sinistra autonomista penalizza i cittadini italiani”

La campagna scatenata dalla Lega Nord circa l’assistenzialismo della provincia di Trento nei confronti degli immigrati fatta a suon di affissioni dove si afferma che un immigrato privo di lavoro ma con carichi di famiglia può incassare fino a 2.000 euro di contributi pubblici ogni mese senza lavorare colpisce la coscienza dei cittadini alle prese con il caro vita e il lavoro sempre più precario, gente che 2.000 euro netti al mese se li sogna.

Il capogruppo leghista in Consiglio provinciale di Trento ha chiesto ed ottenuto con un’interrogazione all’assessore provinciale al welfare, Ugo Rossi, i numeri dell’assistenzialismo provinciale. Secondo Rossi, il reddito garanzia è stato erogato a 6.000 residenti italiani, 719 comunitari e 6.240 extracomunitari. L’assegno una tantum sul potere d’acquisto è erogato a 25.982 residenti di nazionalità italiana, 1.298 cittadini comunitari e 4.240 cittadini extracomunitari. Gli aiuti provinciali destinati alle famiglie numerose sono stati erogati a 4.606 italiane, a 113 comunitarie e 1.313 extracomunitarie. L’assegno al nucleo familiare a 18.032 nuclei italiani, 973 comunitari e 3.911 nuclei extracomunitari.

Pat presentazione nuovo ospedale trento ugo rossiPer Savoi “queste cifre testimoniano la fondatezza della nostra campagna rivolta a fare luce sull’assistenzialismo della Provincia di Trento di cui beneficiano sempre gli immigrati, comunitari e non, rispetto ai residenti. Peccato solo che l’assessore non abbia fornito anche i livelli di assistenza economica corrispondenti a ciascun caso, perché a noi risultano molte posizioni dove immigrati con 4 figli a carico percepiscano fino a 2.000 euro al mese di contributi pubblici. Il tutto senza lavorare”. Da parte sua, Rossi bolla la posizione della Lega come “demagogica”, in quanto secondo i casi noti all’assessorato i casi “in cui si siano verificati erogazioni di più di 1.500 euro al mese sono solo 56, l’1,7% del totale”.

Sarà così, ma, come ammette lo stesso Rossi, è necessario tenere alta la guardia perché “il rischio di assistenzialismo esiste”.