Corte dei Conti, Durnwalder accusato di utilizzo illecito di 1,6 milioni di euro in vent’anni di carica

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Gerhard Brandstätter luis durnwalder 1Oltre al presidente uscente che rigetta fermissimamente le accuse formulate dal procuratore contabile, indagate altre tre persone della provincia di Bolzano

Anche a Bolzano, gli indagati apprendono della chiusura delle indagini a mezzo stampa, leggendo su quotidiani nazionali a grande tiratura dell’invito a dedurre contro le accuse formulate dal giovane procuratore Robert Schülmers che ha chiesto conto al governatore altoatesino dell’utilizzo del suo fondo riservato negli ultimi vent’anni.

L’accusa contro quello che è stato per 25 anni l’uomo pià potente dell’Alto Adige che il prossimo ottobre si ritirerà dalla vita politica attiva è di peculato: avere gestito per ben 17 anni in modo illecito il tesoretto per le spese discrezionali del presidente: ben 1.653.000 euro descritti minuziosamente, che spaziano dall’acquisto di medicine al pagamento di tasse, all’assegnazione di riconoscimenti vari, all’acquisto di campanacci per manifestazioni folkloristiche, fotografie ed altro ancora.

Durnwalder non ci sta e risponde a muso duro coadiuvato dal suo difensore di fiducia, Gerhard Brandstätter (tra l’altro presente in numerosi consigli d’amministrazione di nomina politica): in conferenza stampa, il governatore ha ribadito di aver speso le risorse del fondo sempre nell’espletamento delle sue funzioni istituzionali. “Nel merito, mi viene contestato l’utilizzo illecito di una somma di 1,6 milioni di euro, l’intero importo del fondo riservato degli ultimi vent’anni. Sono profondamente deluso da questa vicenda, dall’immagine che viene trasmessa dell’Alto Adige e dal modo di renderla nota alla pubblica opinione”. Uno smacco specie per il partito di Durnwalder, alle prese con il difficile superamento della soglia del 20% alle elezioni politiche nazionali, scalino che divide la SVP dall’elezioni di propri rappresentanti al Parlamento.

Durnwalder ha ribadito che nei 25 anni alla guida della Giunta provinciale non ha utilizzato un centesimo del fondo riservato per scopi privati: “ho sempre cercato di amministrare al meglio questa Provincia, non per trarne vantaggi personali ma per il benessere della società, dei cittadini e dell’associazionismo. In giornata ho ricevuto l’invito a dedurre, con tutti i rilievi mossi dalla Magistratura contabile che in parte avevo già appreso nei giorni scorsi e ancora stamattina attraverso i media. Una procedura quantomeno anomala. Saprò documentare – ha aggiunto – che non c’é stato un utilizzo illecito del fondo riservato”.

Il suo legale Gerhard Brandstätter ha sottolineato che “sul piano giuridico quei soldi sono stati spesi nell’espletamento delle funzioni di presidente, non a titolo personale. Ma umanamente fa soprattutto male – ha continuato – che sui media si voglia influenzare l’opinione pubblica tirando in ballo le spese private, quando invece si tratta di un modo di contabilità sui crediti maturati dal presidente”. In concreto, come già noto, Durnwalder anticipa personalmente le spese dal fondo riservato nell’esercizio dei suoi compiti istituzionali, spese che vengono rendicontate e compensate ex post dalla sua segreteria in quanto credito che il presidente già vanta. Il tutto registrato in maniera dettagliata e distinta. “Ma l’immagine di un’amministrazione sana viene rovinata confondendo il fondo di 1,6 milioni e mischiando spese private gestite con crediti a suo favore già maturati”, ha aggiunto il legale.

Durnwalder ha ancora ricordato che il suo comportamento corrisponde a una prassi in vigore in Alto Adige da oltre trent’anni e ha risposto punto per punto alle voci di spesa contestate: dai pranzi della Giunta nella pausa di sedute straordinarie che durano un’intera giornata alla mancia per le bande musicali o i volontari impegnati durante un evento pubblico, dai rinfreschi offerti come atto di cortesia istituzionale agli ospiti ai premi per competizioni sportive (coppe) o rassegne zootecniche (campanacci), dai ricevimenti all’Azienda Laimburg in occasione di visite istituzionali o cerimonie ufficiali fino ai contributi alle associazioni e agli studenti per manifestazioni di cui viene chiesto il patrocinio. “Tutte le spese personali, dai francobolli alle batterie, sono registrate separatamente e addebitate a mio conto”, ha ripetuto Durnwalder.

Il direttore della Ripartizione finanze della Provincia, Eros Magnago, ha chiarito che i fondi sono stati gestiti esattamente come la legge prevede: “quelli di rappresentanza, regolati dalla legge del 1989, sono soggetti a controlli, con rendiconto e documentazione contabile, mentre il caso in questione riguarda solo il fondo riservato, istituito dalla legge del 1994, che non prevede controllo per questo tipo di spese, comunque aderenti alle finalità istituzionali. Abbiamo prodotto l’elenco dettagliato di ciascuna spesa, non ci sono stati occultamenti”.

Durnwalder ha osservato che “quando si gestisce un bilancio di 5 miliardi di euro, difficilmente si sente il bisogno di intascarsi 50 euro. Tutte le spese, di cui gran parte sono offerte, valorizzano la funzione e l’istituzione che rappresento”. Cosa ancora più vera se si pensa che il governatore percepisce ogni mese una paga di 25.600 euro, risultando uno dei politici più pagati d’Italia. Riguardo alle tappe dell’inchiesta, si sarebbe augurato di essere informato prima che tutti i particolari giungessero ai media. E a questo rammarico si aggiunge quello per i suoi diretti collaboratori, coinvolti pubblicamente nella vicenda senza alcuna colpa.