Diego Matheuz dirige musiche di Mozart e Čajkovskij

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teatro la fenice direttore diego mathieuz 1V concerto sinfonico al Teatro La Fenice di Venezia

Venerdì 22 febbraio 2013 alle ore 20.00 (turno S), con replica sabato 23 alle 17.00 (turno U), il direttore principale della Fondazione Teatro La Fenice Diego Matheuz dirigerà l’Orchestra del Teatro La Fenice nel quinto concerto sinfonico della Stagione 2012-2013, dedicato a musiche di Wolfgang Amadeus Mozart e al proseguimento del ciclo integrale delle sei sinfonie di Pëtr Il’ič Čajkovskij. In programma nella prima parte del concerto la Sinfonia n. 29 in la maggiore KV 201 e la Sinfonia concertante per oboe, clarinetto, corno, fagotto e orchestra in mi bemolle maggiore KV Anh. I, 9 di Wolfgang Amadeus Mozart, solisti le prime parti dell’Orchestra del Teatro La Fenice Marco Gironi, oboe, Vincenzo Paci, clarinetto, Konstantin Becker, corno, e Marco Giani, fagotto.

La seconda parte sarà invece interamente dedicata alla Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64 di Pëtr Il’ič Čajkovskij.

La Sinfonia in la maggiore KV 201 appartiene al gruppo delle cosiddette “salisburghesi” e risale al 1774. Ispirata, a quanto pare, ad una sinfonia di Michael Haydn, è un’opera caratterizzata da una energica e costante volontà costruttiva come pure da affinità e legami tematici tra i vari movimenti. Mozart, a differenza di quanto aveva fatto nelle sinfonie del periodo italiano, non si lascia totalmente assorbire dalla sensuale bellezza delle melodie ma utilizza e sviluppa ogni elemento.

La Sinfonia concertante per fiati e orchestra fu composta da Mozart nel 1778 per un’esibizione ai Concerts spirituels di Parigi di quattro virtuosi tedeschi – il flautista Wendling, l’oboista Ramm, il cornista Punto e il fagottista Ritter – con i quali il ventiduenne compositore era giunto a Parigi da Mannheim. Il brano, commissionato da Legros, direttore dei Concerts spirituels, non fu però mai eseguito, e l’autografo andò perduto senza che Mozart avesse potuto trarne una copia. Considerata smarrita per più di un secolo, la composizione fu ritrovata nel 1886 in una versione non autografa con oboe e clarinetto al posto di flauto e oboe. Di qui numerose discussioni sull’autenticità di un lavoro comunque di grande ricchezza musicale, in cui all’abilità nella scrittura per fiati l’autore unisce lo schema tipico del concerto di quell’epoca, immergendo i quattro solisti in un rigoglioso sviluppo di motivi dalla speciale vena lirica.

La Sinfonia n. 5 di Čajkovskij fu scritta tra il maggio e l’ottobre del 1888 e venne eseguita a San Pietroburgo il 5 novembre di quell’anno diretta dall’autore. Čajkovskij la giudicò negativamente, venendo però smentito dalla storia, dato che oggi si tratta di uno dei suoi lavori più amati e apprezzati. Basata sul principio della perenne trasformazione motivica, la sinfonia è percorsa da un unico tema ciclico che riaffiora nei quattro movimenti, costituiti da soggetti indipendenti accostati per iterazione: un Allegro con anima preceduto da un Andante introduttivo dal carattere severo e inesorabile di marcia processionale; l’Andante cantabile con alcuna licenza, vero e proprio centro gravitazionale della sinfonia, che si apre con un’accorata melodia del corno; un Allegro moderato in forma di valzer, tipicamente čajkovskiano nella sua pacata tristezza; il solenne ed enfatico Finale costituito da un grandioso Allegro vivace preceduto da un Andante maestoso che presenta il tema ciclico trasformato in un possente corale in modo maggiore.