Trentino, polemica legislativo-esecutivo: “la Giunta ci nasconde le carte”

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consiglio pat assemblea minoranze 1Gli esponenti delle minoranze del Consiglio provinciale lamentano l’impossibilità di svolgere il lavoro ispettivo

“La Provincia Autonoma di Trento viola in continuazione il diritto di accesso ai documenti amministrativi, garantito ai consiglieri provinciali dall’articolo 147 del Regolamento interno del Consiglio provinciale”. L’ha denunciato stamattina – nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Trentini, sede del Consiglio provinciale di Trento – il fronte politico di opposizione, rappresentato da Franca Penasa, Garante dell’Assemblea delle minoranze.

“E’ in atto in questa legislatura – ha esordito Penasa – un grave squilibrio della democrazia. La Giunta provinciale impedisce ai consiglieri l’esercizio del loro diritto/dovere di controllo e d’ispezione. Tutti noi abbiamo pacchi di lettere con cui abbiamo vanamente chiesto copia di atti e documenti, per poter conoscere appieno la destinazione di denari pubblici spesi dalla Provincia di Trento o da quell’universo mondo di società ed enti ad essa collegati che assorbe gran parte del bilancio provinciale. Il diniego che ci viene opposto è inaccettabile, perché noi consiglieri dobbiamo poter visionare i documenti, con il solo limite di rispettare l’eventuale segreto d’ufficio e l’obbligo di riservatezza, qualora ne ricorrano i presupposti”.

Gli interventi dei consiglieri intervenuti stamattina hanno sciorinato una lunga serie di casi concreti, altrettante “prove” di una situazione ritenuta non più accettabile..

Per Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) “si è sbandierato nei giorni scorsi che la Provincia allestirà un catalogo dei dati aperti del Trentino, secondo il buon principio degli ‘open data’. A me però rifiutano la visione di atti amministrativi, e nemmeno l’intervento in garanzia del presidente del Consiglio, pure previsto dall’articolo 147 del Regolamento interno, vale a cambiare le cose. Un esempio: da alcuni mesi s’infittiscono le delibere con cui la Giunta affianca esperti tecnici ai consigli d’amministrazione di Famiglie cooperative. Vorrei capire cosa sta succedendo, ma viene negata ogni trasparenza”. La stessa Penasa focalizza la critica all’esecutivo guidato da Alberto Pacher: “porto tre esempi di trasparenza negata, tutti molto seri. Il primo: vorrei conoscere – ma mi viene impedito – lo schema del patto parasociale che lega Telecom a Trentino Network, nonché la perizia di stima che dà un valore alle reti private acquistate dalla società pubblica. Secondo: sto lavorando sul fondo di ‘housing sociale’ lanciato dalla Giunta e sull’acquisto di immobili che conseguentemente farà Pensplan Sgr, ma vedere gli atti e capire non mi viene concesso. Terzo: il Servizio turismo della Provincia ha rilasciato un’autorizzazione in un sol giorno, vorrei indagare su questa pratica ma mi viene assurdamente opposta una questione di privacy”.

Per il leghista Claudio Civettini (Lega Nord Trentino) “con il collega Delladio abbiamo lavorato sulla destinazione dei fondi a disposizione dell’Ufficio stampa della Giunta, ma spesso la verifica ci viene impedita. Il Comitato per la razionalizzazione amministrativa del Consiglio ha depositato ora un disegno di legge apposito per ribadire il diritto di accesso dei consiglieri, ma è pazzesco che occorra un testo normativo, a fronte di regole già ben chiare”. Lo stesso Mauro Delladio (Pdl) afferma di essere “arrabbiatissimo, e sconfortato. Questa è una Provincia arrogante ed ermetica al 100%. Quando chiedo documenti trovo sempre ostilità e tergiversazioni, molto spesso le interrogazioni rimangono senza risposta oppure ottengono risposte insignificanti. Uno dei tanti casi: ho chiesto le carte relative alla vicenda di una casa cantoniera concessa a un dipendente provinciale senza alcun canone d’affitto, ma venire a capo della vicenda mi risulta impossibile”.

Da parte sua, Marco Sembenotti (Civica Divina) afferma che “c’è molto disagio tra di noi, l’ultimo report sulle interrogazioni rimaste senza risposte è di 45 pagine. Sto occupandomi di un delicatissimo caso relativo all’utilizzo di fondi della sanità, ma la direzione dell’Apss mi nega le carte”.

Per Giuseppe Filippin (Gruppo Misto) “io vedo funzionari della Provincia sovrastati da una cappa politica messa lì per impedire la trasparenza. Sono appena reduce dal caso di una permuta di terreni a Ravina, ho ragione di pensare che l’ente pubblico abbia pagato indebitamente l’Iva, ma come faccio a verificarlo se gli atti non vengono messi sul tavolo?” La musica non cambia per il vicepresidente del Consiglio provinciale di Trento, Claudio Eccher (Civica): “la Provincia è sempre più autoreferenziale e per noi è frustrante assistere a continue interrogazioni cui vengono date risposte evasive – anche nel ‘question time’ in aula – oppure risposte che comunque non danno corso a interventi concreti e riparatori”.

Insomma, secondo gli esponenti delle minoranze, la Provincia fa molte difficoltà ad essere trasparente, violando, come sottolinea il capogruppo leghista Alessandro Savoi “un nostro diritto e dovere, calpestato da comportamenti davvero di stile mafioso”.