Un’opportunità per le imprese del Veneto utilizzando il lavoro carcerario

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Unioncamere veneto e PRAP Veneto 1Unioncamere Veneto e PRAP Triveneto siglano accordo per una rete stabile di comunicazione. 9% dei detenuti in Veneto impiegato per datori di lavoro esterni

Amministrazione penitenziaria e mondo dell’impresa fianco a fianco per valorizzare le opportunità offerte dal lavoro penitenziario. Il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (PRAP) per il Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige e Unioncamere Veneto hanno sottoscritto – firmatari il provveditore Pietro Buffa e il vicepresidente Unioncamere Roberto Furlan – un protocollo d’intesa per l’attivazione di una rete stabile di comunicazione tra Istituti penitenziari e Uffici di esecuzione penale esterna dell’amministrazione penitenziaria e Camere di commercio.

Il protocollo si propone di far conoscere alle imprese della regione le problematiche dell’ambiente penitenziario in materia di lavoro; promuovere attività di orientamento e formazione sulla creazione d’impresa a favore delle persone ristrette negli istituti penitenziari e in esecuzione penale esterna; sviluppare azioni comuni per favorire la ricerca di risorse; diffondere informazioni sugli sgravi contributivi e fiscali a norma di legge mediante iniziative congiunte. Le attività lavorative interne od esterne all’istituto penitenziario rappresentano uno dei cardini su cui costruire programmi di reinserimento: secondo i dati del Ministero della Giustizia, sono 389, oltre il 10% del totale, i detenuti che, in Veneto, lavorano alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria.

Un’opportunità è rappresentata dal lavoro cooperativo: i detenuti impiegati presso le 20 lavorazioni attivate dalle cooperative dentro gli Istituti sono 228 (7%), a fronte di un totale di ristretti che ammonta a 3208. Per quanto riguarda i restanti soggetti che non lavorano alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria, ai 34 detenuti in regime di semilibertà occupati per datori di lavoro esterni si aggiungono 36 lavoranti ex art.21.

“La sottoscrizione del protocollo formalizza la collaborazione col Provveditorato del Triveneto già avviata nel 2010, da quando Unioncamere Veneto partecipa ai lavori della Commissione regionale per il lavoro penitenziario, alla quale prendono parte anche regione Veneto e principali Associazioni delle Cooperative regionali – sottolinea Roberto Furlan –. Le Camere di commercio hanno funzioni di supporto e promozione delle imprese ed è attraverso l’impresa che transita ogni possibile sostegno alle fasce sociali deboli. Il protocollo avvierà una serie d’iniziative, a partire per esempio dalla ricognizione delle lavorazioni presenti all’interno degli Istituti per valorizzarle presso soggetti economici terzi. Le informazioni raccolte sul servizio sociale godranno di adeguata visibilità tramite l’evidenza di valori e risultati non solo economici, come già accade per altre imprese distintesi su temi come ambiente, sicurezza e responsabilità sociale”.

Secondo Pietro Buffa, “il lavoro è uno degli elementi del trattamento penitenziario e ha un ruolo cardine nell’opera di rieducazione delle persone in esecuzione penale interna ed esterna. Lo sviluppo di azioni di promozione e sostegno di progetti idonei alla concretizzazione di attività di recupero sociale e inserimento lavorativo è costantemente presente e ben inserito nel programma annuale dell’amministrazione penitenziaria che ha svolto, e svolge, un ruolo primario nella ricerca di opportunità per favorire sia l’organizzazione di lavorazioni all’interno delle strutture penitenziarie, sia l’inserimento dei soggetti in esecuzione penale esterna, nel tessuto lavorativo”.

Il PRAP Triveneto fornirà annualmente a Unioncamere Veneto le informazioni per favorire l’interesse di soggetti terzi a proporre investimenti all’interno degli Istituti penitenziari sia per la gestione delle lavorazioni esistenti sia per l’avvio di nuove opportunità occupazionali. Unioncamere Veneto coinvolgerà le Camere di commercio nella fornitura di notizie utili all’incremento delle commesse di prodotti delle lavorazioni negli Istituti e sulle possibilità lavorative per detenuti e condannati in misura alternativa. Le parti promuoveranno inoltre, attraverso le Camere di commercio, incontri provinciali per far conoscere a imprese e cooperative possibilità d’investimento e benefici contributivi e fiscali nelle realtà penitenziarie del territorio, oltre ad organizzare regionalmente momenti pubblici in materia di lavoro penitenziario elaborando progetti congiunti sulla creazione d’impresa per la popolazione detenuta, anche tramite finanziamenti da Fondazioni, Cassa ammende o altri enti pubblici e privati.