La Clemenza di Tito al “Verdi” di Trieste

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Teatro Trieste Clemenza di Tito a Trieste foto Parenzan IMG 9587 1
Teatro Trieste Clemenza di Tito a Trieste foto Parenzan IMG 9587 1L’opera di Mozart nell’allestimento del Teatro di Vicenza arriva per la prima volta sul palco triestino. Repliche fino al 27 aprile

Mai rappresentata in precedenza in più di duecento anni di vita del teatro lirico triestino, sabato 13 aprile debutta la Clemenza di Tito di Mozart, considerata il canto del cigno dell´opera seria settecentesca. Scritto in soli diciotto giorni e lasciato in eredità da Mozart alla stregua del Flauto Magico e del Requiem, questo capolavoro riflette le esperienze precedenti delle sinfonie e delle altre opere drammatiche scritte durante gli ultimi quattro mesi del 1791 che furono anche gli ultimi del grande compositore.

Molte analogie e reminiscenze legano il IIIXXX concerto per pianoforte, l’Ave Verum, il concerto per clarinetto, il Requiem e Die Zauberflöte a la Clemenza di Tito. “Molti autori hanno fatto di questi ultimi lavori di Mozart il ‘testamento filosofico’ di Mozart – afferma il regista Jean Louis Grinda – una stessa ricerca spirituale li unisce: l’inevitabile passaggio attraverso la morte e il suo superamento per raggiungere uno stato superiore”.

L’allestimento, ripensato dallo scenografo Pier Paolo Bisleri, riproduce la struttura architettonica progettata dal Palladio per il Teatro Olimpico di Vicenza che è uno dei più significativi esempi dell’architettura rinascimentale italiana e uno dei primi esempi di illusionismo prospettico. Pier Paolo Bisleri ha realizzato una copia iperrealistica e destrutturalizzata del teatro stesso, creando un modello quasi fosse collocato nello studio del Palladio nel cui spazio scenico, agiscono, come in una vera e propria “gipsoteca”, gli artisti che interpretano l’opera mozartiana secondo la regia di Grinda che è coadiuvato nella messa in scena dall’assistente Eric Chevalier.

La direzione e concertazione dell’opera che contiene alcune arie che sono tra le più belle che Mozart abbia mai scritto, è affidata alla grande esperienza musicale del M° Gianluigi Gelmetti, di cui è nota la raffinatissima sensibilità mozartiana, che curerà e guiderà un cast di grandi doti interpretative formato dal tenore Giuseppe Filianoti (Tito), il soprano Eva Mei (Vitellia), Laura Polverelli (Sesto), Irina Dubrovskaya (Servilia) e ancora Annunziata Vestri e Marco Vinco rispettivamente Annio e Publio. I costumi del nuovo allestimento portano la firma di Francoise Raybaud–Pace; le luci sono di Claudio Schmid. Completano la compagine artistica impegnata nell’opera il Coro istruito da Paolo Vero e l’Orchestra del Teatro Verdi di Trieste.

La trama è la storia dell’imperatore Tito che, sfuggito a una congiura, scoperti i traditori, prima li condanna, ma alla fine, con un inaspettato atto di clemenza perdona tutti gli artefici, legati a lui, oltretutto, da vincoli d’amicizia. Prima di essere questo monarca illuminato, Tito è stato colui che ha massacrato o ridotto in schiavitù il popolo ebraico durante la presa di Gerusalemme e ne ha distrutto il tempio. E’ evidente che Tito, al centro della vicenda ambientata nella Roma del 79 d.C., è un imperatore romano assurto a modello di clemenza, la cui magnanimità nel Settecento era antonomastica: egli è l’idealizzazione di Leopoldo II re di Boemia. Il contenuto celebrativo de La Clemenza di Tito era particolarmente adatto ad iniziative di carattere encomiastico. Si prestava perfettamente alle esigenze celebrative degli Stati Generali boemi che nel giugno 1791 chiesero un’opera per l’incoronazione dell’imperatore Leopoldo II a re di Boemia all’impresario del Teatro Nazionale di Praga, Domenico Guardasoni che incaricò Mozart della sua composizione per la messa in scena al Teatro Nazionale di Praga (6 Settembre 1791).

“Tito dà l’immagine di un principe ideale – afferma Eric Chevalier, assistente alla regia – sia nel suo modo di governare, sia verso i suoi sudditi. E’ quindi qualcuno che lotta contro se stesso e ne esce vittorioso. Per parafrasare le parole di Sarastro: più che un principe, ora è un uomo”. Ed è questo uomo a guidare Sesto dal mondo dell’ errore verso quello della verità e della giustizia, valori universali che vengono celebrati dalla vicenda accanto ad amore, amicizia e senso dell’onore.

L’opera rimarrà in scena al “Verdi” fino al 27 aprile 2013. Nella recita del 14 aprile si esibirà un altro cast in cui figurano Marina Comparato, Tony Bardon, Mihaela Marcu, Gabriele Sagona e Rita Cammarano che rivestiranno rispettivamente i panni di Sesto, Tito Vespasiano, Vitellia, Publio e Servilia.