Per un soffio il Friuli Venezia Giulia vira a sinistra, complice un fortissimo astensionismo

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debora serracchiani renzo tondo 1Serracchiani batte Tondo per un pugno di voti. Tra le coalizioni prima quella di centrodestra. Flop per i grillini

Il Friuli Venezia Giulia ha votato per il rinnovo del Consiglio regionale, della provincia di Udine e di una manciata di comuni. Il risultato più eclatante è la vittoria in regione della candidata di sinistra Debora Serracchiani che per un pugno di voti vince sull’uscente Renzo Tondo del centro Destra. A determinare il risultato avverso alla maggioranza uscente il fortissimo astensionismo: ha votato praticamente un elettore su due degli aventi diritto. Quella del Partito democratico è una vittoria dimezzata, in quanto si piazza primo tra le liste alle elezioni regionali con più del 26%, ma la prima coalizione risulta essere quella di centrodestra. Elevato il numero delle schede bianche (oltre 5.000) e di quelle nulle (circa 11.000). Un risultato in linea con quello del 2008, quando le schede nulle erano state 18.313 e le bianche 11.245, ma in quel frangente il distacco tra i due contendenti non era così risicato come in questa tornata. Comunque sia, Tondo ha riconosciuto la sconfitta e fatto gli auguri alla neopresidente Serracchiani.

Debora Serracchiani, neopresidente del Friuli Venezia Giulia, ha una carriera da democratica che parte dai circoli per arrivare all’Europarlamento e ora alla presidenza della Regione. Avvocato del lavoro, 42 anni, nata a Roma e residente da molti anni a Udine. In pochi giorni, dopo un discorso pronunciato all’assemblea dei circoli del Pd nel 2009 e condiviso migliaia di volte online, viene candidata al Parlamento Europeo in nome del rinnovamento del Pd. Alle europee del 2009 prende più voti di Berlusconi, e nello stesso anno diventa segretaria del Pd del Friuli Venezia Giulia. Sempre concentrata ad aumentare il consenso e il rapporto con la base, nel 2012 rifiuta la candidatura al Parlamento e si candida alla guida della Regione.

Il partito dell’astensione è il primo vincitore delle elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia: appena un elettore su due, il 50,51%, si è presentato ai seggi. Il dato sembra risentire di una combinazione di fattori, nazionali e locali: per la prima volta viene però fotografata con l’autorevolezza del voto popolare la grande insoddisfazione degli italiani, esausti dopo due mesi di stallo politico. Sulla decisione di disertare le urne in modo così massiccio possono senza dubbio pesare anche una campagna elettorale sotto tono, che non si è mai accesa, e le inchieste giudiziarie sulle spese di rappresentanza del Consiglio regionale uscente, che vede indagato un terzo dei consiglieri. Nel 2008, in occasione dell’election day con le politiche, quando Renzo Tondo sconfisse Riccardo Illy, l’affluenza fu del 72,33%. Due mesi fa, invece, in occasione delle elezioni politiche, l’affluenza per i voti della Camera era stata del 77,19%. A Trieste, con il 45,86%, si è registrata la percentuale più bassa di votanti, mentre la più alta si è avuta in quella di Udine, con il 53,46%. A Gorizia ha votato il 52,61%, a Pordenone il 49,99%, a Tolmezzo il 46,67%.

Fino alla fine è stato un testa, ma alla fine il presidente uscente, Renzo Tondo, ha dovuto cedere. Debora Serracchiani, del centrosinistra, ha vinto le regionali del Friuli Venezia Giulia imponendosi nelle circoscrizioni di Trieste e Gorizia e tenendo a Tolmezzo, Udine e Pordenone dove il presidente uscente ha avuto più preferenze ma non tanto per recuperare lo svantaggio delle province isontina e giuliana. Emerge una regione divisa, ha commentato a caldo Isidoro Gottardo, coordinatore regionale del Pdl, con “i ‘grillini’ che hanno votato per Serracchiani”.

Al quartier generale di Tondo, in viale Duodo, a Udine, lo sconforto è palpabile anche perché ad un certo punto dello scrutinio la rimonta del presidente era quasi sicura. Poi, invece, l’esito dello spoglio ha confermato la sconfitta. Il presidente che aveva battuto Riccardo Illy, cinque anni fa, beneficiando dell’election day, si è dovuto arrendere alla giovane Serracchiani. Una sconfitta forse inattesa maturata in quella Trieste che ha visto nascere e proliferare il movimento autonomista di “Un’altra regione” di Franco Bandelli che alla fine, pur non raggiungendo il quorum per entrare in Consiglio, ha di fatto sottratto a Tondo quei voti (poco meno del 2%) poi risultati decisivi per la sconfitta. Secondo Gottardo “la sinistra è andata al voto e unita ha votato Serracchiani, mentre il centrodestra si è diviso e come dieci anni fa ha regalato la vittoria al centrosinistra”.

“Abbiamo vinto” esulta la Serracchiani nel quartier generale di Udine e subito dopo arriva la telefonata dello sconfitto, Renzo Tondo, per congratularsi, correttamente, a suggello di una campagna elettorale condotta in punta di fioretto, con grande garbo e rispetto tra tutti.

Altra sconfitta è quella dei “grillini”, che non raggiungono la soglia del 20% dopo aver raggiunto la vetta del 27,2 (primo partito in regione) in occasione delle recenti politiche e nonostante il tour de force di Grillo per quattro giorni. Paradosso: la regione non solo non sarà la prima regione “cinque stelle” come aveva vaticinato Grillo, ma non avrà che 4 o 5 consiglieri e tra questi non ci sarà il candidato presidente, Saverio Galluccio.

Infine, per Serracchiani, è stato anche un successo personale, perché il nuovo presidente del Friuli Venezia Giulia ha ottenuto circa 36.000 voti in più rispetto a quelli complessivi della coalizione che la sosteneva. L’uscente Renzo Tondo, invece, ha ricevuto un numero di consensi inferiori a quelli della coalizione che l’aveva ricandidato alla guida della Regione.