“Dealer Day”, a Verona bilancio del settore automobilistico nella fiera specializzata per i concessionari

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vendite auto ford fiesta 1A Verona dimezzate le immatricolazioni in otto anni. In Veneto il calo più ampio tra le regioni italiane

L’automotive italiano è in panne e in Veneto registra perdite superiori alle altre grandi regioni del nord, ma su tutto il territorio nazionale è in grado di ripartire con una “rivoluzione culturale” del modello di business. A partire da internet, post vendita, usato e multibrand. È l’analisi espressa da Quintegia, la società di ricerca e formazione sulla distribuzione automobilistica, in occasione della presentazione dell’Automotive Dealer Day in programma a Veronafiere dal 14 al 16 maggio 2013.

I dati su Verona e il Veneto forniti in anteprima dal direttore generale di Quintegia, Gabriele Maramieri, forniscono un quadro complesso di un settore – quello dell’auto e della sua distribuzione – ancora troppo concentrato sulla vendita di auto nuove, con margini sempre più risicati e con una forte contrazione del numero delle concessionarie e degli imprenditori del settore. Dal 2005 ai primi mesi del 2013, secondo l’Osservatorio di Quintegia, in Veneto le immatricolazioni sono diminuite del 46,6% e nella provincia di Verona del 46,7%. In otto anni si è verificata una riduzione ben più che fisiologica con le immatricolazioni regionali scese da 52.450 a 27.988 e i mandati di vendita da 326 a 285 facendo registrare al Veneto una performance negativa, peggiore di Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Toscana. Nella sola provincia di Verona le immatricolazioni si sono dimezzate passando da 11.298 a 6.025.

Per Maramieri, “questi dati non decretano la fine del settore bensì l’urgenza di innovare, ribilanciare il business e sperimentare nuovi formati. Solo con nuove strategie si può riuscire a governare un mercato che è cambiato”. Al ‘Dealer Day’ il settore trova gli strumenti per un nuovo approccio al cliente, per ottimizzare l’uso di internet e i servizi post vendita”.

Per Ettore Riello, presidente di Veronafiere, “l’Automotive Dealer Day è l’esempio di un format fieristico innovativo che risponde dinamicamente alle esigenze del mercato. Il cambiamento del settore passa sicuramente da qui e Veronafiere è al fianco dei protagonisti dell’automotive per rispondere alla crisi”.

Durante la presentazione, è emerso anche che in Italia si vendono meno auto nuove (- 39%, dal 2004 al 2012, con una perdita del 47% sugli acquisti dei privati), un dato negativo che però diventa drammatico se abbinato al nostro modello di business. I concessionari italiani sono ancora troppo dipendenti dal nuovo che rappresenta di gran lunga la voce principale dei guadagni dei venditori con un’incidenza sui profitti al 56%, seguita dall’usato (11%) e post vendita (33%). L’esatto contrario di quanto succede in Germania, dove quest’ultima voce è al 66% e la vendita di auto nuove rappresenta “solo” il 26% del giro d’affari. L’Italia è di gran lunga ancora la cenerentola del post vendita, superata da tutti i principali mercati europei – che presentano una media-profitto vicina al 60% – mentre sul fronte dell’usato facciamo quasi 3 volte meno di Stati Uniti e Regno Unito. Una pericolosa dipendenza dal “nuovo” in un mercato decimato e ancor più debilitato dalla fortissima contrazione dei margini. Lo sconto medio a cliente è salito al punto che i costi fissi delle aziende sono coperti da componenti di margine variabili e da “campagne extra”: forti incentivi all’acquisto con forti sconti sui prodotti sia per i concessionari che per i clienti finali. A tenere in vita i concessionari sono i bonus quali-quantitativi, che rappresentano una variabile incerta di remunerazione a fronte di una struttura di costi rigida e fissa.